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Attualità | 17 settembre 2022, 07:21

Pigna, "Non mi sono rifiutato di vendere il prosciutto per il gatto randagio": la versione del gestore dell'alimentare

"Ho solo chiesto di non dare da mangiare al gatto nella zona del dehor del bistrò e soprattutto nell’alimentare perché se entrava era un problema di igiene e non volevo avere problemi con la clientela o con l’Asl"

Pigna, "Non mi sono rifiutato di vendere il prosciutto per il gatto randagio": la versione del gestore dell'alimentare

Voglio spiegare in modo trasparente cosa è successo, la vera versione della vicenda, che può essere confermata anche da dei testimoni che erano presenti quel giorno“ - dichiara il gestore dell’alimentare di Pigna accusato di essersi rifiutato di dare del prosciutto ad una signora che voleva darlo ad un gatto randagio facendo, di conseguenza, scoppiare una polemica sui social - “Sono rimasto un po’ sorpreso dalla reazione di questa signora e soprattutto dal suo modo di parlare. Non volevo fare nessuna polemica o azione a riguardo, anche perché non mi interessa, ma visto tutto quello che ha scatenato con il post, ora mi riservo la possibilità di fare causa e denuncia per cattiveria, calunnia, diffamazione e pubblicità negativa volontaria alla mia attività, anche perché, come ho già detto al sindaco, da quando è uscito questo post su Facebook fino ad oggi ho già notato un crollo di attività nell’alimentare e questo non mi va bene”.

“Non ho potuto rispondere prima perché sono stato molto impegnato. Non sono su internet perché conosco i rischi della rete e dei social, che non hanno limiti, però mi sono reso conto che sono obbligato a rispondere perché più di 750 persone hanno visto e commentato il post che mi riguarda senza sapere quello che è successo davvero ma si sono basati solo sulla parola di una persona. Non giudico le persone che hanno scritto però devono fare attenzione a quello che scrivono. Ho 57 anni e ho sempre rispettato la gente ma se la gente non mi rispetta allora sarò costretto a provvedere per vie legali e poi vediamo” – dice il signor Jean-François Bartoli che racconta – “La scorsa settimana una signora è entrata nell’alimentare e ha chiesto se avevamo, da vendere, prodotti alimentari per animali, ma ho risposto: ‘Mi dispiace signora non ce l’abbiamo’ e le ho indicato che forse, visto che non ero sicuro, l’altro alimentare all’inizio del paese poteva averli e lei mi ha risposto ‘va bene ma è troppo lontano, allora vorrei del prosciutto’. Le ho chiesto se voleva prosciutto crudo o cotto e poi ho preso il prosciutto richiesto con l’intenzione di preparare delle fette però suo marito mi ha chiesto una scatola e così ho chiesto che tipo di scatola voleva. La signora mi ha detto ‘c’è un gatto fuori malato e gli vogliamo dare da mangiare’. Allora a quel punto mi sono fermato e ho detto ‘signora non c’è problema, però, vi chiedo di non dare da mangiare al gatto nella zona del dehor del bistrò che ho, perché facciamo anche ristorazione, e soprattutto nell’alimentare perché se entra è un problema di igiene e non voglio avere problemi con la clientela o con l’Asl’ e ho spiegato la storia del gatto, che il vecchio gestore, anche se non era di sua proprietà, gli dava sempre da mangiare ed era stato abituato a venire qua ma che io non mi potevo permettere che un gatto pieno di malattie girasse liberamente nel locale. Il gatto ha un cancro, ho parlato con la persona che aveva questo locale prima e mi ha detto che l’animale ha un cancro e che l’hanno curato spendendo più di 800 euro però il veterinario aveva spiegato che era inutile perché ogni due anni il cancro sarebbe tornato visto che purtroppo ha una malattia che non si può curare. Alla fine la signora si è arrabbiata e, con fare sgarbato, mi ha detto ‘allora me lo vende sto prosciutto o non me lo vende’ e così ho risposto ‘signora, se comincia a prenderla così e a fare così allora forse è meglio se va a prendere il prosciutto da un’altra parte’. Non mi sono rifiutato di venderlo però lei mi ha minacciato di andare su Facebook e di massacrarci ma io ho lasciato perdere. I clienti che erano presenti si sono stupiti del modo di parlare di questa persona e mi hanno pure detto ‘noi siamo qui se dovesse succedere un problema’ ma io ho lasciato andare perché avevo altre cose da fare e non volevo fare polemiche. Non ho risposto neanche sui social perché personalmente non ci sono, visto che non mi interessa esserci perché quando ho voglia di uscire chiamo direttamente gli amici e perciò non ho bisogno di usare i social”.

“Ho lasciato il mio lavoro da direttore generale di aziende per motivi personali per venire a cercare e sfruttare una certa economia circolare in questo paese che sta morendo e inoltre ho anche ‘da gestire’ la presidenza della ‘Alliance degli attori economici del paese di Pigna’, anche se non è ancora registrata, per cercare di sfruttare questo paese” - aggiunge il gestore - “Dopodiché ho scoperto per caso da un amico, che ha un’attività in zona, l’avviso negativo che aveva mandato su internet, sia su Facebook che sul sito. Una persona che non si è mai presentata in questo negozio ci ha messo una stella su Google e così ho cercato di far cancellare questa recensione spiegando che questa persona non era mai venuta e che era una pubblicità negativa. In seguito sono usciti tutti quei commenti su Facebook dopo il primo post scritto da questa signora che si è presentata da noi“.

“Questa persona si è permessa di dire che odio gli animali, anche se ho due cani e ho avuto anche gatti, giudicandomi senza conoscermi. Ho tanti amici che vengono nel bistrò con i loro animali, cani e gatti, ma non entrano perché è proibito entrare nel locale con gli animali, anche se non c’è scritto, e le persone si sono sempre comportate nel modo giusto” - conclude - “Mi faccio una domanda, se questa persona si sente protettrice degli animali come mai non si è presa l’incarico di questo gatto, perché non l’ha portato da un veterinario o non se l’è portato a casa per curarlo? Pensava di aiutare il gatto solo con 100 grammi di prosciutto? Il gatto viene sfamato giornalmente da due persone quindi non aveva bisogno di cibo. Quello che ha detto la signora fa male a me e al paese, ha detto quelle cose senza pensare alle conseguenze. E’ facile giudicare una persona che non si conosce, se secondo lei mi ero rifiutato di vendere poteva benissimo chiamare i carabinieri perché per legge non si può rifiutare di vendere qualcosa ma io non mi sono rifiutato di vendere il prosciutto. Il mio mestiere è quello di vendere dei prodotti freschi, di stagione e di qualità alla gente che ha intenzione si comprare e soprattutto di essere in regola con l’Asl, la guardia di finanza e tutti gli enti che mi obbligano di essere in regola, perciò non mi posso permettere di far entrare un animale nel negozio col rischio di andare in galera e di chiudere il locale. Potevo accettare una critica ma non accetto che si dica il falso”. 

Elisa Colli

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