"Raiuno, Due, Tre e Rainews 24. Questa è la scarna lista dei canali disponibili a Pigna, Buggio e Castelvittorio per chi ha un impianto tradizionale di ricezione dei segnali televisivi. Il minimo sindacale. E gli altri? Il modem da 50 euro acquistato dopo il passaggio in HD dei canali nazionali, non li riceve e basta. Altro che switch-off e passaggio guidato dalle vecchie alle nuove frequenze per cogliere tutti i benefici della cosiddetta Alta Definizione a costi accessibili. Altro che innovazione tecnologica a livello nazionale e, chissà, internazionale. Altro che accesso a nuovi e più interessanti trasmissioni di informazione e intrattenimento".
Sono queste le parole di Angelo Verrando, che evidenzia i gravi problemi di ricezione della tv nei piccoli centri dell'alta Val Nervia dove, per chi non può spendere tra i 350 e i 500 euro per un impianto satellitare, l’isolamento è servito in stile HD datato 2022. Alla faccia della pluralità dell’informazione, del diritto alla scelta dell’intrattenimento, e a quello della possibilità di accesso alla cultura via etere. Qui, in fatto di programmi tv, le lancette dell’orologio sembrano tornate indietro di cinquant’anni. Impensabile. Un problema ignorato, volutamente o no, dalla stessa politica provinciale e regionale da circa un anno che non è nemmeno al corrente di quanti piccoli comuni montani liguri siano in queste condizioni. Dai palazzi del potere un silenzio assordante. Di certo arrivano solo voci di una settantina di centri dell’Appennino tosco-emiliano in lotta, al momento senza esiti, per ottenere i programmi televisivi in chiaro versione digitale, così come si ricevevano con il sistema analogico. Là si sarebbero mossi parlamentari regionali e nazionali. Niente. Ma non è certo una consolazione per chi vive nell’entroterra di Ventimiglia. Sulla questione, locale e regionale, finora c’è da registrare anche un inquietante disinteresse da parte dei mezzi di comunicazione.
Pensionati al minimo, anziani soli, poveri in genere dell’alta Val Nervia chiedono soltanto parità di trattamento rispetto agli utenti della costa. Invano. Malumori e proteste si sprecano. C’è chi vuole disdire l’abbonamento, anche se si tratta di una tassa di possesso di un apparecchio tv e, quindi, si rischia l’evasione fiscale. C’è chi ha inviato mail di fuoco al ministero dello Sviluppo economico, ottenendo risposte evasive, insufficienti. Altri ancora, si sono rivolti ai loro sindaci, i quali si sono impegnati a sollecitare i network Rai, Mediaset e altri come La7 ammiraglia del gruppo Urbano Cairo, per tentare di far ripristinare i loro segnali, ma finora non è successo nulla.
I problemi da risolvere sono di diverso tipo. Primo nodo burocratico venuto al pettine è quello annoso delle concessioni delle frequenze, sottovalutato da molte amministrazioni comunali locali e ora scadute. Basta rinnovarle con opportuni passi burocratici e investimenti, si dirà. Niente da fare: le asfittiche casse dei Comuni non sono in grado di spendere in questo settore soprattutto perché si dovrebbero rifare completamente gli impianti per la ripetizione del segnale tv, vecchi di trent’anni per evitare di interferire con i segnali del telefono e pure per l’imminente arrivo della rete 5G.
Già con questo, la distanza dal ripetitore di Dolceacqua a quello sopra Pigna (una decina di chilometri scarsi in linea d’aria) diventa siderale. Poi, sullo sfondo c’è lo sconcertante disinteresse di tutte le emittenti a coprire minuscole porzioni di territorio come questa, forse economicamente poco interessanti per il loro mercato pubblicitario. Ancora, il silenzio della politica provinciale e regionale, sempre pronta a parlare di salvaguardia delle popolazioni rurali e montane, di presenza 'eroica' nelle nostre campagne, di tutela dei più fragili. Ma quando è il momento di passare dalle parole ai fatti, ecco cosa succede.
