Ha lasciato perplessi gli esperti mostrando un comportamento del tutto insolito per la sua specie la balenottera comune (Balaenoptera physalus) di circa 15 metri, che per diversi giorni è rimasta ferma a circa 7 miglia al largo di Albenga, nel cuore del Santuario Pelagos, galleggiando in superficie, semi-sommersa, con minimi spostamenti. Il grosso cetaceo è stato segnalato dai ricercatori dell’Istituto Tethys che in questi giorni stanno conducendo un survey con un sofisticato drone, finanziato dall’agenzia EMSA e messo a disposizione della Guardia Costiera.
Dalle immagini del drone si è potuto escludere che l’animale sia impigliato in reti o altri attrezzi da pesca, la causa più tipica quando dei cetacei sono bloccati. L’unico segno sul corpo è una zona apparentemente priva di pelle su un lato della pinna dorsale, secondo i veterinari del CERT (Cetacean strandings Emergency Response Team) dell'Università di Padova, una escoriazione, o forse un’infezione. Con l’aiuto delle moderne tecnologie i ricercatori cercano ora di capire se la balenottera sia effettivamente in difficoltà ed eventualmente per quale causa, o se invece si tratti solo di un comportamento anomalo.
Ad individuare il cetaceo il 2 agosto erano stati i piloti del drone a lungo raggio utilizzato in questi mesi dalla Guardia Costiera per una delle missioni prioritarie del corpo: il monitoraggio ambientale. Il velivolo ad ala fissa (7,3 m di apertura alare e 12 ore di autonomia), di proprietà di REACT Consortium e messo a disposizione della Guardia Costiera italiana dall’Agenzia Europea per la Sicurezza marittima (EMSA), decolla dalla Stazione Aeromobile di Sarzana per pattugliare un’area-campione di circa 40 x 40 km situata davanti a Imperia (clicca QUI per i dettagli). I voli vengono effettuati con il drone Tekever AR5 Evolution nell’ambito di uno studio pilota sul monitoraggio dei grandi vertebrati marini, denominato “An Eye in the Sky”, condotto dal Comando Generale della Guardia Costiera in collaborazione con Tethys (Istituto che da oltre 30 anni conduce studi sui cetacei del Santuario Pelagos e in altre zone del Mediterraneo). Il progetto, che ha lo scopo di verificare la fattibilità di monitoraggi della megafauna del nostro mare con le più moderne tecnologie, viene condotto anche con il supporto dei cantieri AMER e del servizio finanziario FLOWE.
Il grosso cetaceo – che appartiene alla seconda specie più grande mai esistita sul pianeta dopo la “azzurra” - era stato avvistato quando l’attenzione dei ricercatori Tethys e dei piloti di REACT si era soffermata su un oggetto nero galleggiante. Grazie alle potenti telecamere del drone si è potuta ingrandire l’immagine e scoprire che si trattava di una balenottera. Dopo qualche minuto di osservazione è apparso evidente che l’animale presentava un comportamento anomalo perché oltre a non spostarsi quando era in superficie teneva la testa sott’acqua anche durante l’espirazione.
L’insolita immobilità ha valso al cetaceo il soprannome di “Motionless”, cioè “priva di movimento”. Normalmente le balenottere comuni, presenti in Mediterraneo e soprattutto in estate nel mar Ligure e di Corsica, sono veloci, si spostano e compiono lunghe immersioni alla ricerca del krill di cui si nutrono. Se si fermano, in genere, è solo per brevi periodi.
“Questa balenottera fa immersioni brevi di un paio di minuti, ma ne abbiamo registrate anche di più lunghe, sui 10 minuti, il che è nella norma”, dice Jessica Picozzi, ricercatrice dell’Istituto Tethys attualmente a bordo della motonave “Corsara” del whale watching “Golfo Paradiso” che, su segnalazione dei colleghi al drone, ha avvicinato la balenottera in mare per due volte. “Altra piccola anomalia - aggiunge - è che sembra avere un insolito rigonfiamento sul fianco sinistro. In compenso un segnale positivo è che è stata vista defecare, il che significa che si è nutrita di recente.”. Tanto è vero, concordano gli esperti, che il cetaceo non appare emaciato.
“Giovedì 4 agosto - aggiunge Marina Costa che per Tethys affianca i piloti del drone, - la balenottera è stata riavvistata nuovamente nella stessa zona, sempre ferma in superficie. Ci ha allarmato in particolare la sua immobilità anche al passaggio di una grossa nave cargo a poche centinaia di metri. Ad oggi infatti, la collisione con le navi rimane una delle principali cause di morte di origine antropica per balenottere e capodogli nel Mediterraneo”.
Negli ultimi giorni le ricerche di "Motionless" hanno subito una battuta d'arresto a causa delle condizioni meteomarine non buone; appena possibile si cercherà di verificare la sua posizione, individuare l'eventuale presenza di altre lesioni superficiali, e in ultima analisi capire se è veramente in difficoltà o meno, ed eventualmente per quale ragione. Allo scopo il Comandante della Capitaneria di porto di Imperia, Carlo La Bua, ha messo a disposizione una motovedetta per raggiungere l’animale.
Gli esperti raccomandano ai naviganti di non disturbare l’animale in alcun modo e non avvicinarsi.