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Attualità | 11 gennaio 2023, 07:25

"Free from bullying", da Camporosso parte un progetto di gemellaggio con scuole estere contro il bullismo (Foto)

Un'insegnante, Jessica Favia, ed un esperto esterno, Antonio Moschitta, sono partiti alla volta di Los Angeles per spiegare in una scuola come la robotica educativa e il pugilato siano un modello di prevenzione al bullismo

"Free from bullying", da Camporosso parte un progetto di gemellaggio con scuole estere contro il bullismo (Foto)

Nella scuola primaria di Camporosso Capo nasce ETwinning “Free from bullying”, un progetto di gemellaggio con alcune scuole estere, come Los Angeles, Miami, Berlino, Atene e New York, incentrato sulla lotta al bullismo attraverso la robotica e il pugilato educativo scolastico.

Il progetto, che rientra nel piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2022-2023, è stato organizzato da Jessica Favia, insegnate di ruolo nella scuola primaria di Camporosso Capo:Insegno in una classe terza di scuola primaria e quest'anno ho organizzato un progetto di gemellaggio con alcune scuole estere. Parliamo di scuole italiane all'estero, più precisamente delle classi seconde o terze di scuola primaria. Il progetto si chiama 'Free from bulling' ed è incentrato sulla lotta al bullismo attraverso la robotica e il pugilato educativo scolastico, attività che proprio per le loro peculiarità incentivano lo scambio e la compartecipazione alle attività”.

“I nuovi scenari socio-educativi, dovuti alla forte migrazione e alle recenti vicende internazionali, danno alla dimensione internazionale preminenza, nei curricoli scolastici e nei percorsi formativi. Parliamo di situazioni che, sicuramente, rappresentano un elemento critico, ma, al contempo, se ben sfruttati, un valore aggiunto. In un contesto multiculturale e multietnico, come quello che viviamo in classe tutti i giorni, nasce il desiderio di un gemellaggio con una scuola estera, per conoscere un’altra cultura, i suoi usi e i suoi costumi ma soprattutto per favorire, ulteriormente, l’inclusione e la coesione all’interno del gruppo classe. Allo stesso tempo, oggi, la scuola, che rappresenta per studenti un luogo di crescita intellettuale, di maturazione, di acquisizione di consapevolezza critica e di responsabilità è anche il territorio in cui si incontrano le difficoltà, la fatica, gli errori, le relazioni con pari ed i momentanei insuccessi. Ne consegue che il clima scolastico e le diverse modalità con cui si vive la scuola influenzano, la qualità della vita, l’autostima e le relazioni sociali. Per questo motivo è maturata l’esigenza di strutturare un progetto che costituisca un valido percorso per contrastare l’insorgenza di comportamenti aggressivi e di fermare atti di bullismo sul nascere, bullismo che, spesso, trae spunto dall’appartenenza della vittima a un gruppo emarginato o sfavorito" - spiega Jessica Favia, laureata in Scienze dell’Educazione e che ha anche un master post-universitario in Metodologie Didattiche Digitali e Nuovi Ambienti di Apprendimento - "La nuova legge 71 del 29 maggio 2017 e le linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità affidano alle istituzioni, proposte all’educazione delle nuove generazioni, due funzioni principali riguardo la salute dei giovani: quella informativa e quella formativa, da svolgere attraverso azioni concertate e condivise. Se si interviene precocemente e in modo costante e sistemico si può contribuire a prevenire o, per lo meno, a limitare il fenomeno”.

Sono stati così proposti momenti di incontro online tra scuole di diversi paesi. “Abbiamo iniziato, lo scorso 2 dicembre, la prima connessione online" - fa sapere Favia - “Eravamo tre classi presenti: una classe di Camporosso, la classe terza della scuola internazionale di Berlino e la scuola primaria di Gorgopotamos (Grecia). Nel corso di questo primo incontro gli alunni si sono presentati dopo aver compilato una breve carta d'identità nella quale ognuno di loro ha indicato i propri gusti personali. Eravamo tutti molto emozionati e abbiamo raccontato qualcosa di noi, delle nostre abitudini e delle nostre attività. È stato un confronto didattico e culturale a misura di bambino. Il nostro proposito è infatti quello di integrare più forme di comunicazione: grafo-pittorica, multimediale e soprattutto motoria, per veicolare i contenuti in modo efficace. Per avere una ricaduta positiva sulla qualità di vita degli studenti sono stati proposti momenti di incontro online per svolgere attività comuni, sia a livello didattico che a livello motorio, in modalità sincrona e asincrona per condividere qualcosa che sia uguale per tutti e ci faccia sentire vicini, nonostante la lontananza e l’appartenenza a diverse nazioni e continenti”.

