ELEZIONI REGIONALI
 / Attualità

Attualità | 16 giugno 2022, 11:09

Riccardo Scamarcio a Sanremo per le riprese di ‘2Win’: “Gireremo qui il finale, è una città importante per il nostro racconto” (Foto e Video)

Oggi l’incontro in Comune con il sindaco Alberto Biancheri e l'amministrazione comunale: “Un’occasione importante per la nostra città”

Le immagini della visita in Comune a Sanremo

Le immagini della visita in Comune a Sanremo

Piccola pausa dalle riprese per il cast di ‘2Win’, il film prodotto da Riccardo Scamarcio per la regia di Stefano Mordini che in questi giorni ha come location lungomare Calvino e piazzale Dapporto. La città si è prestata come set per rievocare i fasti dei rally di Sanremo e Montecarlo nella stagione ’83 con la grande rivalità tra Lancia e Audi.

L'INTERVISTA A RICCARDO SCAMARCIO

Tutti i protagonisti si sono ritrovati questa mattina nella sala giunta del Comune di Sanremo con il sindaco Alberto Biancheri per un incontro istituzionale con l’amministrazione e i saluti di rito; presente anche il sindaco di Ospedaletti Daniele Cimiotti. Oltre a Scamarcio e Mordini a palazzo Bellevue hanno fatto visita anche gli attori Daniel Bruhl, Volker Bruch, Katie Calrkson Hill e Esther Garrel.

Con ‘2Win’ Sanremo si afferma non solo come città del Festival e della musica, ma anche come set per film e spot. Solo qualche giorno fa tra Porto Sole e corso Imperatrice sono state girate le clip per il nuovo spot dei cantieri Riva con Pierfrancesco Favino e David Beckham.

Un’occasione importante per la nostra città che abbiamo colto insieme a Sergio Maiga che ha vissuto quello storico 1983 - ha esordito il sindaco Alberto Biancheri - penso che per Sanremo sia una grande opportunità e abbiamo cercato in tutti i modi di mettervi a vostro agio nonostante le difficoltà di giugno. Siamo contenti di averlo fatto”.

Grazie al sindaco Biancheri, a Sanremo e alla Liguria che ci ospita con un grande supporto logistico per noi molto importante - ha dichiarato in conferenza stampa Riccardo Scamarcio - il nostro film finisce a Sanremo, è il luogo nel quale nel 1983 fu decretata la vittoria nel mondiale. La città è importante nel nostro racconto e proprio oggi giriamo il finale. È un film che stiamo girando per raccontare una vicenda che rappresenta l’Italia e l’Europa tutta. Vinciamo contro i tedeschi, ma con un pilota tedesco. Rappresenta la voglia di unire”.

Volevamo realizzare un progetto sul rally stando sul territorio, è uno sport che si inserisce nel territorio che diventa importante quanto le macchine - ha proseguito il regista Stefano Mordini - è un film sulla natura, sulle automobili e su come la loro costruzione si integri con essa. Il territorio è protagonista, abbiamo trovato posti meravigliosi e un’accoglienza della quale avevamo bisogno”.

Presente alla conferenza stampa anche Sergio Maiga, attuale organizzatore del Rallye di Sanremo (ai tempi in cui era ambientato il film era l'indimenticato Adolfo Rava): “Avete capito qual è lo spirito dei rally, la conoscenza e la valorizzazione del territorio. Noi portiamo le macchine sul territorio valorizzandone le parti più belle. La Formula 1 è uno sport elitario, il rally porta le auto a casa della gente, passiamo sulla porta di casa delle persone. Complimenti per aver centrato lo spirito dei rally”.

Grande la soddisfazione anche per Liguria Film Commission come traspare dalle parole di Cristina Bolla: “Per noi è un onore essere preseti, grazie per il lavoro che state facendo per il nostro territorio e per le nostre comparse liguri, sono più di 400. ‘2Win’ è il 200° progetto televisivo in Liguria da gennaio a oggi. Grazie per tutto il vostro supporto”.

Insieme a Riccardo Scamarcio sono sul set anche Daniel Bruhl, Volker Bruch, Katie Calrkson Hill e Esther Garrel, anche loro presenti oggi all’incontro in Comune.
Torno a recitare in un film sui motori anni dopo ‘Rush’, ora entriamo nel mondo del rally che è meno elitario, è del popolo - ha dichiarato Bruhl - è un film diverso, molto europeo, molto puro, senza trucchi, è davvero cinema come deve essere. Sono molto contento di collaborare con queste persone fantastiche. Grazie a Sanremo, mi sono innamorato della città, è meravigliosa. Abbiamo apprezzato la passione italiana, è qualcosa che ci mette a nostro agio - ha proseguito Bruch  - è un film sulla passione, sullo stare insieme e ci siamo innamorati di Sanremo anche stando qui solo quattro giorni. Il benvenuto è stato così caldo e tutta la città è contenta di questo film. È un piacere essere qui”.

