Per l’Istituto Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia, diretto dalla Dirigente Scolastica Antonella Costanza, una notte davvero magica quella del 18 giugno scorso alla nona edizione di “Cervo ti strega”, trascorsa in dialogo con i sette finalisti del Premio Strega: Marco Amerighi con “Randagi”, Fabio Bacà con “Nova”, Alessandra Carati con “E poi saremo salvi”, Mario Desiati con “Spatriati”, Veronica Galletta con “Nina sull’argine”, Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (unica assente proprio Veronica Raimo, vincitrice del Premio Strega Giovani con “Niente di vero”, impegnata al Premio Viareggio). Per la prima volta la scuola ha partecipato alla manifestazione culturale che ogni anno ospita sul sagrato della Chiesa dei Corallini in Piazza San Giovanni i finalisti del Premio Letterario più prestigioso d’Italia e, protagonisti con loro, gli studenti lettori facenti parte della Giuria del Premio Strega Giovani.
«La serata suggella infatti – si spiega nel comunicato - un percorso iniziato a aprile, quando alcuni allievi, scelti fra tutti gli indirizzi dell’Istituto, hanno partecipato in qualità di giurati del Premio Strega Giovani - insieme a circa altri 500 ragazzi in tutta Italia e all’estero -, intraprendendo l’avventura della lettura dei dodici romanzi in lizza per il Premio Strega. A guidarli e seguirli un folto gruppo di docenti assolutamente convinto della necessità di diffondere il piacere della lettura ad ogni età e in ogni indirizzo di scuola, affinché la cultura possa realmente rappresentare in futuro una risorsa per tutti e di tutti: il Prof. Fabrizio Barile e la Prof.ssa Piermaria Rossi per l’indirizzo Relazioni Internazionali per il Marketing, il Prof. Michele Palmero per l’indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, le Prof.sse Federica Lorenzi, Debora Perra e il Prof. Marco Terracciano per il Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate, le Prof.sse Vincenza De Caro e Ambra Saitta per gli indirizzi CAT, Turismo e Amministrazione Finanza e Marketing.
L’appuntamento con “Cervo ti strega” ha dunque regalato un’occasione unica e preziosissima di arricchimento culturale e crescita personale agli allievi coinvolti che, insieme all’emozione di poter parlare direttamente agli autori dei romanzi che tanto li hanno appassionati e su cui hanno dovuto esprimere il proprio giudizio, hanno anche potuto incontrare e confrontarsi con ragazzi provenienti da altri nove istituti della provincia e non solo: dall’Istituto Colombo e Liceo Cassini di Sanremo al Liceo Vieusseux e Istituto Ruffini d’Imperia, dal Liceo Issel di Finale all’Istituto Baruffi di Ceva e Ormea, dal Varalli e dal Liceo Parini di Milano al Liceo Aprosio di Ventimiglia. Per ciascun istituto ha presenziato una delegazione di alunni, tutti debuttanti critici letterari alle prese con la lettura delle proprie recensioni o intervistatori per una notte dei finalisti del Premio. Per il Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia è stato l’indirizzo CAT (Costruzioni Ambiente e Territorio) a inviare il suo gruppo di lettori forti: Antonella De Simone, Irene Pirrera e Paolo Pallanca, accompagnati dalle docenti di Lettere Prof.sse Vincenza De Caro e Saitta Ambra.
I ragazzi sono stati davvero fortunati: tra tutti gli autori presenti è stata data loro la possibilità di interloquire con l’autrice che più li aveva stregati, tanto per rimanere in tema! Alessandra Carati, scrittrice e sceneggiatrice per il cinema, autrice del romanzo finalista “E poi saremo salvi”, storia di fuga e integrazione narrata dalla prospettiva commovente di una bimba che scappa dalla guerra in Bosnia per approdare in un’Italia estranea in cui sarà difficile potersi sentire a casa, risponde alle domande delle nostre due giovani intervistatrici con quella disponibilità ad accogliere l’altro a cui ci educa la lettura del suo stesso romanzo. Ad Irene che le chiede se la guerra, in un mondo che a guerre vicine ci sta di nuovo abituando, debba oggi più che mai rappresentare un tema prioritario per informare e formare le coscienze alla pace, Carati risponde affermando con forza la necessità che ciascuno nel suo piccolo collabori alla costruzione di una cultura della pace, partendo proprio dalla relazione e dall’ascolto autentico dell’altro, l’unico capace di porci reciprocamente al centro, facendoci incontrare. E ad Antonella, che le chiede se la scelta di adottare il punto di vista femminile sia particolarmente significativa, la scrittrice risponde citando Calasso e sottolineando la grande capacità che una visione femminile del mondo ha di “ridisporre gli elementi del sistema”, invece di eliminarli o escluderli: soprattutto alle donne dunque l’invito di riappropriarsi di questa loro naturale tendenza, facendosi strumento di una cultura della relazione e dell’accoglienza che ponga argine alla cultura del sospetto e della discriminazione.
“Un’esperienza davvero entusiasmante, per gli alunni come per i docenti”, sottolineano le Prof.sse De Caro e Saitta, pienamente d’accordo con l’ideatrice della manifestazione, la prof.ssa Francesca Rotta Gentile, nel dire che la soddisfazione è ancor più grande quando si riesce a “contagiare” di amore per la lettura anche gli/le studenti degli indirizzi tecnici e professionali, molto più inclini a lasciarsi rapire dalle storie di celluloide che non da quelle di carta!».