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Economia | 18 agosto 2022, 11:45

Cos’è il CBD e benefici per la salute

Il CBD è sempre più famoso

Cos’è il CBD e benefici per la salute

Da diversi anni il CBD è diventato uno dei principi attivi più studiati e discussi in ambito normativo e medico. Gli effetti terapeutici di questa sostanza chimica di origine naturale, infatti, continuano a stupire, aumentando il numero dei curiosi e portando una crescente attenzione sul cannabidiolo.

Dalla cosmesi, al settore alimentare, non ci sono ambiti in cui il CBD non trovi applicazioni benefiche. Il CBD terapeutico è rinomato per i suoi molteplici effetti: è antinfiammatorio, lenitivo, immunostimolante, energizzante, antiossidante, favorisce il sonno, allevia i dolori muscolari e articolari e stimola l’appetito. E ce n’è per tutti i gusti, poiché viene proposto sotto forma di biscotti, creme, oli, estratti, cristalli, unguenti e detergenti.

Le coltivazioni in Italia sono decuplicate nel giro di pochi anni, passando dai 400 ettari del 2013, agli oltre 4000 ettari.

A differenza del THC, uno dei cannabinoidi più conosciuti oltre al CBD, non ha effetti psicotici e non provoca il cosiddetto effetto sballo.

Leggendo un articolo sul CBD di Crystalweed che spiega cos’è il CBD abbiamo deciso di approfondire l’argomento, per dare ai nostri lettori tutte le informazioni più interessanti su questo principio attivo. Nel post, quindi, scoprirai tutto ciò che c’è da sapere sul CBD: normativa, composizione, effetti benefici, differenze con il THC, sistemi di produzione. Inoltre 

abbiamo dedicato una sezione anche ai prodotti a base di CBD disponibili in commercio e alle modalità di assunzione.

Iniziamo!

Cos’è il CBD

Isolato per la prima volta nel 1942 dal chimico Roger Adams, il CBD è un estratto della pianta di cannabis Sativa. Il nome completo è cannabidiolo e rappresenta solo uno degli oltre cento cannabinoidi presenti nella pianta della Cannabis.

Nonostante le proprietà benefiche di questa molecola abbiano cominciato a suscitare un grande interesse da parte della scienza a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, l’uso della cannabis è molto antico, e risale addirittura a duemila anni prima di Cristo.

Le prime testimonianze sul suo utilizzo per fini terapeutici sono legate all’imperatore cinese Shen Neng, che vi ricorreva per il trattamento di molti disturbi, tra cui la malaria.

Si tratta di un composto chimico di origine naturale dagli innumerevoli effetti benefici, che non provoca dipendenza né a livello fisico né psicologico.

Può essere utilizzato in molteplici applicazioni, dai cosmetici alle preparazioni alimentari, compresi oli essenziali e unguenti.

La produzione del CBD

Il primo aspetto da considerare nella produzione del CBD è la scelta dei semi. Secondo la normativa, infatti, ai fini dell'estrazione del cannabidiolo, possono essere coltivati solo quelli appartenenti alle varietà di Cannabis iscritte al Registro comunitario europeo. Le varietà destinate all’uso industriale devono avere un contenuto di THC nei limiti previsti dalla legge, ovvero compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%.

Il primo prodotto che si ottiene dall’estrazione è cremoso e scuro e mantiene al suo interno tutti i componenti della canapa: un'importante quantità di CBD, altri fitocannabinoidi, clorofilla, cera e terpeni.

Il processo prosegue attraverso varie raffinazioni che permettono di ottenere un prodotto estremamente puro. Attraverso le varie fasi di distillazione, è possibile aumentare la concentrazione del CBD, eliminando via via impurità e le altre sostanze. Così facendo, si ottengono percentuali sempre più alte di CBD che, oltre l’80% di purezza, si solidifica e si presenta sotto forma di cristalli.

La cristallizzazione può portare ad ottenere concentrazioni di CBD altissime, che possono superare il 99%.

Alcune delle aziende produttrici di CBD, gestiscono in maniera totalmente organica le coltivazioni di cannabis, andando a incrementare i numeri relativi ai consumi BIO nel nostro paese.

Il CBD non da problemi?

Per valutare le problematiche che possono scaturire dall’uso del cannabidiolo è necessario innanzitutto considerare se si stanno assumendo farmaci o integratori, come leflunomide, lomitapide, mipomersen, pexidartinib, teriflunomide e valproato. In tal caso, infatti, si potrebbero favorire interazioni involontarie e provocare anomalie.

