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Attualità | 28 luglio 2022, 07:11

Sanremo: piano delle antenne, c’è l’ipotesi di un ‘corridoio’ per l’installazione dei nuovi impianti

Donzella: “Difficile poter impedire la loro collocazione, per le normative vigenti mettere a dimora un’antenna è come realizzare strade o fognature”

Le immagini della seconda commissione con la partecipazione dei residenti di via Bonmoschetto e San Bartolomeo

Le immagini della seconda commissione con la partecipazione dei residenti di via Bonmoschetto e San Bartolomeo

Dopo la decisione del Tar in merito all’antenna di San Bartolomeo e la delibera di giunta che sospende nuove installazioni per i prossimi otto mesi, il lavoro di palazzo Bellevue per regolamentare gli impianti delle compagnie telefoniche prosegue e mira alla discussione in consiglio comunale.

In Comune nuovo passo avanti con la riunione della seconda commissione che ha analizzato il documento approvato dalla giunta alla presenza di alcuni residenti delle due zone che per prime hanno fatto la conoscenza dei nuovi impianti 5G.

Il presidente della seconda commissione Umberto Bellini ha aperto la discussione ricordando la delibera di consiglio del 2018 con la quale l’amministrazione chiedeva una mappatura delle antenne in città  e un regolamento per normare le installazioni. “Poi è entrato in vigore il nuovo Puc e la questione è rimasta ferma - ha aggiunto Bellini - ci si è resi conto che la situazione era problematica per le proteste dei cittadini e la giunta ha pensato bene di fare una delibera che sarà approvata dal consiglio con la quale si bloccavano per otto mesi le installazioni, tempo durante il quale verrà redatto il regolamento per normare le installazioni delle antenne ed evitare i ‘blitz’ che sono stati fatti. L’amministrazione si è mossa con efficacia per affrontare questa problematica”.

Bloccare l’installazione delle antenne non è cosa facile, come ha spiegato alla commissione e ai residenti l’assessore ai Lavori Pubblici Massimo Donzella: “Per le normative vigenti andare a mettere a dimora questo tipo di antenne è come realizzare strade o fognature, quindi è molto difficile poter impedire la loro collocazione. Come amministrazione comunale ci possiamo organizzare in un’ottica di tutela del territorio e dei cittadini sotto l’aspetto paesistico tenuto conto che l’insediamento dei tralicci crea problemi. Per fare questo dobbiamo pianificare all’interno delle maglie che il legislatore ci consente e cercare di creare delle zone in modo che ci sia un minor consumo del territorio in un’ottica di garanzia e tutela generale. Per poter fare delle scelte, una pianificazione e un lavoro intelligente, in attesa che venga predisposto questo intervento di pianificazione, tutte le nuove istanze che verranno presentate non potranno andare avanti. Ci siamo già messi al lavoro affinché questo intervento sia fatto di concerto con i gestori che devono comunicarci i loro programmi futuri nella nostra città in modo che possiamo esaminarli e nello stesso tempo abbiamo dato delle indicazioni con le quali diciamo di non installarle in un territorio dove non ce ne sono; abbiamo indicato aree pubbliche deve ci sono già delle antenne oltre a non installarle su punti sensibili come scuole, chiese o immobili di pregio. Si potrebbero individuare dei corridoio paesistico-ambientali”.

Abbiamo chiesto quale sia il numero minimo di antenne necessario per una copertura del territorio - ha aggiunto Donzella - così come abbiamo verificato che ci sono antenne non più in funzione che sono ancora lì; nell’accordo metteremo che quando un’antenna non è più in funzione deve essere tolta. Non deve essere una comodità del gestore quella di inserire dei nuovi tralicci quando nei dintorni ce ne sono altri, si devono utilizzare quelli già esistenti. Quello che vogliamo fare è avere un risultato con il minor numero di antenne, il minor fastidio e il maggiore risultato”.

La sospensione per otto mesi trova legittimità e ragione di essere grazie all’inserimento nel Puc. Lo ha spiegato l’ingegnere del Comune Giambattista Miceli: “Abbiamo dato una copertura legislativa all’azione che non è estemporanea ma ha una forza che discende dal potere pianificatori che è proprio del consiglio comunale. Verrà messo nelle norme del Puc che fanno scattare il periodo di salvaguardia in cui ci sarà anche una fase di pubblicità e di raccolta delle osservazioni”.

Dai banchi dell’opposizione Daniele Ventimiglia ha puntato il dito contro l’amministrazione sottolineando il tempo passato dall’approvazione dell’ordine nel giorno nel 2018: “È grave che in quattro anni non si sia mai pensato di regolamentare questo e così possiamo capire anche il valore degli ordini del giorno. Grazie all’assessore che è intervenuto prontamente, però ricordo che nella città di Sanremo, sui condomini del centro e anche sulle alture, si vedono nascere antenne come funghi. È giusto regolamentare per far sì che in una città come Sanremo non ci si giri vedendo delle piccole tour Eiffel. Si dovrebbero creare dei corridoi precisi per inserirle dove si può e per spostarle tutte in una zona”.

L’ordine del giorno è stato portato a sui tempo dalla mia collega Paola Arrigoni e mi dispiace che sia stato elaborato così tardi - ha aggiunto il consigliere di opposizione Roberto Rizzo - ricordo anche che all’ingresso di Coldirodi dal ’95 abbiamo un’antenna che ormai è diventato un ecomostro simbolo del paese, un paese storico nel quale però non si può toccare nemmeno una tegola. Lo proporremo come monumento nazionale”.

Alla riunione hanno preso parte anche i rappresentanti di via Bonmoschetto e San Bartolomeo che, per voce di Ilaria Lanteri, hanno portato all’attenzione della commissione le loro preoccupazioni. In particolare da via Bonmoschetto traspare una sensazione di rassegnazione dati i lavori in stato ormai avanzato e che, quindi, non saranno toccati dalla sospensiva di otto mesi deliberata dalla giunta.
Ben venga tutto quello che avete in programma di fare, ma mi chiedo che cosa ne sarà delle antenne già assentite per l’installazione? - ha spiegato Ilaria Lanteri - ricordo che ad aprile siamo venuti qui in Comune e chiedevamo quello che ora l’amministrazione ha deciso di fare”.

Al termine della discussione la pratica è stata votata favorevolmente all’unanimità. La parola passa ora al consiglio comunale.

Pietro Zampedroni

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