Giornata di prove per i 28 cantanti in gara al 73° Festival di Sanremo. Dopo gli anni delle restrizioni dovute al Covid, l’atmosfera in teatro è cambiata.
L’entusiasmo e l’attesa che si percepiscono in città si sono ritrovati in sala all’Ariston dove i giornalisti si sono riuniti ad ascoltare, alcuni per la prima volta, le voci dei cantanti in gara.
Il mood delle esibizioni passa dalla simpatia e dalla sferzata di energia portata dai Colla Zio alle note più sofferte del pezzo dei Modà, fino a quelle più romantiche e dolci dei Coma_Cose.
A infiammare il palco dell’Ariston senza dubbio Mengoni e Ultimo, che ricevono l’ovazione del pubblico della stampa insieme a Madame e Levante. Molto bene anche Mara Sattei, Sethu e Leo Gassman.
Tananai supera il test della voce con un’esibizione più seriosa e in pieno stile sanremese rispetto all’anno scorso.
Applausi per gli altri big come gli Articolo 31, tornati insieme dopo essersi sciolti nel 2006, con un brano che sa di nostalgia e amore fraterno, ma anche Anna Oxa con un brano all’altezza della sua potenza.
Piacevole sorpresa per i Cugini di Campagna che tornano sotto le luci della ribalta con un pezzo che sa di modernità, scritto da La Rappresentante di Lista.
Nonostante il coro di voci bianche non convince la performance di Mr Rain, così come quella melensa del figlio d’arte LDA.
Non la migliore esibizione anche per Gianluca Grignani.
Tutto da ballare il pezzo di Paola & Chiara, mentre è un invito alla leggerezza e alla spensieratezza il brano di Colapesce e Dimartino.
Anna Oxa “Sali (canto dell’anima)”
Elegante, ferma, iconica, eterea e potente. Per il suo ritorno a Sanremo porta un mix nella purezza del suo essere Anna Oxa. Un viaggio nel tempo che attraversa tutte le sue esibizioni all’Ariston.
Ariete “Mare di guai”
Per chi già la conosce potrebbe arrivare come un piccolo passo indietro rispetto alle corde che ha saputo toccare nella sua ancor breve carriera, ma è buon biglietto da visita per il pubblico generalista
Articolo 31 “Un bel viaggio”
Operazione nostalgia riuscita a metà tra melodia malinconica e incursioni rap. Una storia di amicizia confezionata mischiando luoghi comuni a una narrazione sin troppo diretta. Buona l’intenzione, prodotto finito da rivedere
Colapesce e Dimartino “Splash”
Atmosfera dal sapore battistiano in una costruzione d’altri tempi. Ironici e mai banali, sfuggono dal modello tormentone per entrare in un terreno più vicino alla musica d’autore. Piacerà a palati fini e non
Colla Zio “Non mi va”
Sicuro l’effetto simpatia come è sicuro l’apprezzamento del mondo radiofonico. Sono la quota spensieratezza, ormai elemento immancabile nella gestione Amadeus
Coma_Cose “L'addio”
Portano a Sanremo immagini e parole di una crisi vera, sentita, elaborata, forse superata. Sempre a modo loro, con tanto di autocitazione. Una cifra che rimane, li dipinge e li definisce. Una seconda esperienza all’Ariston diversa dalla prima, ma altrettanto efficace
Cugini di Campagna “Lettera 22”
Scordatevi i falsetti, siamo ben lontani dalla caricatura. La mano de La Rappresentante di Lista si sente e porta un pezzo contemporaneo nella melodia, pronto per scavalcare gli steccati. Chi credeva in un revival dovrà tornare sui propri passi. Si fa sul serio
Elodie “Due”
Costruita per funzionare in radio, nasce e si presenta come hit pop senza picchi degni di nota. È ‘sua’ per melodie e temi, potrebbe non stupire
Gianluca Grignani “Quando ti manca il fiato”
Torna al Festival con una ballad dedicata al difficile rapporto con il padre. Brano dalla struttura classica, testo in forma di lettera pronto a toccare molti cuori. L’esibizione ruvida, nel suo stile, rischia di lasciare per strada qualche parola. Peccato
Gianmaria “Mostro”
Uno standard in piena linea con la contemporaneità discografica. Il vincitore di Sanremo Giovani esordisce tra i big con un brano energico destinato al suo pubblico di riferimento
Giorgia “Parole dette male”
La fine di una storia raccontata con immagini fin troppo didascaliche. Tra arrangiamento e testo è un tuffo in qualche decennio fa. Esecuzione (neanche a dirlo), impeccabile
Lazza “Cenere”
Mischia le due anime pop e rap in un insieme che rischia di vivere due vite coesistenti e poco amalgamate. Sicuro l’impatto, meno certo il gradimento. Delude il testo, con il suo background ci si aspettava di più
LDA “Se poi domani”
Siamo tra l’adolescenziale e l’infantile, quasi a sfiorare il mondo Disney. Il testo raggiunge inesplorate vette di banalità. La cosa delle iniziali sula spiaggia è imperdonabile.