Bisogna anche prestare la massima attenzione alla tipologia di prodotto e all’azienda produttrice. Tra gli integratori, ad esempio, c’è il rischio che i principi attivi indicati nell’etichetta non corrisponda alla reale quantità contenuta.

In soggetti particolarmente sensibili alla molecola, il cannabidiolo può provocare effetti collaterali di lieve entità, come stanchezza, nervosismo e sensazione di nausea.

Raramente possono essere riscontrate problematiche al sistema circolatorio, poiché il cannabidiolo fluidifica il sangue, aumentando l’impegno a carico del fegato.

Gli effetti riscontrati sono simili a quelli provocati da alcuni farmaci da banco, per cui in ogni caso è consigliabile confrontarsi con il proprio medico quando si assume regolarmente CBD ad alto dosaggio in combinazione ad altri farmaci.

I possibili effetti collaterali del CBD

Uno dei dubbi più frequenti sul cbd è se abbia o meno effetti negativi sull’organismo. Dai test effettuati su pazienti che utilizzano il CBD in maniera regolare, non sono risultati effetti avversi di grave entità. Questo è dimostrato anche da una review pubblicata sul National Library of Medicine, in cui sono stati analizzati diversi studi dal quale è emerso che il CBD non presenta tossicità a livello cellulare e non ha effetti collaterali di rilievo sul flusso sanguigno o sulla temperatura. Inoltre, non provoca problematiche gastriche o alterazioni dell’appetito. Ma l’aspetto più importante è che non ha effetti psicotropi e non preclude i movimenti.

Gli effetti maggiormente segnalati e ricercati sono relativi a sonnolenza e sedazione.

Considerato un ottimo rimedio contro l’insonnia, il cannabidiolo d’altra parte aumenta anche la sensazione di stanchezza e il desiderio di dormire.

Altri effetti molto comuni sono sete, bocca asciutta, rarissimi invece sono giramenti di testa e nausea.

Per quanto riguarda i prodotti cosmetici e i prodotti a uso topico, invece, non c’è nessun tipo di controindicazione o effetto collaterale.

Il CBD è legale?

Dopo moltissimi anni di incertezza e proibizionismo, questa è una delle domande più lecite sul CBD. La legge n.242 del 2016, per ora, è quella a cui fare riferimento per la produzione, la vendita e il consumo della cannabis light.

Per cannabis light si intende un prodotto a basso contenuto di THC, ovvero che si mantiene entro il limite dello 0,5%. Questo limite è fissato per evitare l’effetto sballo dovuto proprio alle alte percentuali di THC.

Quindi, possiamo affermare che i prodotti a base di CBD, con un contenuto di THC inferiore al limite stabilito dalla normativa, sono perfettamente legali in quanto privi di qualsivoglia efficacia drogante.

I prodotti che hanno un contenuto di THC superiore allo 0,5%, invece, possono essere acquistati solo per uso terapeutico, in farmacia e con la presentazione di ricetta medica.

C’è da dire che nel settore della cannabis light, da diversi anni, si è in attesa dell’approvazione di un disegno di legge che vada a normare alcuni aspetti sottovalutati in precedenza. Il testo che affronta il tema della legalizzazione della marijuana e dell’uso della cannabis a scopo ricreativo, si è arenato a causa della caduta dell’ultimo governo. Vedremo se il prossimo parlamento proseguirà il suo iter.

Dando un’occhiata anche all’estero, le nazioni hanno approcci differenti al CBD. Negli Stati Uniti, ad esempio, ogni stato si è mosso in modo diverso, stabilendo propri livelli di restrizione.

L’interazione del CBD con il corpo umano

Per quale motivo il CBD ha così tanti effetti positivi sull’organismo?

Capire cos’è il CBD e come agisce sull’organismo può essere d’aiuto per comprendere i meccanismi attraverso i quali interagisce molto bene con il corpo umano.

In questo articolo abbiamo già detto che il cannabidiolo è un fitocannabinoide, ma abbiamo atteso fino ad ora per spiegarti che, all'interno degli esseri umani è stato individuato un sistema biologico, il sistema endocannabinoide appunto, estremamente affine a queste sostanze.

Il sistema endocannabinoide ha un ruolo fondamentale perché regola alcune funzioni importanti nell’organismo come la memoria, il sistema immunitario, la stanchezza, gli stati d’animo, la sensazione di dolore e influisce sul sistema riproduttivo.

