La forte mareggiata che ha colpito la provincia di Imperia ha danneggiato diversi stabilimenti balneari di Bordighera tra i quali anche i Bagni Vernier. “Il nostro stabilimento è allagato. Frighi, due lavastoviglie e anche la nuova macchina per fare il ghiaccio, che è costata 3mila euro, sono rovinati" – fa sapere Federico Mutascio, titolare dei Bagni Vernier a Bordighera - “Un disastro che si poteva evitare visto che avevamo più volte avvisato il Comune che i locali che accolgono il nostro stabilimento sono stati costruiti sotto il livello del mare”.
Lo stabilimento è stato distrutto esternamente dalle onde ma ha riportato danni anche all’interno visto che l’acqua è risalita dal terreno. "Con la mareggiata siamo stati invasi da circa un metro e mezzo d’acqua che arrivava da sotto. Il dehor con la struttura in legno, inoltre, è pericolante e ora dovremmo provvedere a metterlo in sicurezza” - sottolinea Mutascio - "Il mare sbatteva davanti ma poi, a causa della ghiaia posizionata a schiena d'asino, ha iniziato ad arrivare pure lateralmente e così ha raggiunto il sottopasso. Inoltre più la forza del mare aumentava più l'acqua saliva anche dal terreno. Ora ci sono tanti danni e ci sarà tanto lavoro da fare".
“Dal 1952, quando mio nonno rilevò un ex lavatoio dell’800 realizzando lo stabilimento, al 2008, avevamo la nostra struttura originaria con il ristorante e tutto è sempre andato bene. Quando però hanno rilevato l’area per il completamento della passeggiata, fino al confine con Vallecrosia, ci hanno spostato ai Pennoni, a un centinaio di metri da qui. Dovevamo stare nei chioschetti solo per due anni" – racconta Mutascio - "Nel 2010, però, saremmo dovuti tornare dov’eravamo prima. All’interno della nuova passeggiata, infatti, avevano realizzato gli spazi per cinque locali e due concessioni, tra cui la nostra, erano già pronte. Tuttavia abbiamo visto che i locali si allagavano continuamente nell'anno in cui dovevamo entrarci e così, per cercare una quadra, ci hanno prorogato la concessione ai Pennoni, dove abbiamo realizzato la nostra struttura alla base di un molo rialzato. Alla fine siamo rimasti per 15 anni e, tra l'altro, non siamo mai stati colpiti da una mareggiata”.
"Nell’aprile del 2021 ci hanno approvato il progetto per il nuovo stabilimento che lo prevede rialzato, una sorta di palafitta realizzata a un metro e sessanta, all’esterno, al posto dei locali sotto il livello del mare, che ci hanno poi consegnato, tra l’altro, senza un muro laterale. Noi l'anno dopo l'avremo costruito per essere pronti per la stagione del 2022 ma ci hanno avvisato che dovevamo andare via dai Pennoni perché non potevamo più starci. A novembre del 2021 il Consiglio di Stato, inoltre, decide di applicare la Bolkestein dieci anni prima, nel 2024 anziché nel 2034, e così non sapendo che cosa sarebbe successo, col rischio di perdere la concessione due anni dopo, non ci siamo sentiti di costruire un nuovo stabile effettuando lavori per oltre 350mila euro, temendo di non riuscire poi a recuperare le spese in solo due anni, e così abbiamo chiesto al Comune di rinnovare la concessione ai Pennoni per almeno altre due estati, in attesa di capire cosa sarebbe successo ma purtroppo non ce l’hanno concesso. Ci hanno costretto a spostarci dove siamo ora, in un locale allagato” - dice Mutascio illustrando com'è andata - "Quando ci siamo traferiti nel locale attuale era sigillato e pieno dei detriti ancora del cantiere per la costruzione della passeggiata, poi vi era la sporcizia di anni di bivacchi di senzatetto e inoltre c'era acqua e fango. Per portare la nostra roba avevamo fatto presente al Comune che il locale comunale era sigillato e sporco ma non hanno fatto nulla anche se erano venuti a vedere. Alla fine con una piccola ruspa, da solo, ho pulito tutto il locale comunale e l'ho preparato per la stagione estiva".
“Secondo me avevano sbagliato le quote, un po’ come è successo per la rotonda di Sant’Ampelio" - afferma convinto Mutascio - “Con la mareggiata l’acqua non solo ha raggiunto lo stabilimento con le onde ma è salita addirittura dal pavimento. La colpa non è dell’amministrazione Ingenito però siamo stati abbandonati perché il Comune avrebbe potuto prorogarci per altri due anni la concessione dov’eravamo, visto che almeno laggiù avremo lavorato in sicurezza, invece di spostarci in un luogo pericoloso e che si sapeva che si poteva allagare. Avevamo già presentato un'istanza nel 2016 evidenziando il fatto che dove siamo ora non si poteva fare niente perché si allagava e avevamo pure chiesto un'autorizzazione per farlo laggiù fisso ma non ci è stata concessa”.
“Abbiamo deciso di chiedere un risarcimento dei danni al Comune sia per quelli causati dalla mareggiata sia per il mancato guadagno di quattordici anni dovuto al fatto che siamo rimasti senza un ristorante" - annuncia Mutascio.