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Eventi | 26 agosto 2022, 12:30

La sanremese Laura Guglielmi presenta il suo libro a Perinaldo e al ‘Bordighera Book festival’: “Peccato non presentarlo nella mia città”

Abbiamo intervistato l'autrice del libro 'Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde" a poche ore dalla presentazione

La sanremese Laura Guglielmi presenta il suo libro a Perinaldo e al ‘Bordighera Book festival’: “Peccato non presentarlo nella mia città”

Vedere Arthur, un uomo così distinto, così britannico, scendere dal treno alla stazione di Sanremo, mi ha riempito di calma. Quel suo sorriso compunto nasconde una sensualità selvaggia, ma da vero inglese non ne lascia trapelare alcuna traccia. Siamo saliti in carrozza. Il vetturino masticava bene l’inglese e appena partiti ha sbandierato un biglietto con il suo nome e indirizzo. Si è raccomandato di darlo alla reception dell’albergo, nel caso avessimo voluto fare il giro del Berigo, un percorso a forma di M, immerso in un paesaggio agricolo, giardini tropicali e ville di lusso.

Questo è l’incipit dell’estratto del brano dedicato a Sanremo che si ritrova nel libro "Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde" della giornalista e scrittrice sanremese Laura Guglielmi che verrà presentato questo pomeriggio a Perinaldo e domani a Bordighera
L’appuntamento di oggi (ore 18 nella Sala Consigliare) rientra nella rassegna "Seconda stella a destra… Libriamoci tra sapori e profumi a Perinaldo", mentre quello di sabato è ospitato all’interno della manifestazione "Bordighera Book Festival" e si terrà alle ore 19 al ‘Buga Buga’, noto locale della città delle Palme.

Abbiamo colto l’occasione della sua visita nel ponente (da anni abita a Genova) per una breve intervista dove parla della ‘sua’ Sanremo non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Com’è nata l’idea di approfondire la vita di una donna ai più sconosciuta, ma semmai considerata vittima del marito?

Nel mio precedente libro, “Le incredibili curiosità di Genova”, uscito per la Newton Compton, dovevo scegliere ottanta storie liguri da raccontare. Da anni sentivo parlare di Constance Lloyd, la sfortunata moglie di Oscar Wilde sepolta a Staglieno. Approfondendo la sua figura per scrivere cinque paginette, mi sono resa conto che era stata una protagonista dei suoi tempi, una scrittrice e giornalista di talento, una pioniera dei diritti delle donne.

Era molto bella e corteggiata da tanti professionisti della city di Londra ed è lei che ha scelto Wilde consapevole di quello che stava facendo. E si sono davvero amati, avevano una grande complicità intellettuale. Constance non voleva fare la fine di sua madre, una signora borghese che trascorreva le giornate davanti allo specchio con la cameriera personale. Voleva scrivere e viaggiare e solo Oscar Wilde poteva lasciarla vivere come più le pareva.

Al momento del matrimonio Oscar non sapeva di essere omossessuale, è stato iniziato all’ “Amore che non osa dire il proprio nome” quando Constance era in attesa del secondo figlio. Inoltre, Oscar è stato un ottimo padre, che giocava con i bimbi, raccontava loro fiabe e li portava in giro.

Una vita la loro, piena di colpi di scena.

Quanto di vero e quanto invece c’è di romanzato nel racconto?

Il libro è un romanzo ma è tutto vero e documentato, meno il soggiorno a Sanremo. Però è plausibile che ci sia fermata, perché viveva a Bogliasco e il figlio Vyvyan frequentava le scuole nel Principato di Monaco.

Era così curiosa di conoscere il mondo e Sanremo alla fine dell’Ottocento era una delle più belle città del nord del Mediterraneo. Qui le faccio vivere una storia d’amore con Arthur, un uomo di cui si era innamorata dopo che Oscar aveva cominciato a trascurarla per la sua passione per il demoniaco e aristocratico Bosie.

