“Abbiamo appreso la notizia del progetto di restyling di via Grossi Bianchi, in frazione Poggio a Sanremo. Il progetto, secondo l'articolo prevede l'abbattimento delle specie di pino presenti, ripavimentazione e piantumazione di dieci esemplari di Bagolato”.
Interviene in questo modo il comitato spontaneo per la tutela del paesaggio degli alberi del territorio. “L’albero cresce lentamente – prosegue - ed è detto anche ‘albero spaccasassi’, per cui oltre che attendere anni i benefici che ora otteniamo con in pini già in loco, ci ritroveremo con ancora più problemi considerando anche lo stravolgimento del paesaggio attuale, i pini in questione si trovano in zona di bellezza d'insieme, per cui vincolata. Esistono metodi per conservare le piante e rifare il selciato, basta rivolgersi a seri esperti che sono in grado di progettare preservando l'esistente, cosa che dovrebbe essere sempre fatta in qualunque progetto, pubblico e privato”.
“Secondo il regolamento del verde del Comune di Sanremo ‘attribuire una generale priorità alla salvaguardia del verde rispetto ad altri interventi… in particolare nel corso della realizzazione di opere e/o lavori edili effettuati sia da soggetti pubblici che privati (nuove costruzioni, opere di urbanizzazione, interventi manutentivi a fabbricati, infrastrutture cittadine, reti tecnologiche ivi compresi i lavori di interramento di linee per le telecomunicazioni ed altre utenze)’. Non sembra che questo progetto rispetti il regolamento”.
“Come citato dall'agronomo naturalista Giovanni Morelli a Conalpa ‘A un Comune o a un privato cittadino possiamo ancora consigliare di piantare pini mediterranei in un parco, in un giardino o lungo le vie cittadine?’ A mio parere, non solo possiamo, ma dobbiamo consigliarli. I Pini sono alberi affascinanti, complessi, versatili ed affidabili. Possono vivere in suoli nei quali altre specie non potrebbero mai sopravvivere. Non richiedono potature o altri interventi arboricolturali, sono anzi maestri dell’autodeterminazione. Dobbiamo solo lasciarli fare”.
“Siamo certi che vogliate rivedere l'intero progetto – termina il Pat - a tutela del paesaggio, delle piante e conseguentemente evitare un danno irreparabile all'intera collettività”.