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Attualità | 02 settembre 2022, 09:37

Arriva l'autunno e anche nella nostra provincia il costo del pellet vola alle stelle: la preoccupazione nell'entroterra

Le case di campagna e di montagna da tempo usavano il pellet per il riscaldamento e alcune anche per l'acqua calda. Prezzi quasi triplicati in 12 mesi.

Arriva l'autunno e anche nella nostra provincia il costo del pellet vola alle stelle: la preoccupazione nell'entroterra

Che l’aumento dei costi per l’energia e il riscaldamento a livello globale sia una pura speculazione è sotto gli occhi di tutti. E questo colpisce tutti, dalla piccola e grande distribuzione fino ad arrivare (soprattutto) all’utente finale.

La guerra in Ucraina è stato il palliativo per aumentare i prezzi, in particolare della benzina che, a cascata, hanno provocato i rincari che sono sotto gli occhi di tutti e che spaventano per i prossimi mesi. La benzina ha subito aumenti fino al 30% rispetto a quell’1,4/1,5 euro dei mesi antecedenti il conflitto russo-ucraino, per attestarsi ora al 20% circa di rincari.

Ovvie, quindi, le risalite dei prezzi visto che la merce si muove utilizzando mezzi di locomozione. Ma, se la matematica non è un’opinione, dovrebbero aumentare del 20, massimo del 25%. E invece no. Siamo di fronte a rincari che arrivano al 400% in taluni casi. Sulla riviera di ponente gli alberghi e le aziende in genere sono molto preoccupati per l’autunno e per l’inverno, chiedendo un serio intervento alla parte politica regionale e nazionale.

Sulla costa il riscaldamento che tra alcuni mesi sarà acceso viene prodotto principalmente con il gas e i ‘chiari di luna’ che arrivano dall’Est europeo non garantiscono nulla di buono. Nell’entroterra, però, c’è anche chi scalda da tanti anni con il pellet, utilizzando stufe ad aria o anche altre che producono riscaldamento per termosifoni e acqua calda, a costi che, fino allo scorso anno erano molto accessibili.

Il pellet si vende a sacchi e, fino a marzo scorso, quando si comprava un prodotto di alta qualità si poteva arrivare a 6,5 euro a sacco ma si trovavano prodotti buoni anche tra i 4,5 e i 5 euro. C’era anche chi, consorziandosi, riusciva a spuntare prezzi più bassi facendo arrivare carichi importanti.

La situazione di quest’anno (la stagione dell’acquisto solitamente iniziava a maggio-giugno) è drammatica anche nella nostra provincia. I prezzi sono volati alle stelle: a luglio si trovava qualche sacco di pellet a 8 euro ma ora si sta arrivando a oltre 10. I commercianti hanno fermato da tempo le prenotazioni, visto che il prodotto arriva a singhiozzo e c’è il timore di trovare un sacco anche a 13/14 euro.

Una follia di chiaro stampo speculativo. C’è chi sostiene che il pellet austriaco non viene fatto uscire dal paese e, quindi, questo fa aumentare i prezzi. Ma la situazione è veramente grave, perché molte case di campagna e di montagna usano il pellet per scaldare e i residenti sono preoccupati. Dopo il gran caldo estivo spaventa il freddo in arrivo e, a queste cifre, chi scalda col pellet rischia di battere i denti.

Carlo Alessi

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