Eventi - 05 novembre 2022, 14:48

Coda di capodoglio a Bordighera, inaugurata la targa dell’opera “Dave” dell’artista e scultore Giancarlo Mazzoni (Foto e video)

La cerimonia si è svolta nella zona della rotatoria Bel Sit e poi nel giardino del centro culturale dell’ex chiesa Anglicana

Inaugurata, in mattinata, la targa dell’opera “Dave” coda di capodoglio dell’artista e scultore Giancarlo Mazzoni. La scopertura è avvenuta in via dei Colli, nella zona della rotatoria Bel Sit a Bordighera.

La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, dell’artista e scultore Giancarlo Mazzoni, che ha donato la sua opera alla città, e delle autorità civili e militari, tra le quali il consigliere regionale Veronica Russo, il prefetto Armando Nanei, il questore Giuseppe Peritore e il contrammiraglio Sergio Liardo. L’evento si è concluso con una mostra e un rinfresco nel giardino del centro culturale dell’ex chiesa Anglicana. 

L’opera, che abbellisce la fontana della rotatoria del Bel Sit, rappresenta una coda di capodoglio che emerge dall’acqua. È realizzata in acciaio inox, ha un'altezza di oltre due metri e un peso di oltre 900 kg. "Dalla matita sono passato all'acciaio e ho studiato la dinamica" - racconta l’artista e scultore Giancarlo Mazzoni - "Dave è uno dei capodogli che frequentano il Santuario Pelagos".

La statua, nata da un'idea del consigliere comunale Claudio Gavioli, simboleggia anche il Santuario Pelagos e i cetacei che vivono nel Mediterraneo: "Il Santuario Pelagos è un'area marina protetta istituita da Italia, Francia e Principato di Monaco per tutelare i cetacei del Mediterraneo. In queste acque si avvistano regolarmente anche le maestose balenottere comuni, gli zifii e cinque diverse specie di delfinidi" - fa sapere Sabina Airoldi, responsabile delle ricerche dell'Istituto Tethys nel Santuario Pelagos.

La scultura di Giancarlo Mazzoni, legata al vero, viene dal profondo, un'esperienza più che trentennale non basta a giustificare il suo percorso, una sintesi della sua vita professionale lo ha portato distante dal mondo di fiaba che oggi prepotentemente abita, ma questo distacco, nel tempo, non lo ha mai diviso dalla ricerca della bellezza. La passione per la scultura è una conseguenza della ricerca di un figurativo mai banale. La materia che utilizza è, sicuramente, tra le meno disponibili ad essere plasmata. Il metallo, con i suoi ossidi, crea una patina affascinante che fa vivere allo spettatore emozioni intense. Egli dà il soffio vitale a una materia informe e ingenerata che preesiste a lui dandogli la somiglianza delle sue idee. Le opere di Mazzoni sono il tramite per un altrove, verso un mondo avvolto da un'estetica universale. L'artista propone di vivere un'esperienza che va aldilà della figura, impegnando l'osservatore nell'essenza di un'esperienza estetica che ben ricorda nei più sensibili la sindrome di Stendhal.