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Politica | 29 luglio 2022, 15:20

Ingresso del socio privato in Rivieracqua: il Commissario Checcucci respinge il parere chiesto dal Consigliere sanremese Artioli

"Un equivoco generato dalla mancata conoscenza di alcuni passaggi. Procedure corrette, nonostante gli irresponsabili ostruzionismi di cui il mio operato è stato vittima"

Ingresso del socio privato in Rivieracqua: il Commissario Checcucci respinge il parere chiesto dal Consigliere sanremese Artioli

Il Commissario ad Acta di Rivieracqua, Gaia Checcucci, ha scritto alla Provincia e a tutti i Sindaci dei Comuni soci, in relazione al parere dell’avvocato Cocchi al quale è stato chiesto dal Consigliere sanremese Andrea Artioli, un parere legale dal quale si evincerebbe che la prospettata modalità di modifica, nei termini indicati nel nuovo Piano d’Ambito, del modello organizzativo gestionale per l’erogazione del SII nell’intero ATO imperiese sarebbe illegittima, perché ritenuta incompatibile con la vigente normativa europea.

“Ho ritenuto opportuno, sebbene ogni passaggio sia stato preliminarmente condiviso con voi nelle sedi preposte – dice Gaia Checcuci - farvi pervenire il mio contributo che auspico possa esplicitare ancor meglio la mia azione ed il perimetro del percorso che abbiamo avviato. Il parere non richiama alcuna documentazione di dettaglio che possa suffragare la tesi esposta, ma appare scaturire da un approssimativo e poco articolato quesito, che non illustra, né menziona, le innumerevoli particolarità caratterizzanti la complessa operazione in questione”.

Secondo Gaia Checcucci la trasformazione di Rivieracqua da società consortile a società per azioni, all’ordine del giorno anche dei consigli comunali degli enti soci, non comporterà alcuna alterazione dei meccanismi e degli organi societari che hanno assicurato fino ad oggi, e continueranno ad assicurare, il possesso del requisito del ‘controllo analogo congiunto’. Meccanismi e organi (compreso il comitato tecnico) che non saranno oggetto di alcuna modifica anche nel nuovo statuto, che avrà quale unica finalità la trasformazione di Rivieracqua in società per azioni, mantenendo quindi intatto l’attuale modello di gestione nella forma della cosiddetta ‘in house providing’. Il modello sarà modificato, nei modi e nelle forme prescritti dalla legge, in attuazione del ‘Piano d’ambito’ di recente aggiornamento che contempla come forma gestionale ed organizzativa la società mista.

Secondo il Commissario ad Acta la mancata indicazione e/o conoscenza di questi passaggi e delle particolarità del caso hanno evidentemente generato l’equivoco di fondo da cui muove tutto il ragionamento giuridico sviluppato nel parere, ovvero che l’ingresso nella compagine sociale di Rivieracqua, strutturata secondo il modello di gestione in house, di un socio privato, farebbe decadere l’affidamento in capo a quest’ultima: “Non è pertinente la conclusione e la relativa giurisprudenza richiamata rispetto all’operazione che si sta conducendo, la quale non prevede che Rivieracqua, nella forma del modello in house, ‘aggreghi’ alla propria compagine societaria un privato. Prevede, piuttosto, che il modello della società in house sia sostituito da quello della società mista e che, quindi, alla luce di questo nuovo modello, si individui, attraverso la procedura ad evidenza pubblica a tal fine appositamente prescritta e disciplinata dalla legge, il partner privato socio della stessa società mista. Non è assolutamente previsto che Rivieracqua, nella forma gestionale della ‘in house providing’, costituisca una ‘newco’ o apra all’ingresso di un partner privato, trasponendo al medesimo il beneficio dell’affidamento diretto ottenuto senza gara (fattispecie a cui si riferiva la citata Corte di Giustizia) prefigurandosi, invece, l’adozione di un modello gestionale diverso, strutturato mediante una procedura pro-concorrenziale che rispetta e valorizza i principi di parità di accesso e confronto competitivo per individuare il miglior partner imprenditore per quel tipo di servizio e per quella tipologia di società”.

Gaia Checcucci sostiene che anche il pronunciamento della Corte di Giustizia richiamato dal parere legale, per la condizione di Rivieracqua ed per la procedura ad evidenza pubblica che la interesserà, non fa che confermare la correttezza del percorso: “Si è infatti omesso di dire che la fattispecie oggetto di tale sentenza della Corte europea e presa ad esempio, riguardava un’operazione di aggregazione di una società in house con un operatore economico quotato in borsa, senza previa modifica della forma di gestione in società mista e senza previo svolgimento di una gara pubblica a doppio oggetto per la scelta del socio privato, fattispecie nella quale oggetto di giudizio era dunque la prosecuzione o meno dell’originario affidamento in house. Si trattava dunque un caso ontologicamente differente e fondato su presupposti del tutto diversi rispetto all’operazione prevista per Rivieracqua”.

