Attualità - 02 novembre 2022, 17:46

In due anni la Caritas ha accolto a Ventimiglia più di duemila persone: “Padri e madri eroi per amore dei propri figli”

“Spesso i minori sono traumatizzati dal viaggio e ancora quest’anno numerosi sono stati i casi di portatori di handicap fisico o mentale, così come i casi di donne vittime di tratta”

Arrivano alla spicciolata durante tutto il giorno alla sede della Caritas Intemelia, ma anche nel tardo pomeriggio, quando il sole cala e l’insicurezza si fa più forte, o li ritroviamo la mattina davanti alla porta (dove a volte hanno passato la notte): sono intere famiglie, spesso provenienti da Paesi che ogni giorno sentiamo nominare al telegiornale: Afghanistan, Iraq, Iran, Kurdistan, Siria, ma anche Eritrea, Costa D'Avorio, Nigeria, Tunisia, Libia e cinque famiglie scappate dall'Ucraina, tanti bambini che dopo aver camminato per mesi lungo la rotta balcanica ritrovano finalmente un luogo sicuro, amico. Insegnanti, artigiani, interpreti o commercianti, in ogni piccolo racconto la necessità di poter ritrovare la dignità di “vivere” nuovamente una vita normale, non essere più identificati come "profughi", "migranti" ma ritornare semplicemente ad essere donne, uomini e bambini”.

Sono le parole con le quali la Caritas di Ventimiglia stila il bilancio dell'accoglienza negli ultimi due anni quando nella città di confine sono state prese in carico più di duemila persone.

E c'è chi ha affrontato la traversata del Mediterraneo, le violenze dei centri di detenzione libici, scappando da crisi politiche, emergenze economiche e climatiche e ha come unico desiderio di ritrovarsi nella propria comunità in Francia, Belgio, Germania, Regno Unito o Scandinavia - proseguono dall'associazione - spesso i minori sono traumatizzati dal viaggio e ancora quest’anno numerosi sono stati i casi di portatori di handicap fisico o mentale, così come i casi di donne vittime di tratta. Padri e madri di famiglie specchio di una normalità perduta: il parrucchiere iracheno che spera in un contratto in Germania, il camionista kurdo che vuole riconvertire al più presto la sua patente perché sa che in Europa c'è richiesta di persone che sappiano guidare mezzi pesanti, l'impresario edile libanese che è riuscito a raccogliere gli ultimi risparmi prima che le banche chiudessero gli sportelli, le giovani iraniane che si augurano di poter riprendere l'università; il meccanico afghano che mostra le foto della sua officina; nigeriani studenti in medicina in Ucraina che con mogli e figli si ritrovano in mezzo al ciclone dell'inizio guerra; bambini che disegnano bombe che cadono sulle loro case e altri che si contendono un paio di vecchie scarpe perché sanno che le dovranno indossare ancora per molte ore di impervio cammino”.

Mille profili che ogni giorno passano silenziosi, stanchi e ignorati dagli sguardi dei più tra le strade di Ventimiglia, e non solo - aggiungono - il 2 novembre 2020 Caritas Intemelia, Diaconia Valdese e WeWorld hanno aperto a Ventimiglia una casa (messa a disposizione dalla Diocesi di Ventimiglia-San Remo) per famiglie e donne sole in transito, dando ospitalità in questi due anni a più di 2.000 persone migranti in viaggio verso altri paesi europei (oltre a quelle accolte in emergenza presso la Parrocchia di San Nicola dal 20 luglio al 9 settembre 2020 ed a mamme e bambini ospitati in caso di necessità per la notte dalla Parrocchia di Sant'Agostino). Il progetto di accoglienza è sostenuto unicamente da donazioni e sovvenzioni private (tra queste quella di ACRI-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa con il progetto D(i)ritti al confine, che vede coinvolto anche il Danish Refugee Council Italia) e risorse interne. In due anni hanno beneficiato di questa accoglienza 787 nuclei, per un totale di 2.278 persone, nuclei familiari in fuga da 37 paesi diversi. La maggior parte di essi sono donne, bambini (il più piccolo dei quali di soli dieci giorni di vita) e adolescenti. Il 62% delle persone era originario dell'Africa sub-sahariana (soprattutto da Eritrea, Costa d'Avorio, Nigeria, Guinea ed Etiopia) arrivate dalla rotta mediterranea, o già nel nostro paese ma uscite dal sistema di accoglienza italiano, oppure “dublinate” da altri paesi UE; il 12% proveniente dai Paesi del Nord Africa (Tunisia e Libia); il 24% dal Medio Oriente (principalmente da Afghanistan, Siria, Iran e Iraq/Kurdistan) seguendo la rotta balcanica o quella del Mediterraneo orientale, il 2% da Centro-Sud America ed Europa. La Francia è la meta di arrivo preferita per coloro che provengono da paesi francofoni, mentre per gli altri le destinazioni rimangono Germania, Gran Bretagna o Nord Europa. Un ringraziamento particolare va ai volontari che, con impegno e sensibilità, collaborano alla gestione del servizio di accoglienza offrendo a queste persone qualche momento del loro tempo. Visto il passaggio costante di famiglie siamo alla ricerca di nuovi volontari che volessero dedicare un paio di ore alla settimana a questo prezioso servizio. Presso la sede della Caritas Intemelia, oltre ai servizi che da anni sono rivolti all’aiuto delle persone residenti, vi sono quelli per le persone migranti che possono ricevere (dal lunedì al sabato mattina) la colazione/pranzo ed un cambio vestiario, usufruire di un primo supporto medico grazie ad operatori sanitari volontari ed alla collaborazione di Medici del Mondo, ricevere consulenza presso lo sportello legale (OdV Caritas Intemelia, Diaconia Valdese, WeWorld); famiglie e minori soli non accompagnati possono accedere ad una zona di ascolto/gioco (gestita da Caritas Intemelia in collaborazione con Save the Children) dal lunedì alla domenica sia la mattina che il pomeriggio. Diaconia Valdese e WeWorld sono inoltre impegnate in attività di monitoraggio e informazione sul territorio”.

Redazione