Il 5 febbraio si celebra la 10a Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, ricorrenza che dal 2014 cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica in materia di sperpero di cibo.
Dati alla mano: solo nel 2020, l’anno del Covid, gli italiani hanno buttato 27 chili di cibo a testa. Una cifra preoccupante, soprattutto se pensiamo che, evitando lo spreco alimentare, potremmo sfamare una persona in più ogni quattro nel mondo. “Fortunatamente – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – oggi all’interno dei mercati Campagna Amica della nostra Liguria non viene sprecato nulla: tutto ciò che è presente sui banchi viene venduto, cosa che ci rende molto fieri da un punto di vista sia di sprechi evitati che di ritorno economico per il territorio”. Un successo a cui, però, deve chiaramente essere aggiunto anche l’impegno del singolo consumatore, perché solo la somma di tanto impegno può dare risultati concreti su larga scala.
L’obiettivo 12.3 dell’Agenda Onu parla di un’impellente necessità di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030: un proposito importantissimo e fondamentale, per il cui raggiungimento dobbiamo fare tutti la nostra parte. È proprio per questo che, come Coldiretti Liguria e relativa Campagna Amica, ci siamo attivati per entrare a far parte di alcune reti per il recupero delle eccedenze sui mercati. Tutte iniziative che permettono di "salvare" il cibo, magari in scadenza nei supermercati o che, in attività più piccole come alimentari, panifici, ortofrutta e quant’altro, è rimasto invenduto nel corso della giornata ma è comunque ancora buono.
“Esiste una sostanziale distinzione – precisano Boeri e Rivarossa – tra cibo perso e cibo sprecato. Gli alimenti che vengono buttati dopo essere stati raccolti o macellati (quindi prima di raggiungere le nostre case) rientrano nella definizione di cibo perso: si tratta, secondo le stime FAO del 2019, di circa il 14% del cibo totale prodotto. Per cibo sprecato, invece, si intende tutti quegli alimenti che, una volta arrivati al consumatore, vengono sperperati prima di essere consumati. Si parla in questo caso di ben il 17% del cibo totale prodotto”. Una cifra, quest’ultima, che secondo il Food Waste Index Report 2021 dell'UNEP (United Nations Environment Programme) nel solo 2019 avrebbe raggiunto quota 931 tonnellate.
“Ad oggi oltre il 30% del cibo totale prodotto nel mondo viene buttato – concludono il Presidente ligure e il Delegato Confederale – mentre quasi tre miliardi di persone sulla Terra soffrono la fame. In questo scenario, l’acquisto consapevole di prodotti del territorio, certificati Coldiretti e Campagna Amica, scaturisce direttamente dai produttori. Oltre ad aiutare sia la nostra salute che i produttori stessi, sempre pronti a portare sulle nostre tavole la qualità che da sempre contraddistingue la Liguria e la sua produzione agroalimentare, può infatti aiutare a evitare gli sprechi, oggi più che mai da combattere con ogni mezzo. I dati parlano: la maggior parte del cibo viene sprecato all’interno delle mura domestiche. Un problema decisamente preoccupante, ma che, attraverso il sapere contadino e il rapporto diretto con il produttore, può essere arginato. Basti pensare che molti dei piatti tradizionali della cultura ligure e italiana hanno origine proprio dall’esigenza di non sprecare cibo. A ciò si aggiunge, infine, il fatto che ancora oggi l’Italia è leader europeo nella qualità agroalimentare, e proprio per questo ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’UE”.