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Attualità | 17 novembre 2022, 19:06

Sanremo: cessione della 'Porto di Sanremo Srl' alla 'Reuben', Lagorio "Venduto per l'imprevedibilità dei costi e per i ricorsi" (Video)

"Non escludo che ci possano essere altri imprenditori interessati ad una gara che non risulta particolarmente complicato. E che mi aveva affascinato, anche se ora tra Covid e guerra la situazione è decisamente peggiorata”.

Sanremo: cessione della 'Porto di Sanremo Srl' alla 'Reuben', Lagorio "Venduto per l'imprevedibilità dei costi e per i ricorsi" (Video)

La notizia della cessione della ‘Porto di Sanremo Srl’ al gruppo ‘Reuben’ di Portosole ha scosso nelle ultime ore l’economia della città dei fiori, soprattutto in relazione al futuro bando per il restyling del porto vecchio di Sanremo. Questa mattina abbiamo sentito in proposito il Sindaco Alberto Biancheri (QUI), che si è detto molto fiducioso sul futuro dell’operazione e, nel pomeriggio, è stata la volta di Walter Lagorio, patron di UnoEnergy e fondatore della società, ora ceduta alla ‘Reubens’.

A lui abbiamo chiesto i motivi principali di questa decisione: “Sono diversi ma il fondamentale è quello relativo all’imprevedibilità dei costi che continuano a lievitare. Ma, dall’altra parte, anche una sicura situazione legata a ricorsi e questioni legali che, al di là dei costi, avrebbero comportato un ritardo nell’aggiudicazione del bando e la successiva esecuzione delle opere, quantificabile in anni. Purtroppo la procedura amministrativa è complessa e la giustizia amministrativa altrettanto”.

Come si è sviluppato l’accordo: “Ci sono stati almeno due tentativi di accordo e ci siamo confrontati tra imprenditori, senza trovare un’intesa al primo incontro. L’abbiamo trovata adesso perché, da una parte sono stato obbligato a fare delle riflessioni sul tema precedente, senza dimenticare il mercato della nautica e dei posti barca grandi che hanno una flessione (gli yacht di grandi dimensioni sono di proprietà di russi e ucraini). Insieme all’aumento del 30% dei costi (da 45/47 a oltre 70 milioni) siamo arrivati a questa decisione insieme ai soci monegaschi. Non eravamo intenzionati a proseguire questo complesso iter”.

Lei ha parlato dell’aumento dei costi, che in questo momento vale per tutti, e che le ha consigliato di lasciar stare anche per eventuali mancati guadagni. Ma il gruppo ‘Reuben’ o un’altra azienda che vincerà il bando non avrà gli stessi problemi? “Il mio diretto concorrente, ovvero Portosole, aveva un vantaggio dettato dalla struttura esistente e operativa, con costi inferiori ai nostri. Inoltre ha interesse a mantenere e prolungare la concessione dell’approdo privato. Spero che, comunque, la città risponda in termini positivi, perché il porto si farà e non è importante chi lo farà. Oggi ne sono convinto, per loro l’operazione potrà ‘tornare’. Hanno un traguardo a lungo termine ed è il soggetto più indicato per portare avanti l’operazione. Io resto Presidente della società, per testimoniare una continuità di volontà e di programmi”.

Il progetto potrebbe cambiare in futuro dopo l’acquisizione: “Su questo non ci siamo misurati e non faceva parte dell’accordo anche se, chi ci mette i soldi, deve ovviamente avere l’operatività sul progetto. Il tema tunnel non mi compete e nemmeno il momento di transizione. Mi auguro che rimanga il progetto di pubblico interesse ma riguarda la società ‘Ruebens’ e l’Amministrazione comunale”.

Negli ultimi tempi è stato tirato in ballo più volte per varie vicende ma oggi il Sindaco l’ha ringraziata: “Io ho una notorietà che non desidero e non mi appartiene, culturalmente e caratterialmente. Io ho avuto la fortuna di essere parte della creazione di una ottima società, la UnoEnergy, che da ottimi risultati. E’ mia intenzione restituire al territorio che mi ha visto nascere parte dei risultati economici e questo sto facendo. Voglio portare avanti il progetto dell’hotel Europa e dell’ostello nel centro ma vorrei fare ancora un paio di cose. L’ex tribunale l’ho preso legittimamente all’asta e l’ho trasformato in una Rsa ma penso sia meglio oggi che prima”.

