- 23 novembre 2022, 07:21

Emergenza al confine: i francesi continuano a fare muro ma associazioni e pubbliche assistenze sfamano i migranti (Foto e video)

Donano pasti caldi ma anche beni di prima necessità

Non hanno cibo, né acqua, né beni di prima necessità e così associazioni e pubbliche assistenze del territorio ma anche associazioni francesi, alla sera, si recano, a turno, a Roverino, frazione di Ventimiglia, per donare un pasto caldo e beni di prima necessità ai migranti. Rifiuti abbandonati, materassi, coperte e piccoli accampamenti improvvisati. È questa la scena che si presenta sotto il ponte di Roverino. Tanti migranti, tra cui famiglie anche con bambini piccoli, non sanno dove andare e cosa fare soprattutto dopo che la Francia ha intensificato i controlli al confine, sia a Ponte San Ludovico che a Ponte San Luigi.  

 

A pranzo mangiano alla Caritas ma, visto che alla sera è chiusa, noi portiamo la cena ai migranti" - raccontano i volontari mentre distribuiscono i pasti - “Offriamo un pasto caldo alle persone che sono di passaggio o che si sono accampate sotto al ponte di Roverino o in stazione. Vi sono anche alcuni italiani. Sono principalmente uomini perché le donne con i bambini vengono accolti a Ventimiglia alta, dove il vescovo ha messo a disposizione due appartamenti nei quali le famiglie si possono fermare per passare la notte, di solito si fermano due o tre sere, il tempo necessario per decidere che cosa vogliono fare, se chiedere asilo o no. Ci sono anche parrocchie di Ventimiglia che accolgono le famiglie che arrivano alla sera tardi”.

Con macchine e furgoncini ogni martedì sera i volontari italiani arrivano nel piazzale di fronte al cimitero della città di confine, allestiscono in poco tempo una tavolata su cui posizionano i contenitori al cui interno vi sono pasti caldi prepararti nel pomeriggio a Villa Gilardi, dai padri Somaschi o a casa dei volontari e, dopo essersi sistemati, iniziano la distribuzione del cibo alle persone che si mettono ordinatamente in fila e aspettano il loro turno per mangiare. Le persone in fila, principalmente migranti ma vi è anche qualche italiano in difficoltà, prima si igienizzano le mani, poi prendono un sacchetto di plastica in cui mettono le posate e i contenitori all'interno dei quali verrà servito il cibo e poi, dopo averlo preso, aspettano il proprio turno per prendere da bere, acqua o tè caldo. Infine si siedono in terra, al freddo e al buio, a consumare il pasto caldo tanto atteso.

“Serviamo pasta in bianco o al sugo, fatto in casa, pane, frutta, come mandarini o banane, dolci, come biscotti o torte fatte in casa, acqua e tè caldo - aggiungono i volontari - “Quando possiamo portiamo anche coperte, vestiti e scarpe soprattutto ora che ne hanno più bisogno visto che ha iniziato a fare freddo“.

Un servizio solidale preso in carico lo scorso 25 ottobre da don Rito, parroco della parrocchia di San Rocco a Vallecrosia, che è riuscito a coinvolgere i volontari del comitato festeggiamenti di San Rocco e della Croce Azzurra Misericordia di Vallecrosia. "Tutte le sere vi sono associazioni francesi, noi veniamo il martedì sera visto che un’associazione che veniva in questo giorno non può più venire per vari problemi. E’ don Rito che si è messo a disposizione per sostituirla insieme alla sua comunità. Il giovedì adesso c’è un’altra associazione che non riesce a venire e così viene sostituita da un’associazione di Ventimiglia. Tutti i giorni festivi la Caritas è chiusa e così la domenica veniamo a dare il pranzo, verso le 12, e la cena. Verremo anche alla vigilia di Natala, a Natale, a Santo Stefano e a Capodanno sia per il pranzo che per la cena” - fa sapere una volontaria, la signora Piera - “La prima sera abbiamo dato da mangiare a una sessantina di persone. Poi sono diventati settanta e ora sono un centinaio, stanno aumentando. Siamo arrivati a 130 persone. A pranzo oggi, invece, alla Caritas erano 80. Non sappiamo mai il numero preciso perciò prepariamo per cento persone con delle scorte. Le associazioni preparano i pasti nelle loro case, quando è il turno di Ventimiglia invece li prepariamo nel giardino di casa mia che viene attrezzato per l’occasione, mentre delle signore preparano delle torte a casa loro e poi portano i dolci già fatti“.

Una situazione delicata che rischia di peggiorare con l’arrivo dell’inverno e del freddo. “Ci occupiamo di umanità” - commentano i volontari - “E’ una soluzione provvisoria in attesa che le istituzioni facciano qualcosa. Noi facciamo quello che possiamo”.