Affianco dell’insegnante vi è anche un esperto esterno: Antonio Moschitta, tecnico di primo livello e istruttore giovanile Fpi, federazione pugilistica italiana. “Il progetto nasce poiché siamo un'aula 3.0 e i miei alunni a scuola hanno i tablet con i quali svolgono buona parte delle attività didattiche quotidiane e sappiamo bene quanto sia pericoloso Intenet e quanto oggi, per tanti motivi diversi, i giovani patiscano sempre più atti di bullismo e cyberbullismo da coetanei o da ragazzi più grandi. Per questo motivo, svolgiamo un progetto di sport con un esperto che, oltre a presentare l'attività motoria, lavora per incentivare l'autostima dei ragazzi e insegna loro a rapportarsi in modo sereno con il mondo circostante, fungendo da freno agli atteggiamenti di bullismo e sviluppando senso del limite e riconoscimento del valore di sé e dell’altro” - dice Favia - "Abbiamo reso partecipi tutti gli alunni al progetto di classe, Federazione Pugilistica Italiana 'Scuola Boxe' Criterium regionali giovanili, per evidenziare il ruolo e il valore di una disciplina come il pugilato e dello sport in genere, nella lotta alla violenza di genere e nel contrasto al disagio sociale. In modo particolare il progetto di classe vede il pugilato inteso nella sua forma ludica, giovanile ed amatoriale, senza contatto, al fine di riacquistare benessere psico-fisico grazie ad una disciplina insegnata da un istruttore formato dalla Fpi. Inoltre, svolgiamo attività di robotica educativa in quanto strumento inclusivo e per definizione e modello di prevenzione del bullismo. Elaborate unità di apprendimento basate sull’uso di robot e microcircuiti per rendere il contesto di apprendimento al contempo ludico e affascinante e permettere agli alunni di discutere liberamente negli spazi di quell’apprendimento prossimale che il gioco naturalmente crea tra alunni. L’efficacia dell’innovazione pedagogica come metodo preventivo di modelli socialmente negativi, è uno strumento per incoraggiare la collaborazione all’interno del gruppo pari (Peer Education) in una dimensione di ‘gioco educativo’. Quindi, proponendo attività mai sperimentate prima, tutti gli studenti partiranno dallo stesso livello e avranno le stesse possibilità di partecipazione. Lo spirito di squadra rafforza il senso di appartenenza e diminuisce il rischio di atteggiamenti di prevaricazione, aiuta ad imparare ad esprimere il proprio dissenso o il proprio disagio".

L’insegnate e il tecnico di pugilato educativo, all’inizio del mese, sono partiti alla volta di Los Angeles per far conoscere il progetto in una scuola americana. “Nel corso del nostro soggiorno, che durerà per le prime due settimane di gennaio, la responsabile dell'insegnamento della lingua italiana in California, la dottoressa Anna Zeppieri, il console e il viceconsole italiani a Los Angeles ci hanno accolto e assistito ai nostri interventi educativi nella scuola Benjamin Franklin di Glendale. Qui, io e il tecnico di pugilato educativo, abbiamo portato le nostre attività di robotica educativa e pugilato in quanto strumento inclusivo per definizione e modello di prevenzione al bullismo e abbiamo pianificato le attività. Andremo poi in Florida ad aprile e in Germania a luglio. Siamo a disposizione per poter lavorare online con gli insegnanti e con gli alunni nei modi e tempi che vi sono più comodi. È un’occasione per progettare e per conoscere stili e metodi di insegnamento reciproci e per parlare di scuole italiane all'estero, più precisamente classi seconde o terze di scuola primaria” - svela Favia.

Per gli alunni della scuola di Camporosso Capo è previsto solo un gemellaggio online. “Gli alunni potranno svolgere solo un gemellaggio online visto che sono piccoli per affrontare un viaggio così importante. L’intento degli incontri online è quello di spiegare in modo molto semplice il galateo online, il glossario del cyberbullismo, netiquette, le regole di scrittura per le e-mail, il decalogo della privacy digitale, drammatizzazioni, video, fumetti sul cybercrimine e di realizzare un video, uno spot e di un flash mob in occasione della Settimana contro il bullismo e il cyberbullismo. Inoltre la porta di ciascuna aula verrà decorata simbolicamente con una mascherina con un nodo blu. Si prevede pure la partecipazione alla giornata nazionale del Safer Internet Day, il 7 febbraio del 2023. Saranno dedicati 15 minuti alla socializzazione in classe mediante la formulazione e l’esternalizzazione di pensieri positivi sui compagni” - afferma l'insegnante - “Il fenomeno del ‘bullismo’, sia all’interno delle nostre scuole sia in generale nelle nostre comunità, è in costante crescita, in particolare, in questi ultimi tempi, con l’avvento delle nuove tecnologie, si assiste a fenomeni sempre più frequenti e sempre più gravi di cyberbullismo inteso come uso improprio della rete e dei nuovi dispositivi digitali. Attraverso il progetto di gemellaggio ci proponiamo di consolidare un’amicizia tra coetanei di un paese straniero, allargare il loro campo di esperienze, conoscere e rispettare altre realtà culturali, riflettere sulla propria identità, riflettere sulle analogie e differenze culturali e linguistiche, stilare la curiosità verso gli altri, promuovere iniziative di carattere culturale, sociale, sportivo sui temi del rispetto delle diversità, dell’educazione alla legalità e all’uso consapevole della rete internet, con particolare attenzione ai rischi provenienti dai modelli culturali potenzialmente lesivi della dignità della persona, veicolati dai mezzi di comunicazione e dal web, agevolare la comunicazione tra pari e mantenere un buon clima nella classe, sviluppare in tutti gli attori scolastici un vissuto di maggiore appartenenza alla realtà della scuola, prevenire comportamenti di prepotenza e di vittimismo tra adolescenti e prevenire il disagio scolastico”.

 

Elisa Colli

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