Entusiasmo per la città anche da parte di Katie Clarkson-Hill: “Sono contenta di scoprire la città che è meravigliosa, abbiamo apprezzato la passione italiana girando questo film. Siamo contenti di girare e di essere qui”. 

È bello sentire le persone felici per questo film - ha concluso Esther Garrel - ci sentiamo i benvenuti qui in città come oggi qui in Comune”.

Le riprese di ‘2 Win’ proseguiranno sul lungomare fino a domani, poi il set si sesterà a San Romolo con la chiusura di strada Prato delle Monache dalle 8 alle 18.30 di sabato. 

'2Win': nel cinema di genere uno specifico sottogenere è rappresentato dai film di corse automobilistiche. Bolidi che ingaggiano duelli mozzafiato fino all'ultima curva, piloti che rischiano la vita per un centesimo di secondo. Duelli insensati solo in apparenza, che sotto la scintillante vernice dalla rivalità rivelano il vero motore che da sempre spinge l'uomo a gesti in apparenza illogici:  combattere la pulsione di morte. Perciò non sorprende che il cinema - grande bardo dell'epos contemporaneo - abbia avuto una fascinazione spontanea per i motori. Ma dentro questo specifico sottogenere, ricco per titoli e declinazioni, c'è una nicchia vuota: il rally.

Se Rush di Ron Howard raccontava il mondo della Formula 1 attraverso il leggendario duello tra Lauda e Hunt durante gli anni '70, Giorni di tuono di Tony Scott spostava il fuoco del racconto sul campionato NASCAR americano e il più recente Ford vs Ferrari di James Mangold ci riportava agli anni '60 della mitica 24 ore di Le Mans, nessun film ha mai acceso i fari sul rally. Perché? In fondo il rally, in totale antitesi con la Formula 1, asettica ed elitaria, è uno sport per costituzione democratico e popolare come dovrebbe essere il cinema stesso. Come avviene per il ciclismo, le macchine corrono su strade reali e non dentro circuiti creati ad hoc per la velocità. Sfrecciano dentro centri abitati passando a pochi centimetri dagli spettatori. Anche il pubblico, al pari dei piloti, si assume dei rischi e diventa parte di questo grandioso spettacolo. Una immensa carovana itinerante, un gigantesco circo che mobilita uomini e mezzi proprio come la grande macchina del cinema. Insomma, il rally come uno spettacolare e roboante film di guerra e azione da vedere senza pagare il biglietto.

Ecco allora l'ambizione e l'originalità di 2 Win: colmare questo vuoto e rendere omaggio a uno sport epico come il rally, una prova ai limiti delle capacità umane per rischio, fatica e concentrazione richiesta. Ma come approcciarsi a questo racconto? Che periodo scegliere? A quale materiale attingere? Un vecchio adagio degli sceneggiatori di Hollywood recita che una storia dovrebbe iniziare il più tardi possibile nella vita e il prima possibile nel racconto. E quale miglior “più tardi possibile e prima possibile” se non gli anni '80 che, dopo la costante crescita dei '70, grazie all'ossessivo interesse dei media e a ingenti investimenti degli sponsor, rappresentarono per il rally la vera consacrazione e il boom della popolarità.
Un'irripetibile età dell'oro per sviluppo tecnico e meccanico (l'introduzione delle 4 ruote motrici come cambio di paradigma), che portarono alla creazione di veri e propri bolidi da 500 CV, quelli del gruppo B, frutto di uno sviluppo esasperato che in breve avrebbe raggiunto l'acme delle performance ma anche il punto di non ritorno, trasformando quelle auto in vere e proprie bare su ruote che ingoiavano piloti ad ogni gara.

Per questo l'anno perfetto per situare il nostro racconto non poteva non essere il 1983, il campionato del mondo in cui avvenne una cosa unica e irripetibile (nel senso letterale, perché mai più si ripeterà un'impresa del genere): grazie all'abilità del suo team manager Cesare Fiorio e al talento dei suoi piloti (su tutti il tedesco Walter Rohrl, un vero superuomo al volante) una macchina con 2 ruote motrici - La Lancia 037 - riuscì a battere una macchina con 4 ruote motrici, l'invincibile Audi 4 di Michel Mouton e Hannu Mikkola.

Cosa c'è di tanto interessante in questa storia da renderla unica, diversa da tutte le ipotetiche storie che si potrebbero raccontare? La forza archetipica. Quella che risiede nel mito e nelle sacre scritture. È proprio nell'antico testamento infatti, nella parabola biblica di Davide contro Golia, che poggia il tema della nostra storia. L'archetipo da cui derivano tutte le underdog stories, la figura ancestrale del debole in lotta contro il potente. Dove il debole deve ricorrere a tutta la audacia, al suo ingegno e alla sua creatività per battere un avversario sulla carta imbattibile per forza e potenza. E da Davide a Ulisse, il mito ci insegna che il debole può trarre vantaggio da un avversario che sottostima le sue capacità.

Pietro Zampedroni - Carlo Alessi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium