Non si era risparmiato in consiglio comunale nel proprio intervento all'indirizzo del sindaco Scullino e ora, a distanza di pochi giorni, il consigliere comunale Gabriele Sismondini commenta la situazione che vede di una maggioranza ormai al capolinea.
Sismondini crede che adesso, la cosa più giusta, sia dare la parola ai cittadini.
“Questa amministrazione fin dall'inizio ha mostrato diversi punti di scontro - esordisce Sismondini - abbiamo dei temi caldi a Ventimiglia, non ne abbiamo un miliardo, ne abbiamo due o tre, soprattutto con l'immigrazione, si è visto fin dall'inizio, tante parole, tanta propaganda in campagna elettorale: “Noi non vogliamo il centro migranti”. Poi dopo due, tre anni, il sindaco Scullino si è visto praticamente obbligato, anche dal Prefetto, a dover fare qualcosa perché è necessario fare qualcosa su quel problema lì”.
“Quella è una grande spaccatura - ha proseguito citando altre vicende chiave - poi c'è stato il caso Coop, il caso Dimar, ci sono state tantissime, chiamiamole crisi, dove la maggioranza era completamente spaccata. Mi domando come fa una maggioranza così raccapezzata ad andare avanti altri cinque anni, non può fare il bene della città. Può fare solo il male. Niente di personale nei confronti di nessuno, né del sindaco, né di nessuno. È una presa d'atto che così, non si poteva andare avanti. Sette, otto mesi di commissariamento sono sicuro che non faranno male alla città di Ventimiglia, perché tutto ciò che è stato approvato andrà avanti. Sono sicuro che dare la parola ai cittadini sia la cosa più giusta in questo momento, anche nel periodo di crisi nazionale”.
“Vedremo cosa succederà - conclude Sismondini - mi auguro il meglio per la mia mia città e per i cittadini, però mi auguro anche una persona che sia capace ad ascoltare, che non faccia di qualsiasi cosa un caso personale, un pochino più aperta ad ascoltare tutti. Anche noi come minoranza, in tre anni, non siamo mai stati ascoltati, per carità di Dio, è il gioco della politica ma rappresentiamo il 49% della popolazione, non siamo l'ultima ruota del carro”.