Il Commissario sottolinea “Una manifesta incomprensione dell’operazione che si intende realizzare per addivenire al mutamento della forma di gestione del servizio e ciò rende inconferenti tutte le presunte criticità paventate nel medesimo. Il percorso avviato si conforma pienamente al quadro normativo europeo, come chiarito fin dal 2008 (dunque oramai ben 14 anni fa) dalla stessa Commissione UE che, nella nota ‘Comunicazione interpretativa della Commissione sull'applicazione del diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni ai partenariati pubblico-privati istituzionalizzati (PPPI)’ del 5.2.2008, al paragrafo 2.2, ha già definitivamente ed espressamente chiarito che “concretamente l'instaurazione di un partenariato pubblico-privato istituzionalizzato [leggasi, società mista]”.

Viene anche menzionata la giurisprudenza del Consiglio di Stato secondo cui l’affidamento diretto di servizi ad una società mista è “Ammissibile a condizione che si sia svolta una unica gara per la scelta del socio e l'individuazione del determinato servizio da svolgere, delimitato in sede di gara. La Corte di Giustizia ha, infatti, ritenuto l'ammissibilità dell'affidamento di servizi a società miste, a condizione che si svolga in unico contesto una gara avente ad oggetto la scelta del socio privato (socio non solo azionista, ma soprattutto operativo) e l'affidamento del servizio già predeterminato con obbligo della società mista di mantenere lo stesso oggetto sociale durante l'intera durata della concessione”

“Si tratta di un’operazione - prosegue nella lunga relazione - che sarà oggetto di una procedura ad evidenza pubblica (gara a doppio oggetto) e non posso anticiparne nel dettaglio i contenuti, ma sarà pienamente congruente con le previsioni della legge in materia e consentirà di realizzare, come già condiviso con tutti i soci di Rivieracqua, il mutamento di forma di gestione mediante lo svolgimento della procedura ad evidenza pubblica e quindi mediante l’affidamento del servizio a Rivieracqua quale società mista risultante a seguito dell’ingresso nel capitale sociale del socio privato scelto tramite la predetta gara a doppio oggetto. Fino a quel momento, e dunque anche durante lo svolgimento della gara e fino alla sua aggiudicazione, Rivieracqua manterrà inalterate le previsioni statutarie che garantiscono il possesso del controllo analogo congiunto dei Comuni soci e la possibilità di partecipazione al capitale sociale esclusivamente di questi ultimi, e dunque continuerà a possedere tutti i requisiti necessari per operare in costanza di affidamento in house providing senza soluzione di continuità fino alla data di efficacia del predetto mutamento della forma di gestione in società mista e di ingresso nel capitale sociale del socio privato”.

Gaia Checcucci termina confermando che saranno garantiti la concorrenza, la parità di trattamento e di accesso a questo tipo di servizi per tutti gli operatori economici che abbiano i requisiti imprenditoriali che occorrono: “Senza ricorso a strade alternative che eludono il confronto concorrenziale, pur mantenendo la maggioranza di capitale pubblico e quindi la centralità del ruolo dei comuni soci, nell’esclusivo interesse dei cittadini ed in coerenza con il dettato normativo nazionale e prima ancora comunitario, è ciò che ha ispirato e continua a ispirare il mio operato. Sono aperta a contributi costruttivi che intendano supportare e magari migliorare il percorso intrapreso”.

Ha anche respinto ogni tentativo di mettere in discussione la linearità di un percorso giuridicamente corretto, condiviso e partecipato dalla maggioranza dei Territori e dei loro Amministratori: “Nonostante gli irresponsabili ostruzionismi di cui il mio operato è stato vittima – termina - ha consentito in due anni di rendere Rivieracqua di nuovo credibile agli occhi delle Autorità Giudiziarie, dei creditori e delle Istituzioni locali e centrali. I fondi del PNRR per il raddoppio del Roya che sono già una certezza, ed altri sulla depurazione, le perdite o su altre progettualità sulle quali abbiamo lavorato e che potrebbero arrivare, sono e saranno la dimostrazione più tangibile della correttezza delle procedure impostate, avviate e che responsabilmente porterò avanti insieme a tutti coloro che hanno creduto e condiviso fin dall’inizio questo percorso. Nell’esclusivo interesse dei cittadini e di un territorio la cui economia sostenibile ha bisogno di un servizio idrico integrato efficiente e di una costante disponibilità di questa risorsa primaria”.

Redazione

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