Attualità - 23 dicembre 2022, 15:20

Imperia: il messaggio di Natale del Vescovo Borghetti, "Riscoprire il 'Festeggiato' per vivere pienamente questo giorno"

"Che fine ha fatto il Festeggiato?", questo l'interrogativo che viene posto nel messaggio augurale del Pastore della Diocesi

Mons. Guglielmo Borghetti

Per questo Natale, l'invito di Mons. Guglielmo Borghetti, vescovo della Diocesi di Albenga Imperia è di riscoprire il 'Festeggiato', Gesù. "Che fine ha fatto il Festeggiato?", questo l'interrogativo che viene posto nel messaggio augurale del Pastore della Diocesi, "...sorprende come oggi si viva il Natale, sorprende il fenomeno della crescente separazione di questa ‘festa cristiana’ dall’esperienza della fede religiosa". 

Mons. Borghetti, puntualizza come questo non voglia essere la '...solita reprimenda contro il ‘Natale consumistico’ etc etc etc’ cavallo di battaglia di noi preti ad ogni 25 dicembre', quanto piuttosto, l'occasione per vivere questo giorno di festa, "...nella pienezza della sua verità! Dio si è fatto uomo!".

Questo il testo completo del messaggio di auguri per i fedeli dal Vescovo Borghetti: "Carissimi Fratelli e sorelle, il Natale arriva anche quest’anno! Con puntualità la liturgia della Chiesa ci propone di festeggiare l’entrata nel mondo e nella storia del Figlio Eterno del Padre; a Betlemme, da Maria, nasce Gesù come vero bambino: “é nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato (antifona)”. Mi colpisce un verso di uno degli Inni Sacri scritti da Alessandro Manzoni dopo la sua conversione al cattolicesimo e mi produce dentro delle risonanze di notevole attualità:

Dormi, o Fanciul; non piangere;
Dormi, o Fanciul celeste:
Sovra il tuo capo stridere
Non osin le tempeste (...)
Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell’umil riposo,
Che nella polve ascoso,
Conosceranno il Re.

 

2. “Chi nato sia non sanno”. Si, mi colpisce cari amici, perché penso che il Festeggiato sia abbastanza ‘trasparente’, se non ‘invisibile’ nel contesto in cui viviamo. Un anello bellissimo privato della sua pietra preziosa è la stagione attuale. Le cosiddette festività natalizie sono un tempo gradito e propizio per la nostra economia, per la nostra fantasia, per la gioia dei bambini e di coloro che hanno voglia di ‘sentirsi più buoni’, almeno a Natale – si dice così vero?- . Mi piacerebbe poter riportare gli slogan pubblicitari natalizi totalmente prosciugati della Presenza o dal riferimento al Festeggiato. Mi viene da dire ‘che fine ha fatto il Festeggiato?’ Sorprende come oggi si viva il Natale, sorprende il fenomeno della crescente separazione di questa ‘festa cristiana’ dall’esperienza della fede religiosa che peraltro l’ha generata; per molti di noi - la maggioranza?- il Natale tiene solo un tenue legame con quel ‘Fanciul’, con quel ‘Piccolo’ con quel bambino speciale che è stato Gesù di Nazareth. Credo che dobbiamo avere il coraggio di dire che a parte il gesto di collocare la statuina di Gesù sulla mangiatoia dei nostri presepi, sono davvero tanti coloro che non si preoccupano più di Lui né prima né dopo né durante il periodo natalizio. Celebriamo un festa: paradossalmente la festa della nascita di Gesù, ma senza Gesù!; c’è nella società complessa una ‘pratica’ del Natale senza quasi più fede nel Natale! Progressivamente ci stiamo dimenticando del Festeggiato! “Chi nato sia non sanno”. Ascoltiamo ancora il nostro Manzoni:

 

Ecco ci è nato un Pargolo,
Ci fu largito un Figlio:
Le avverse forze tremano
Al mover del suo ciglio:
All'uom la mano Ei porge,
Che si ravviva, e sorge
Oltre l'antico onor. 

 

Questo ‘pargolo’ chi è? Davvero l’uomo si accorge che grazie al Natale di Gesù Cristo ‘si ravviva e sorge oltre l’antico onor? E che significa tutto questo? . Dove è andato a finire il Festeggiato, chi di noi ha percezione della sua missione redentrice, chi avverte il bisogno di redenzione? E che cosa è la ‘redenzione’? Chi nato sia non sanno”. Eppure Dio è entrato nella storia dell’uomo come un bambino, un bambino che: All'uom la mano Ei porge,/Che si ravviva, e sorge/Oltre l'antico onor. attraverso il dono totale di sé lo salva dall’abisso della morte e del peccato offrendo una nuova più esaltante possibilità dopo la caduta originaria: la vita nuova dei figli di Dio “oltre l’antico onor”.

 

3. Senza questa presa di coscienza, senza questo ravvivare la fede, il Natale rischia di evaporare in una kermesse di luminarie di inizio inverno e di trasformarsi nella ‘festa dell’inverno’ e delle luci’. Se pazientemente siete arrivati fino a questo punto nel leggere gli auguri di Natale del vostro Vescovo, vi prego continuate, non pensate che sia la solita reprimenda contro il ‘Natale consumistico’ etc etc etc’ cavallo di battaglia di noi preti ad ogni 25 dicembre. E’ questo un invito accorato alla riscoperta del Festeggiato! A viverla nella pienezza della sua verità! Dio si è fatto uomo! Accoglierlo nella mangiatoia del nostro cuore, delle nostre coscienze, significa rinascere con Lui a vita nuova “oltre l’antico onor”.

 

4. Come potremo presentarci come artigiani di Pace, Giustizia, Solidarietà, Sobrietà, rispetto del Creato, come potremo dare credibilità ai nostri progetti di bene se non avremo scoperto la gioia di appartenerGli, la gioia di sapersi radicati in Lui con il Battesimo e rafforzati dal dono dello Spirito Santo; come potremo vivere la prospettiva meravigliosa che il cammino sinodale ci propone che è quella di recuperare il senso di appartenenza ad un popolo - la chiesa - che cammina insieme con Colui che cammina insieme a noi fino alla fine dei giorni della storia, il Synodos per eccellenza, il Cristo, il Figlio del Dio Vivente, per costruirla insieme consapevoli della corresponsabilità di ciascuno. Tutto diventa vuota retorica e i nostri sermoni sono canzoni che non commuovono! In altre parole, lasciandoci istruire dall’etimologia del verbo commuovere: non producono un sentimento di profonda ammirazione e stupore e quindi non mettono in movimento i cuori. 

 

5. “Ecco ci è nato un Pargolo,/Ci fu largito un Figlio”: a tutti l’augurio di vivere un Natale Festa del Festeggiato e con il Festeggiato! A tutti l’augurio “che in quell’umil riposo, che nella polve ascoso” conoscano il Re! Possa per tutti essere festa della fede e della speranza, festa della gioia cristiana. Insieme preghiamo per i fratelli coinvolti in conflitti bellici assurdi e fuori tempo, per il rispetto di ogni uomo, dei bambini, della vita nascente e della vita che si spegne, per i nostri anziani e i nostri malati, per le nostre famiglie in difficoltà di ogni tipo. La luce del Bambino di Betlemme illumini le coscienze di “Chi nato sia non sanno” per gustare la gioia della fede. Buon Natale fratelli miei, vi assicuro la mia preghiera e con affetto tutti benedico".

C.S.