Vallecrosia celebra il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale che viene onorata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto, con due appuntamenti. Il primo sarà giovedì prossimo alle 17 nella sala polivalente dove verrà presentato il libro "I salvati di Creppo e di Bregalla" dello storico Gian Paolo Lanteri.
“ ‘Solo nel buio puoi vedere le stelle’: è la frase di Martin Luther King che può essere presa come tema conduttore per la conferenza che terrà il professor Gian Paolo Lanteri. Se è giusto ricordare gli orrori della Shoah non dobbiamo dimenticare che in tale periodo, estremamente buio nella storia dell’umanità, per fortuna ci furono uomini e donne che, mettendo a rischio le loro vite e quelle dei loro famigliari, hanno agito secondo la propria coscienza, salvando la vita a persone che altrimenti sarebbero state inevitabilmente condannate a morire dalla dittatura nazifascista. È questo il caso dei nostri concittadini e benefattori Zitomirski, ma anche di due bambini salvati dalla popolazione di Creppo di Triora e di un’intera famiglia protetta dalla popolazione di Bregalla, sempre nel comune di Triora” - dice Marilena Piardi, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, alla Sanità, alla Cultura, alle Risorse Umane, ai Servizi Demografici e ai Tributi Locali.
Venerdì, invece, in occasione del 79esimo anniversario dell’istituzione del campo di concentramento provinciale per ebrei e familiari dissidenti/renitenti alla leva nella R.S.I., istituito a Vallecrosia nel febbraio 1944, alle 9.30 presso il cippo dell’ex campo di concentramento di via San Rocco si terrà una cerimonia di commemorazione del Giorno della Memoria alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, delle associazioni combattentistiche e degli studenti.
“Nel campo di reclusione e concentramento di Vallecrosia, aperto il 9 febbraio 1944 e denominato dalla Repubblica di Salò ‘Campo provinciale per ebrei’, furono internati, su ordine dell’allora ministro degli interni Guido Buffarini, soprattutto dissidenti politici, renitenti alla leva in attesa di essere inviati in Germania nei campi di lavoro e molte madri di giovani che si erano resi irreperibili e che non intendevano combattere al fianco dei nazi-fascisti ma che, preso atto della ritorsione verso le loro mamme, non avrebbero potuto fare altro che consegnarsi ai rappresentanti del regime. Qualche decina furono gli ebrei che, a seguito delle ‘Leggi razziali' del 1938, furono internati nel 1944 nel campo di Vallecrosia, molti di questi furono deportati nei campi di sterminio in Germania e non fecero più ritorno” - fa sapere il vicesindaco Marilena Piardi - “La popolazione locale, tra l'altro la zona non era molto densamente abitata, all'epoca ignorava la presenza del campo di concentramento ritenendo che i civili presenti all'interno del cortile della caserma fossero degli sfollati e senza tetto ma molte testimonianze sono arrivate sul fatto che comunque i residenti della zona donavano, per quanto potessero, viveri e generi di conforto ai reclusi consegnandoli attraverso il filo spinato che delimitava il cortile esterno della struttura. Segno questo dell'animo buono e della solidarietà dei vallecrosini che pativano già in quei giorni la fame oltre ai continui bombardamenti alleati, le razzie delle varie forze armate operanti sul territorio. Si ricorda come ci fosse un comando nazista avente sede sulla via Romana a poche centinaia di metri dal campo di reclutamento e anche come i vallecrosini, nonostante tutto, nascondevano nelle proprie case ebrei, dissidenti e militari alleati alla cattura e solidarizzavano con gli internati di questo campo di concentramento contribuendo ad evitare che sul territorio comunale fossero perpetuati crimini di guerra”.