La Sanremese di oggi, seconda in classifica a sei punti dalla capolista Sestri Levante, ha ancora l’impronta del suo ex Matteo Andreoletti. Squadra che non ha paura di proporre ed osare.
Dopo i playoff persi lo scorso anno, il presidente Alessandro Masu non si è mai nascosto :” Noi e la città di Sanremo non saremmo stati pronti per un salto in Lega Pro.” Invece chi sta dimostrando il suo valore tra i Professionisti è proprio Andreoletti che sta facendo volare la Pro Sesto, attualmente seconda nel girone A di Serie C. A -5 dal Pordenone, primo. E già questo basterebbe per romanzare le somiglianze tra ‘Sanre’ e Pro.
I lombardi sono partiti dai play-out, vinti in finale sul Seregno, e da una ristrutturazione estiva praticamente integrale, a cominciare dalla panchina affidata al tecnico bergamasco. All’ allenatore è stata consegnata una squadra rinnovata ma senza colpi mirabolanti. Niccolò Bruschi, ex Vado tra le altre, in avanti con Riccardo Moreo e Felice d’Amico, scuola Samp. A centrocampo il locale Sala e dietro l’esperto Suagher a far da chioccia ad alcuni giovani come Lorenzo Giubilato, passato dal ‘Comunale’ nella stagione 2018-19.
Difficile assimilare immediatamente i concetti e, ad inizio stagione, la Pro fatica subendo un pesante 6-1 all’esordio, dal Vicenza, mettendo insieme solo 5 punti in 6 partite. Poi l’eliminazione dalla Coppa per mano del Renate (con rete del suo ex La Rotonda) ed la svolta: sei vittorie nelle successive otto partite con vittime illustri quali Triestina, Padova, Pro Vercelli, il derby con la Pro Patria ed il Novara. Ancora il Novara, battuto andata e ritorno sulla panchina biancoazzurra e artefice di quell’ 1-5 al ‘Piola’ che rimane il suo capolavoro.
Domenica, dopo un’ora di gioco, la Pro era sotto 3-0 in casa del Renate, una delle contendenti al vertice. Poi la follia calcistica: Corradi e Bruschi raddrizzano la gara, Capogna e D’Amico ribaltano l’avversario a tempo scaduto. E’ 3-4 e secondo posto in classifica.
E chissà dove potrà arrivare perché proprio l’ambizione è sempre stato il tratto più distintivo del carattere dell’ allenatore. La stessa che, giornata dopo giornata, sta riscoprendo la Sanremese: ora che ha imparato a soffrire e vincere le partite anche negli ultimi minuti. Si sono cercati, amati, odiati ed alla fine lasciati consensualmente. Sapendo che, uno per l’altro, sono stati importanti nelle storie reciproche. Ma è come se qualcosa li unisse ancora.