Pochi sanno che la Resistenza armata italiana ha avuto inizio la sera dell’8 settembre alla stazione centrale di Nizza. Il proclama dell’armistizio viene diffuso dalla radio alle 19,42.
Tra i militari italiani, la gioia è generale: ‘La guerra è finita!’, ‘Tutti a casa!’. I soldati del ‘Comando Militare di Stazione’ manifestano l’intenzione di partire per l’Italia. Il loro comandante, il sottotenente Salvatore Bono, racconta: “Verso le 20,30, dovetti intervenire per convincerli che occorreva continuare a controllare lo snodo vitale nel quale prestavamo servizio ed ordinai l’armamento completo e lo stato d’allarme”.
Si armano di tutto punto ed attendono i tedeschi che arrivano puntualmente verso le 22. La battaglia è impari dato che i tedeschi sono una settantina e gli italiani solo dieci. Bono perde il braccio destro, l’occhio sinistro e parte della mascella. Un ufficiale tedesco, vedendolo l’indomani all’ospedale Saint-Roch, affermerà: “Quest’uomo ha salvato l’onore di un esercito allo sbando!”.
Bono riceverà la medaglia d’oro al valor militare, nel 1949, ancora vivente (cosa rarissima) e successivamente sarà assunto presso il Consolato di Nizza dove presterà servizio fino al pensionamento, negli anni 1970. Il governo italiano ha recentemente chiesto al sindaco di Nizza di porre una lapide alla stazione in ricordo di Bono e dei suoi uomini.
Giovedì alle 11, in occasione dell’anniversario dell’evento, Salvatore Bono sarà ricordato nei luoghi dei fatti dall’ANPI nizzarda. Parleranno J-L Panicacci, storico della seconda guerra mondiale, e Enzo Barnabà, storico siculo-intemelio.