Attualità - 31 ottobre 2022, 07:11

Nell'Imperiese nessuna criticità per l'accesso all'aborto. Bracco (Asl1): "Il trend è in calo, al lavoro per aumentare la 'risposta' nei consultori"

Nell'anno in corso 68 le Ivg chirurgiche e 81 le farmacologiche. Al reparto di ginecologica su 6 medici, 3 sono obiettori di coscienza: "Pur con poco personale assolviamo i nostri compiti nei termini di legge

“Il reparto ha sempre funzionato bene e anche sul fronte dell’interruzione volontaria di gravidanza non si registrano problematiche né attuali né in sospeso”: cosi al nostro giornale il dottor Pierluigi Bracco, direttore della struttura complessa di ostetrica e ginecologia dell’Asl 1 imperiese.

A differenza di diverse realtà nazionali dove ancora si registrano molte difficoltà ad abortire, nella nostra provincia – al pari del trend positivo registrato in Liguria – le donne che decidono di compiere questa scelta, che è per tutte nessuna esclusa molto dolore sotto diversi profili, psicologici e sanitari, vengono assiste a 360°. Il reparto di ostetricia e ginecologia non ha mai smesso di operare e assistere le pazienti anche durante il lockdown, anche durante i periodi più bui della pandemia.

Ora come nei mesi scorsi non vi è stato alcun cambiamento nell'applicazione della legge 194. “Pur con pochi medici, dice il primario, assolviamo i nostri compiti nei termini di legge. In tutto in reparto ci sono sei medici e di questi 3 sono obiettori di coscienza e anche con questi numeri le donne che hanno deciso di abortire trovano in noi un risposta alla loro istanza”.

Guardando i dati a livello italiano quelli relativi all’interruzione di gravidanza “attestano che il trend è in discesa. L’unico dato in controtendenza si è avuto nel 2021 dove vi stato un leggero aumento, ma già quest’anno si è registrato nuovamente il calo”.

Numeri alla mano nel 2016 le donne che hanno abortito in provincia di Imperia sono state 317, 321 nel 2018, 330 nel 2019, 265 nel 2020 e poi 316 nel 2021 – ossia il picco di risalita- e nel 2022, sino al settembre scorso, sono state 149. Sempre rispetto a questi dati occorre differenziare tra interruzione di gravidanza farmacologica e chirurgica. Nel 2016 sono state 64 donne ad aver optato per la terapia farmacologia, 65 nel 2017, 82 nel 2018 e nel 2019, 87 nel 2020 e 211 nel 2021 mentre, sempre in quest'anno, l’approccio chirurgico è stato scelto da 106 pazienti. Guardando all’anno in corso 81 sono state le Ivg con metodo farmacologico e 68 quelle chirurgiche.

“L’approccio farmacologico supera quindi, spiega il dottor Bracco, quello chirurgico e ciò attesta come si tratti di un circolo virtuoso in quanto l’attività consultoriale è ben gestita e la richiesta di ivg è intercettata in tempi rapidi; anche la normativa italiana si è adeguata alle evidenze scientifiche: negli anni  si è spostato termine a 9 settimane e 0 giorni, prima era ferma a 7 settimane. Questo è un termine, prosegue, che serve alle donne in quanto solitamente alla quinta settimana si scopre di essere in gravidanza. In precedenza in una decina di giorni si doveva decidere; estendendolo a 9 settimanale vi è un margine di scelta e di intervento più ampio”.

Non si può attestare con certezza quale sia l’elemento che porta ogni singola donna ad optare per l’intervento chirurgico o per l’assunzione della terapia farmacologica. Per tutte è certamente una scelta dolorosa ed intima verso la quale nessuno può esprimere giudizi. A volte viene scelto l’intervento, spiega Bracco, per le condizioni di fragilità che si vivono in quel momento perché è più ‘semplice’ dal punto di vista psicologico in quanto è una pratica meno ‘vissuta’ in quanto quella farmacologica ha un impatto più importante e maggiore dal punto di vista psicologico. Noi cerchiamo di implementare le ivg farmacologiche pesando correttamente le fragilità e le situazioni complesse poiché vi è un basso rischio di complicanze, ma vi è sempre il rispetto delle fragilità e delle condizioni di ognuno. Il nostro rapporto col territorio quindi resta virtuoso adesso infatti siamo al lavoro affinché l’approccio farmacologico possa essere espletato anche nei consultori e quindi non solo in ambito ospedaliero”.

Angela Panzera