Nell’ambientare un capitolo a Sanremo volevo fare un tributo alla mia città natale, che alla fine dell’Ottocento era di una rara bellezza, ormai perduta, come ha più volte ripetuto uno dei suoi figli, Italo Calvino. E come diceva sempre mio padre Gino.

Si potrebbe definire Lady Constance come un’avanguardista del femminismo europeo degli anni ’70?

Sì, è stata una pioniera dei diritti delle donne. Sosteneva le suffragette insieme a Lady Speranza, la mamma di Oscar Wilde. Diresse una rivista che auspicava la rivoluzione della moda. Come giornalista, portò avanti delle battaglie contro i corsetti con le stecche di balena che soffocavano il corpo e deformavano la cassa toracica e la spina dorsale. Inoltre, le gonne erano formate da diversi strati di tessuto appoggiati sulla crinolina, una struttura rigida a "gabbia" che sosteneva le gonne. Provate a pensare come era difficile accudire i bambini, lavorare in fabbrica oppure semplicemente fare una passeggiata vestite in quel modo.

Chissà come sarebbe felice Constance potesse vedere come si vestono oggi le signore e le ragazze: in piena libertà.

Quando parli di Sanremo ritrovi ancora quel fascino di allora in qualche zona della città o è del tutto scomparso?

Sono andata spesso sulle tracce di Calvino, sono trent’anni che percorro la Strada di San Giovanni per le mie ricerche, la strada che lo scrittore faceva insieme al padre Mario, per raggiungere l’orto. Ogni volta il territorio è sempre più deteriorato. La Sanremo che descrivo nel libro sembra un sogno, un posto magico. Constance percorre in carrozza tutto corso Inglesi e via Galileo Galilei, che era ricoperta di ulivi e di limonaie, con il torrente San Romolo che scorreva precipitosamente a valle. Ora lì ci sono tra i più brutti condomini della riviera ligure. Ne sono coscienti gli stessi residenti. Lo dicono anche amici miei che ci abitano.

Certo ce n’è voluto di sforzo per ridurre così una città che solo 70 anni fa era stupenda.

Abiti a Genova da molti anni, in qualche modo ti manca la tua città natale?

Devo dire che amo l’entroterra. Ritrovo le mie radici più lì, mio nonno paterno era di Perinaldo e proprio ora sto scrivendo questa intervista in una casa del borgo, sbirciando da una finestra affacciata su una palma e sul mare. La costa è stata troppo rovinata e mi fa soffrire vedere la trascuratezza e la deturpazione del territorio. 

Quest’anno ho tenuto un corso all’università di Genova sui luoghi sanremesi di Calvino, per cui ho ideato l’itinerario. Gli studenti hanno scritto i testi per una guida letteraria, che uscirà a novembre. Un modo per tenermi in contatto con la mia città d’origine. 

Nel 1999 ho già portato una mia mostra su Calvino alla New York University, invitata dalla figlia dello scrittore Giovanna, dove ho avuto la grande fortuna di conoscere anche la vedova Chichita. In quell’occasione avevo ricostruito la Sanremo della prima metà del Novecento, attraverso foto d’epoca, accompagnate dai testi di Calvino. 

Una cosa ancora: ho presentato il libro in tutta la Liguria e in tutta Italia ma a Sanremo ancora no. Nonostante un intero capitolo sia ambientato in città. Vorrei che Sanremo fosse diversa, ma bisogna scendere a compromessi con la realtà. Sono nata e cresciuta a Sanremo, ma nella mia città natale non si muove foglia. Ancora nessuna presentazione. Non importa, se non succederà, ci consoliamo perché ne abbiamo fatte davvero tante in tutta la Liguria e in tutta Italia. E tanti ma tanti sanremesi lo hanno letto. Li ringrazio di cuore.

Altri progetti editoriali nel cassetto?

Sto per firmare un contratto, ma aspettiamo prima di divulgare. Ha sempre a che fare con la scrittura, con la Liguria e forse anche con Sanremo.

Stefano Michero

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