"Chiudiamo l'anno con l'ennesimo episodio di violenza brutale perpetrata a danno di un bambino di soli sei anni ad opera del ‘compagno’ della nonna. A meno di un anno dalla Riforma della Giustizia, il nostro paese e le istituzioni governative non sembrano in grado di tutelare la salvaguardia dei più piccoli in Italia lasciandoli alla mercè della violenza che si consuma tra le mura di casa, ovvero nel luogo deputato alla loro protezione, e ad opera di familiari e care givers. Laddove la famiglia si frammenta e si ricompone allargandosi, nessun controllo sull'idoneità genitoriale di compagni o compagne acquisiti da genitori e o nonni a cui i minori sono affidati".
E' quanto dichiara Lucia Ercoli, presidente dell'associazione Fonte d'Ismalele in merito al bimbo di 6 anni picchiato selvaggiamente a Ventimiglia dal compagno della nonna. "Fonte di Ismaele - aggiunge Ercoli -chiede a gran voce strumenti di controllo efficaci in tutte le situazioni di affidamento e o collocamento dei minori a così detti genitori sociali, esattamente come viene disposto per le procedure di affido etero-familiare e collocamento dei minori in struttura".
"Anche l'attuale governo - conclude Ercoli- sembra aver confinato all'ultimo posto l'attenzione ai bambini e alle nuove generazioni in termini di priorità di programmi e di risorse stanziate. Ci auguriamo che il 2023 segni un cambio di passo in questa direzione perché uno Stato che non garantisce protezione tutela e cura ai più vulnerabili, mette a rischio l'intero ordinamento democratico. Mai più bambini massacrati in famiglia in Italia".