Progetti per restituire alla città e al territorio, ma quali sono quelli che ha in mente: “Con l’operazione del porto vecchio porto a casa il risultato che l’iniziativa sarà portata a termine e penso che in un imprenditore ci siano pulsioni per lavorare. Questo è stato un territorio arido di iniziative da circa 30/40 anni, perdendo una classe di imprenditori. Di fatto la provincia ristagna e mi sembra doveroso fare qualcosa”. Secondo lei negli ultimi anni è cambiato qualcosa a Sanremo sul piano imprenditoriale e politico?Io non frequento la politica e ne ho il massimo rispetto, perché risponde a delle logiche diverse dall’impresa. Ho apprezzato il lavoro fatto dal Sindaco, che stimo in quanto imprenditore e perché si barcamena in una situazione complessa della città di Sanremo. I liguri sono complicati e trovo sempre un’aria di scetticismo con la critica e senza proposizione. Noi abbiamo uffici in tutto il territorio nazionale e certe atmosfere si vivono qui e non altrove”.

Ora, al bando per il futuro porto vecchio si presenterà solo il gruppo ‘Reuben’ o ne arriveranno altri? “Da qui a gennaio penso che ci sia un’incognita elevatissima per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Se si fermano i combattimenti, in qualche mese ci sarà una ripresa fortissima dell’economia. Viceversa se la situazione peggiorasse, tutto potrebbe cambiare. Non escludo che ci possano essere altri imprenditori interessati ad una gara che non risulta particolarmente complicato. E che mi aveva affascinato, anche se ora tra Covid e guerra la situazione è decisamente peggiorata”.

Dal punto di vista emotivo come ha vissuto i diversi ricorsi messi in atto durante la sua gestione della ‘Porto di Sanremo Srl’? “Non mi hanno fatto né caldo né freddo. Io non sono un supereroe, ma era scontato. Ne approfitto per ringraziare gli uffici del Comune per il lavoro fatto e devo ringraziarli pubblicamente mentre per i ricorsi lo avevo messo in preventivo. Nulla che ci ha creato particolari ansie, ma solo un po’ di sconforto per aver verificato di persona quanto sia complessa la macchina amministrativa e burocratica. I tempi di giudizio al Tar sono estremamente distanti da quanto il mondo reale richiederebbe. E’ fuori dal tempo ma è la verità, perché le imprese hanno bisogno di risposte diverse”.

Continuerà a dare una mano con le organizzazioni e le sponsorizzazioni della sua azienda? “Anzi, ora sono più obbligato di prima, perché se voglio creare iniziative volte alla ricezione turistica devo continuare. Secondo me Sanremo, prima che perda quello che ha, deve sfruttare il suo brand lavorando all’esterno della provincia. C’è interesse sulla città ma poi dobbiamo soddisfare le curiosità di chi arriva e si chiede il motivo per cui è famosa. Mi piacerebbe di essere d’aiuto e consolidare il marchio della città”.

Spesso ci si chiede cosa trovano gli imprenditori stranieri. Lei che ha avuto a che fare con il gruppo ‘Reuben’, cosa ne pensano? “In parte hanno notato l’invasione di francesi e monegaschi, ma comunque è una città piacevole con buoni ristoranti e negozi e persone accoglienti, forse meglio dei francesi anche se il paese transalpino è più organizzato del nostro. Noi offriamo uno stile di vita che loro ci invidiano. Magari non ci amano ma hanno una forte curiosità nel capire come noi viviamo meglio. Gli inglesi hanno trovato una città con asset importanti, un porto che offre ricoveri per barche grandi a costi inferiori alla Costa Azzurra. Non dimentichiamo il campo e il fatto che la città è a misura d’uomo ed è viva tutto l’anno. Ha caratteristiche uniche in Liguria ed è vicina al Principato di Monaco, con una relativa sicurezza e con buona qualità della vita. Ha un potenziale importante ed è evidente”.

Carlo Alessi

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