“È luogo comune dire: ‘al peggio non c’è mai fine’. Ventimiglia (città dell’estremo ponente ligure e di frontiera), n’è l’esempio più lampante. Una città degradata, senza un’identità, senza prospettive, in un profondo declino sociale, economico, politico e culturale aggravato inoltre, (secondo gli ultimi dati) dalla più alta percentuale dell’intera provincia, di abbandono scolastico e della disoccupazione giovanile”.
Ad affermarlo è l’AFI (Associazione Frontalieri Intemeli) che continua: “Per l’ennesima volta i cittadini, hanno subito l’affronto di veder decadere un’amministrazione (sempre di centro/destra), prima della scadenza naturale. La politica locale, ha dimostrato la propria incapacità di assolvere ai compiti che una parte dei ventimigliesi fiduciosi, avevano posto in loro. Il fallimento di una maggioranza, in un momento così delicato per la nostra comunità, ha accentuato ancor più, i disagi e lo stato di abbandono.
Tra le tante questioni in cui la città si dibatte e si deve confrontare, due sono le vere emergenze, che nell’immediato hanno un impatto devastante su noi cittadini: il decoro e la nettezza urbana, il flusso migratorio fuori controllo.
La nettezza urbana:
dal 1° maggio c.a. l’appalto per i 18 comuni, del comprensorio Intemelio (il comune di Ventimiglia è capo fila), per la raccolta e smaltimento della nettezza urbana, è stato assegnato alla Teknoservice. "Mai a nostra memoria Ventimiglia, è scesa così in basso per quanto riguarda l’igiene, la pulizia ed il decoro in generale. Le cosiddette isole ecologiche, sono delle mini discariche maleodoranti, i cassonetti (è un eufemismo scrivere cassonetti), sono dei semplici rottami puzzolenti, dove la fuoriuscita dei liquami della spazzatura, ammorbano l’aria di odori fetidi, del circondario. Gli attuali bidoni della cosiddetta differenziata, sono quasi sempre inaccessibili per il lordume accumulato tutto intorno ed inoltre, vengono svuotati occasionalmente. Il lavaggio dei marciapiedi dal 1° maggio, quasi mai stato effettuato, sono unti grassi ed appiccicosi, l’unica nostra speranza, la riponiamo, nelle prossime piogge autunnali. I cumuli di rifiuti sono un tutt’uno lungo i bordi dei marciapiedi e strade, di tutta la città. In molte zone del territorio comunale, non viene più effettuato lo spazzamento, la pulizia viene eseguita con degli aggeggi ad aria, sistemi, usati principalmente in parchi e giardini, non certo in quartieri densamente popolati, sollevano polveri tra i palazzi, sono igienicamente dannosi per le persone, con dei risultati per la pulizia veramente deprecabili anzi, quasi nulli. In città il green è di prammatica, ai bordi di strade e marciapiedi in alcune zone anche del centro città, l’erba continua a proliferare (sicuramente Ventimiglia, sarà assegnato il premio per una città sempre più verde). Ad onore del vero, non possiamo esimerci dal denunciare, una buona percentuale di nostri concittadini, che ignorano cosa sia il senso civico, la buona educazione, cosa voglia dire vivere in una comunità. Costoro sono ‘persone’, che lascino i sacchetti della spazzatura, agli angoli di stradine poco frequentate, nei cestini portarifiuti con posacenere che dovrebbero servire anche come arredo urbano ed inoltre, sono gli stessi, che passeggiando cono i loro amici animali, non raccolgono i loro bisogni, contribuendo in modo eclatante al lordume della città. Ultima ora: comunicato della Teknoservice: l’inizio della raccolta differenziata porta a porta, che doveva partire dal 1° settembre, è stata rinviata al 1° novembre. Molto probabilmente, questo ennesimo rinvio, sicuramente farà l’oggetto di ulteriori aumenti, per gli utenti. Premetto, non conosco i termini dell’appalto per la raccolta e smaltimento della nettezza urbana, desidero fare una domanda elementare: se i termini di un contratto in diversi punti non vengono rispettati (visto lo stato in cui versa la città), il contraente può impugnare il contratto e far pagare delle penali alla ditta appaltatrice, per palese inadempienza?"
Migranti:
Credo sia acclarato dalla maggioranza dei ventimigliesi, che la gestione del flusso migratorio nella nostra città a questo punto, non sia più sostenibile. È indecente, indecoroso, ignobile, deprecabile, immorale e umanamente deplorevole, lasciare in uno stato di completo abbandono centinaia di persone, che vivono sulle rive del fiume Roia, in prossimità di sottopassi, ponti e cavalcavia, senza un minimo di assistenza (il grandissimo sforzo di alcune associazioni non è più sufficiente), in un contesto igienico sanitario inaccettabile con possibili rischi di malattie ed epidemie. Questo vivere, in circostanze di completo abbandono anche socialmente, rischia di creare grande tensione per la sicurezza e l’ordine pubblico tra migranti, come purtroppo le ultime note di cronaca hanno riportato. L’apertura di un campo, è necessaria ed indispensabile, coloro che hanno osteggiato e continuano a farlo, stanno aggravando sempre più la situazione economica, la tenuta sociale e stanno mettendo a repentaglio la sicurezza, della nostra città. Le autorità preposte a tutti i livelli, non possono e non devono più ignorare questa situazione, devono essere consapevoli della gravità del momento soprattutto, alla luce della difficilissima situazione economica, con un’inflazione che continua ad aumentare, i costi energetici fuori controllo, che impoveriscono sempre più le famiglie, in un contesto cittadino dove le problematiche economiche sociale erano già abbastanza allarmanti, molto prima di questo tsunami economico, attuale".
"Le disuguaglianze, che si manifestano sempre più nella nostra città – concludono dall’AFI -, sono segnali inequivocabili di un decadimento politico, sociale, culturale ed ambientale, che rischia sempre più, di aumentare il disagio di alcuni ceti sociali con concreti rischi, per la sicurezza e l’ordine pubblico”.