Leo Gassman “Terzo cuore”
Porta personalità in un brano articolato e maturo che cresce con lui sul palco. Può piacere anche ai non giovanissimi, basta superare l’immagine dei tre cuori nel petto.
Levante “Vivo”
C’è tutto. Un inno al femminile in una confezione destinata a rimanere al primo ascolto. Ritornello quasi sacrale, da urlare a un mondo ancora poco amico delle libertà individuali
Madame “Il bene nel male”
Prende al primo ascolto senza banalità accessorie. Sa sempre confezionare il dolore in un pacchetto energico ed elegante. Sonorità che viaggiano nel tempo tra contemporaneo e ispirazioni passate.
Mara Sattei “Duemila minuti”
Risponde ‘presente’ alla prova di maturità senza perdere la sua cifra stilistica. Resta lei nel presentarsi a un pubblico che non è il suo. Brano che dà il meglio nella strofa, ma rischia di sciogliersi nel ritornello.
Marco Mengoni “Due vite”
Rientra comodamente tra chi fa gara a parte. Poco da dire, tanto da ascoltare. Sa di Festival nel senso migliore, quello più puro. Tocca molte corde già dal primo ascolto, “Due vite” è pronta a entrare e conquistare spazio
Modà “Lasciami”
In pieno stile Modà con una sensibile virata verso il mondo Pooh. Il testo non sorprende. Nata per i fan, lì resterà
Mr Rain “Supereroi”
Non lascia il segno e non lo salverà il coro di fanciulli. Dispiace per loro
Olly “Polvere”
Prova l’esordio a effetto nel tentativo di far ballare l’Ariston con un ritmo dance da primo ascolto. Tananai e Dargen D’Amico ci sono riusciti, vedremo se funzionerà ancora
Paola e Chiara “Furore”
Un po’ hit estiva, un po’ tributo alla Carrà. Passerà in radio e ce la trascineremo fino ai mesi più caldi. Latitano i contenuti
Rosa Chemical “Made in Italy”
Chiusa l’era Achille Lauro, Amadeus prosegue sui binari della provocazione a tutti i costi con un inno alla libertà in chiave charleston acchiappa ascolti facili. Riuscita ma non benissimo l’operazione-polemica
Sethu “Cause perse”
Sicuro l’effetto sul palco, l’esordiente savonese vuole lasciare il segno con un mix punk-rap già sentito, ma mai banale all’interno della rassegna pop per eccellenza. Qualcuno potrebbe storcere il naso, altri si riconosceranno nella dinamica familiare
Shari “Egoista”
Da ‘Sanremo Giovani’ al Festival per farsi conoscere dal grande pubblico con un brano complicato non solo a parole. Unica tra gli esordienti a non dover essere giovane a tutti i costi, un pregio non da poco
Tananai “Tango”
Tenetevi pronti a conoscere un Tananai diverso da quello stropicciato di “Sesso occasionale”. Ha realmente preso lezioni di canto e si presenta in una sua impronosticabile versione fortemente sanremese, esce dallo schema di 12 mesi fa per abbracciare un pubblico più ampio
Ultimo “Alba”
Che dire? Ha tutto quello che serve per arrivare in fondo e lasciare il segno. Difficile ricantarla sotto la doccia, ma non è il suo fine. Qui si ambisce alla vittoria con cognizione di causa
Will “Stupido”
Incolore prodotto per adolescenti che difficilmente lascerà il segno in gara. Pronto per il suo pubblico, meno per la platea festivaliera