Attualità - 02 novembre 2022, 14:55

La cura della nostra salute comincia sempre a tavola.

Con il nostro esperto, il biologo nutrizionista Emanuele Rondina, parliamo dell'alimentazione per la prevenzione del tumore alla mammella.

Foto di Mario Ventimiglia

 

Secondo i recenti dati di Aiom-Airtum, oggi il tumore alla mammella può essere considerato una patologia cronica, maggiormente prevenibile ed anche più curabile. Per un tumore individuato in fase iniziale, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è superiore all'87% (quasi 9 donne su 10) ed è corretto parlare di “guarigione”. Su questi dati incide fortemente l'adozione di un corretto stile di vita unito a una giusta alimentazione per mantenere il corpo in salute. E' apena terminato il mese della prevenzione che ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza di prevenzione e diagnosi precoce oncologica. Ne parliamo con biologo nutrizionista Emanuele Rondina, che collabora con l'Associazione Onconauti di Bologna.

 

 

Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è dedicata spesso al ruolo dell’alimentazione in relazione alle patologie oncologiche, sia nella prevenzione che durante le terapie e per evitare recidive. Quali sono le indicazioni consigliate?

Tra le prime azioni indicate dalle linee guida per la lotta a questo male, troviamo l'acquisizione di un corretto stile di vita basato sulla dieta mediterranea, che prende in considerazione la varietà degli alimenti e un buon quantitativo di verdura, frutta, legumi e carboidrati a basso impatto glicemico (cereali e prodotti con farine integrali). 

E' fondamentale imparare a gestire ritmi alimentari corretti, distribuendo i pasti nei cinque momenti previsti: colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena. Ed è importante limitare l'utilizzo di cibi contenenti grassi saturi, fortemente implicati nella genesi del tumore e delle recidive a causa della loro azione pro infiammatoria. Significa quindi evitare il consumo abituale di carni processate come salsicce, salumi, lardo, strutto, formaggi stagionati.

 

 

Ci sono alcuni alimenti da preferire?

Gli alimenti devono essere in perfetto equilibrio ed è necessario incrementare il più possibile cibi contenenti molecole ad azione antinfiammatoria, ad esempio consumare spesso prodotti ricchi di acidi grassi insaturi, presenti soprattutto nel pesce azzurro e in alcuni vegetali come semi e olio di lino, noci. Da incrementare sono anche i cibi che contengono molecole antiossidanti come la frutta e verdura di colore viola, che contengono grandi quantità di antocianine. Queste molecole riescono a contrastare l’azione negativa dei radicali liberi svolgendo una spiccata azione antinfiammatoria e protettiva.

A titolo di supporto alla prevenzione, è molto utile consumare anche maggiori quantità di crucifere (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavoli, cavolfiori), contenenti una sostanza chiamata indolo-3-carbinolo, capace secondo degli studi in vitro di inibire la crescita delle cellule tumorali. Questi vegetali contengono anche buone quantità di fibre idrosolubili che aiutano a riequilibrare l'equilibrio batterico intestinale, rendendo il sistema immunitario di gran lunga più efficiente.

Dopo le terapie, quali sono le azioni preventive che è consigliato intraprendere?

L'obiettivo del paziente che ha terminato le terapie è il pieno recupero funzionale e il reinserimento nella vita di coppia e lavorativa. Come prima cosa si dovrà mantenere una dieta sana e equilibrata: incrementare il consumo di verdura e frutta e abolire o limitare fortemente i fattori di rischio come fumo, abuso di alcol, sedentarietà, controllando il più possibile gli eccessi alimentari ricchi di grassi insaturi e zuccheri, entrambi implicati nella genesi del tumore e nelle recidive.

 

 

 

 

 

Claudio Porchia