Questo spiega perché il CBD può interferire in maniera positiva sui processi in atto nel nostro nell’organismo, che siano patologie o traumi di vario genere, riportando il sistema in una condizione di equilibrio.

La particolarità del cannabidiolo rispetto ai farmaci tradizionali è che il trattamento non si limita solo a ridurre i sintomi ma va ad agire sulle cause scatenanti, cosicché il problema non torni a ripresentarsi al termine della terapia.

Al momento, i fitocannabinoidi più studiati sono tre, ovvero quelli contenuti in maggiore quantità nella Cannabis: il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il cannabidiolo (CBD) e il cannabinolo (CBN).

Quali tipologie di prodotti al CBD esistono?

Il cannabidiolo è una sostanza molto versatile che si presta ad essere utilizzata in molti modi, dai prodotti destinati alla cosmesi, a oli, unguenti, estratti, infiorescenze, cristalli, capsule, cerotti e vaporizzatori.

A seconda dell’obiettivo è possibile orientarsi su preparati differenti. Per la beauty routine, esistono creme destinate alle pelli acneiche o secche, detergenti specifici, maschere e unguenti. Chi desidera un prodotto da vaporizzare può optare per i cristalli, mentre per ridurre le infiammazioni articolari o migliorare i dolori muscolari è disponibile lolio di cbd per il recupero muscolare.

Tra le alternative, esistono anche gli estratti di CBD, con un altissimo contenuto di cannabidiolo, le tinture e gli spray.

Il cbd è anche tra gli ingredienti principali di alcuni medicinali, come Sativex ed Epidiolex, destinati rispettivamente ai soggetti affetti da sclerosi multipla e ai casi di epilessia.

Le proprietà salutari del CBD

Grazie all’affinità tra i fitocannabinoidi e l’organismo, il CBD è particolarmente indicato per affrontare molteplici tipi di patologie e situazioni traumatiche.La sua azione ad ampio raggio è straordinaria, poiché agisce con efficacia sia su problematiche di lieve entità come i disturbi del sonno o l’inappetenza, che su disturbi importanti come l’epilessia e la sclerosi multipla.

Qui sotto abbiamo inserito un approfondimento sulle proprietà terapeutiche del CBD.

Allevia il dolore cronico

Il CBD influisce sulle molecole neuro-modulatrici che controllano la sensazione del dolore, riducendo la trasmissione e alleviando il dolore cronico.

Interviene nel dolore neuropatico

L’assunzione del CBD si è dimostrata estremamente efficace per contrastare gli effetti collaterali dei farmaci antitumorali. In particolare, può essere somministrato per ridurre la nausea e i dolori periferici dovuti alla chemioterapia.

Riduce l’ansia e la depressione provocate dai farmaci

In ambito oncologico, i malati spesso possono sentirsi depressi, ansiosi e sviluppare pensieri suicidi a causa del dolore cronico. Il CBD riesce a ridurre questi sintomi, rasserenando il paziente circa il suo stato.

Riduce le infiammazioni

Il cannabidiolo è un antinfiammatorio naturale che può essere impiegato efficacemente contro il dolore infiammatorio. Riduce le infiammazioni ed è un rimedio ottimo nei casi di artrosi.

Allevia ansia e depressione

Il CBD e la cannabis light possono essere assunti dai soggetti affetti da ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo, ansia sociale. La molecola, infatti, ha effetti positivi sull’umore e aiuta a contrastare i disturbi.

In questi casi la soluzione migliore è costituita dalla cannabis con livelli di CBD maggiori rispetto al contenuto di THC.

Migliora i disturbi del sonno

Il cannabidiolo è molto indicato per le persone che lamentano insonnia e disturbi del sonno, compresi quelli provocati da ansia e disturbo post traumatico da stress. I miglioramenti della qualità del sonno sono visibili anche nelle persone affette dalla malattia di Parkinson.

Riduce le crisi epilettiche

L’utilizzo del CBD nella terapia dei soggetti affetti da forme gravi di epilessia ha portato una riduzione notevole nella frequenza delle crisi, migliorando la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari.

Ecco altri effetti del CBD terapeutico

Oltre a quelli descritti, il cannabidiolo si è dimostrato efficace nel trattamento di altri disturbi, quali:

  • schizofrenia;

  • malattie neurodegenerative;

  • nausea;

  • diabete;

  • sistema cardiovascolare;

  • sclerosi multipla;

  • artrite reumatoide;

  • acne e psoriasi.

Tuttavia, i ricercatori stanno continuando con il loro lavoro di indagine per addurre solide basi scientifiche a queste affermazioni.

