A distanza di 56 anni dalla scomparsa di Luigi Tenco il Teatro Comunale di Ventimiglia porta in scena venerdì 17 febbraio Mi chiamo Luigi, spettacolo musicale che, grazie alle note, alle immagini e alle parole, dipinge il ritratto di uno dei più originali e innovativi musicisti italiani, ma soprattutto il carattere poliedrico e catartico di un uomo onesto verso se stesso e verso il suo pubblico.
Ennio Morricone lo definì “l’artefice della migliore musica autoriale italiana”, precursore della rivoluzione culturale e sociale che nel 1968, un anno dopo la sua morte, segnò un radicale cambiamento della musica leggera italiana.
Mi chiamo Luigi, lo spettacolo musicale di Giorgio Vignali e Vito Schirone è un viaggio nell’anima di un uomo, prima che un artista. Inizia con un medley di canzoni che definiscono l’epoca nella quale Tenco trovò le ispirazioni musicali che lo aiutarono ad intraprendere la sua crescita professionale e, mentre la breve biografia del cantautore segue rigorosamente le fasi naturali della sua crescita, le canzoni vengono proposte seguendo gli scatti umorali, intellettuali e umani delle sue esperienze di uomo: amore, impegno sociale, ricerca di nuovi stili.
Molte furono le canzoni dedicate a Tenco da artisti italiani e non solo, prima fra tutte la bellissima “Preghiera in gennaio” dell'amico Fabrizio De Andrè, scritta nello stesso anno della sua morte, cui seguirono, per citarne solo alcune, "Ciao amico, ciao" degli Aguaviva, presentata in concorso al Festival di Sanremo 1972 ed eliminata al primo turno, "Festival" di Francesco De Gregori pubblicata nell'album "Buffalo Bill", 1976, via via fino a "Ciao Luigi" interpretata nel 2002 da Tosca, segno di un sempre vivo interesse nei confronti dell’uomo, dell’artista e della sua vicenda, ancora avvolta dal mistero.
Ancora una volta il cartellone del Teatro Comunale di Ventimiglia stupisce con la scelta di dedicare a Luigi Tenco una serata che è riduttivo catalogare sotto la generica dicitura di “tributo musicale”.