Gli abitanti di Pigna con la frazione Buggio e Castelvittorio hanno già verificato sulla pelle cosa significhi il completo isolamento nello scorso febbraio, quando un fulmine centrò il palo del ripetitore tv che capta pure quello dei telefoni cellulari e il collegamento dati wi-fi. Un black-out totale per diversi giorni: niente segnale telefonico, nessuna possibilità di trasmissione o ricezione di messaggi e, naturalmente nessuna ricezione tv dalla nascente televisione digitale. Un incubo, oltre che un grave disservizio. Ma ora, il perdurare dei segnali tv ridotti sta facendo inviperire molti.
Altri, rassegnati, hanno preferito installare parabole per la ricezione del segnale dallo spazio e per il collegamento privato wi-fi. Spendendo ciascuno tra i 350 e i 500 euro. Cifre non accessibili a tutti. Con diversi tecnici in arrivo dalla costa tutti impegnati a fare buoni affari, proprio grazie alle manchevolezze dei più.
Una situazione paradossale, oltre che molto seria. Ma non è finita. Il sindaco di Pigna Roberto Trutalli non si sottrae alla questione e si dice in prima linea per cercare di risolvere il problema che, al momento, tuttavia, rimane tale: “Comprendo il grave disagio dei compaesani – dice allargando le braccia - ma ho veramente fatto di tutto per ovviare a questa situazione. Ho chiesto l’intervento di un vice ministro, ho preso contatti con la Regione, ho chiesto aiuto alle diverse emittenti, ma al momento ho ricevuto solo dinieghi. Ho chiamato diverse volte anche Mediaset ma nulla di nulla”.
Al momento il problema riguarda gli impianti del monte Vetta, da dove si ricevono i canali del digitale terrestre a Pigna. Il motivo risiede nella mancanza di aggiornamento dei ripetitori: in relazione alle indagini Istat la zona è stata considerata di scarso interesse per le televisioni commerciali. "Mi hanno detto - prosegue Trutalli - che non fanno investimenti e, quindi, è rimasto solo il trasmettitore della Rai. Abbiamo contattato il Ministero e ora, che arriverà l'inverno con il buio che si presenta molto presto durante il pomeriggio, con i cittadini (molti anziani) che non hanno gli stessi canali delle altre zone. E anche installare le antenne satellitari (per ricevere TvSat), oltre al costo elevato, provoca gravi danni estetici, soprattutto nel centro storico".
Questo è ciò che è stato fatto senza risultati. Ora cosa si può ancora fare? “Sono sfiduciato. Per decenni le amministrazioni comunali che hanno preceduto la mia si sono disinteressate del problema delle concessioni delle frequenze e pure delle condizioni del nostro ripetitore di riferimento. Ora i problemi sono esplosi tutti assieme ed è impossibile affrontarli e risolverli, anche se ho fatto tutti i tentativi necessari. A me non è rimasto che predisporre l’allaccio alla fibra per eventuali collegamenti con la rete delle pay-tv che dovrebbe arrivare a breve”.
Sindaco, non è che la cura sia peggio del male? Al momento la fibra ottica è collegata fino a Isolabona, e la pay-tv sarà comunque un costo per chi ne usufruirà. Tempi tecnici da sopportare e denaro da sborsare per gli utenti non appaiono grandi soluzioni: “Sciuscià e sciurbì, soffiare e sorbire non si può – risponde Trutalli – il segnale HD non si riceve e, probabilmente non si riceverà più. Tutti debbono essere consapevoli che con le nuove frequenze le cose sono cambiate radicalmente e che il nostro Comune ha facoltà di spesa molto limitate. Gli investimenti necessari vanno ben oltre le nostre possibilità e abbiamo le mani legate”.