Come si assume il CBD?

In commercio esiste un’ampia varietà di prodotti al CBD, che consente di rispondere ad esigenze di ogni tipo. Ovviamente, a forme differenti corrispondono modalità di assunzione diverse, che comprendono l’uso sublinguale, l’uso topico e i vaporizzatori.

Gli estratti di CBD, così come l’olio al CBD, sono caratterizzati da un’elevata purezza e dall’alta percentuale di principio attivo contenuta nel prodotto. Per sfruttarne appieno le proprietà possono essere assunti per via sublinguale, uno dei metodi più efficaci e apprezzati, oltre che come base per la produzione di creme, unguenti e saponi.

L’olio al CBD è disponibile sia full spectrum che broad spectrum, in cui sono presenti altri fitocannabinoidi in grado di provocare l’effetto entourage. Il costo dell’olio di CBD varia proprio a seconda del suo grado di purezza.

Un prodotto dalle caratteristiche totalmente diverse è costituito dai cristalli, composti dal solo CBD in forma solida. In questo caso è necessario ricorrere ad un vaporizzatore che permette di assumere la molecola grazie alle alte temperature.

Una delle modalità di consumo più apprezzate è la dermocosmesi, ovvero l’applicazione del principio attivo sulla pelle, tramite creme, lozioni, maschere e unguenti.


Ci sono differenze tra CBD e THC?

Capire quali siano le differenze tra THC e CBD è fondamentale per comprendere l’evoluzione normativa della cannabis light e scegliere il prodotto più adatto da assumere.

Pur essendo entrambi fitocannabinoidi disponibili in natura, THC e CBD si distinguono per le modalità con cui vanno ad interagire con l’organismo attraverso i recettori del sistema nervoso.

Il THC stimola i recettori CB1, che si trovano al livello cerebrale, provocando un’azione psicoattiva che gli permette di agire come antinfiammatorio, antispasmodico, antidolorifico, anticonvulsivo, e modulante dell’appetito. Questa sostanza è destinata, in particolare, a fini terapeutici e può essere acquistata solo presso le farmacie dietro prescrizione medica.

Il CBD, invece, si lega principalmente con i recettori CB2, che sono distribuiti in tutto il corpo, con effetti antinfiammatori, antiossidanti, anticonvulsivi, antipsicotici, protettivi delle cellule nervose e stimolanti per il sistema immunitario.

Per cui, sia il cannabidiolo che il tetraidrocannabinolo hanno effetti benefici e curativi, ma il CBD non ha un effetto psicotropo. E su questa caratteristica si basa tutta la normativa sulla cannabis light e le indicazioni sui limiti imposti al contenuto di THC all'interno dei prodotti in commercio.

Relativamente ai prodotti a base di cannabis light c’è da sottolineare, quindi, che le percentuali di THC sono talmente basse da non creare effetti psicotropi. Inoltre, l’azione del CBD può controllare e ridurre gli effetti psicotropi del suo antagonista.

A differenza dei prodotti ad alto contenuto di THC, la cannabis light è in vendita nei negozi autorizzati e nei CBD shop su internet.

Cosa cambia tra cannabis sativa e cannabis indica?

La Cannabis Sativa e la Cannabis Indica si distinguono principalmente per la composizione del loro contenuto di cannabinoidi a prescindere dal delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). La varietà di Cannabis sativa L., infatti, presenta percentuali di THC molto più basse rispetto alla Indica.

Questa differenza è strettamente correlata alla genetica della pianta e non può essere influenzata dai sistemi di coltivazione, dalla selezione effettuata in fase di lavorazione, dall’ambiente esterno, dalle temperature e dalla stagionalità.

Quando si effettua questo tipo di distinzione, quindi, più che parlare di differenza nel contenuto di THC tra indica e sativa, si preferisce distinguere a seconda degli effetti percepiti: effetto calmante per la Cannabis Indica e stimolante per la Cannabis Sativa.

La diversa percezione potrebbe essere dovuta non solo all’azione dei cannabinoidi ma anche a quella dei terpeni, che agendo in sinergia, andrebbero a produrre l’effetto entourage in modalità diverse.

Il contenuto di THC può essere monitorato sia nelle piante che nei semi, ragion per cui in Europa la normativa impone di coltivare solo semi certificati della specie sativa, con un contenuto di THC entro i limiti stabiliti dello 0,2%. In Italia, il limite è superiore ed arriva allo 0,6%.

Fonti

 

 

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