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Attualità | 18 dicembre 2022, 13:01

Rincaro dei tassi di interesse, alle aziende imperiesi 'costa' quasi 24 milioni di euro: ecco il report della Cgia

Per la Liguria l'aumento è stimato in 287 milioni. La nostra provincia è fortunatamente ultima su scala regionale e in fondo alla classifica di tutto il Nord-Ovest

Rincaro dei tassi di interesse, alle aziende imperiesi 'costa' quasi 24 milioni di euro: ecco il report della Cgia

Nel tentativo di raffreddare la spinta inflazionistica, l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce in questa seconda parte dell’anno - a cui dovremo sicuramente aggiungere il nuovo incremento che comporterà, tra il 2023 e il 2022, un aggravio degli oneri di circa 15 miliardi di euro sui prestiti alle imprese. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia.

Questa stima è stata “costruita” ipotizzando un aumento medio dei tassi di interesse del 2% tra il 2023 e il 2022. E’ stato applicato questo incremento alla luce del fatto che quest’anno il valore medio del tasso Bce si attesterà attorno allo 0,6%; per effetto dei provvedimenti che tra lo scorso mese di luglio e l’inizio di novembre lo hanno alzato dallo zero al 2%.

Pertanto, applicando un tasso di incremento degli interessi medio del 2% ai 749,2 miliardi di consistenze degli impieghi erogati alle imprese al 30 settembre scorso, l’anno prossimo queste ultime subiranno un aumento del costo del denaro pari a 14,9 miliardi di euro.

Le regioni più penalizzate da questo ritocco all’insù dei tassi saranno quelle dove sono maggiormente concentrate le attività produttive che si avvalgono dell’aiuto degli istituti di credito; vale a dire la Lombardia (+4,33 miliardi di euro), il Lazio e l’Emilia-Romagna (entrambe con +1,57 miliardi), il Veneto (+1,52 miliardi) e il Piemonte (+ 1 miliardo). Per la Liguria l'aumento è stimato in 287 milioni e per la Valle d'Aosta in 39 milioni.

Quasi 2/3 dei 15 miliardi di maggiore costo del denaro che le aziende dovranno farsi carico l’anno prossimo saranno riconducibili alle imprese del Nord.

Gli aumenti dei tassi di interesse avranno anche delle ricadute negative sulla spesa delle famiglie, sugli investimenti delle imprese e sul costo del nostro debito pubblico. I nuovi aumenti dei tassi, quindi, potrebbero contribuire a frenare una crescita economica che l’anno prossimo in Italia dovrebbe attestarsi sullo 0,3/0,4%. Una soglia che, molto probabilmente, avrà delle ricadute negative anche sull’occupazione.

A livello territoriale, Milano sarà la provincia più “penalizzata” d’Italia: le imprese ubicate nel capoluogo regionale lombardo dovranno farsi carico nel 2023 di un maggior aggravio dovuto all’aumento dei tassi di interesse pari a 2,3 miliardi di euro. Seguono le provincie di Roma con 1,4 miliardi, Torino con 567,5 milioni di euro, Brescia con 524,3 milioni e Bologna con 403,9 milioni di euro.

Quanto alle altre province del Nord Ovest, eccone gli aggravi 2023 previsti per le rispettive imprese: Cuneo 210,8 milioni di euro, Genova 190,5, Alessandria 88,8, Novara 72,7, Savona 41,3, Asti 39,7, Aosta 38,7, Vercelli 36, Biella 35,6, La Spezia 31, Imperia 23,8, Verbania 21. La nostra provincia quindi, "fortunatamente", è in fondo alla classifica del Nord Ovest e 'ultima' in Liguria. 

Redazione

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