Attualità - 08 giugno 2022, 08:36

Calcio, giovani e strutture: dopo la promozione della Virtus Sanremo abbiamo intervistato mister Moroni

Con il tecnico della formazione neo promossa abbiamo parlato della situazione del calcio matuziano e dell'intera provincia.

Dopo la promozione della Virtus Sanremo in Prima Categoria abbiamo fatto alcune domante al mister della squadra matuziana, Massimiliano Moroni, visto che abituati alle sue esplosive dichiarazioni, siamo rimasti un tantino sorpresi dalla sua pacata reazione mediatica a fronte del risultato ottenuto dalla sua squadra.

“Il mio tacere non è silenzio – ci ha risposto – ma sono solo molto provato ed emozionato. In preda alle emozioni si dicono e si fanno cose sbagliate. Soprattutto a livello mediatico, con il rischio inevitabile di essere strumentalizzati. Ho preferito condividere lo slancio emotivo in privato, con la mia squadra ed il mio staff. Sono loro i veri protagonisti del meritato successo”.

Un breve commento al tanto agognato passaggio di categoria? “Grazie papà. Ci uniamo al ricordo del ‘Mister’ Angelo Moroni, a cui tantissimi addetti ai lavori devono il loro passato calcistico. Sì, concordo. Lui, come altri grandi personaggi del calcio sanremese (cito il presidente Borra e Mister Cichero per tutti), meritano un riconoscimento storico. La memoria è una fiamma luminosa che andrebbe sempre alimentata. Se si spegne rischiamo di brancolare nel buio”.

Lei ormai è considerato un veterano nell’ambiente. Passato a parte, cosa prevede per il futuro del calcio imperiese? “Purtroppo non vedo segnali positivi. Ritorno alla metafora della fiamma e vedo buio”. In che senso? “Intanto occorre premettere la necessaria netta distinzione tra le prime squadre/juniores ed i settori giovanili. Un’idea ben distinta. Nella politica della Virtus mio padre e mio fratello Luca hanno posto questa distinzione come il paradigma della nostra Società di calcio”.

Partiamo allora dalle prime squadre: Sanremese e Taggia ad un passo dal successo ma l’unica squadra in provincia a fare il salto di categoria è stata la sua Virtus: “La Virtus non è mia. Mi si consenta di precisarlo nel rispetto di tutti coloro che hanno collaborato al nostro successo. Prima di tutto i giocatori: sono loro che vanno in campo. La Sanremese ha comunque raggiunto il suo obiettivo ottenendo un piazzamento superiore alla stagione precedente ed il record di punti. Il Taggia ha ottenuto un straordinario risultato storico per la sua città. Tutte e tre le squadre meritano un grande plauso per aver ottenuto risultati che rimarranno negli annali”.

I Play off sono un terno al lotto. La Virtus è stata solo più fortunata? E sui settori giovanili?Qui esiste un problema sistemico a livello nazionale, evidenziato peraltro di recente dall’intervista alle Iene dell’ex CT dell’Italia Giampiero Ventura. I problemi sistemici andrebbero risolti da chi sovrintende il sistema stesso. La FIGC purtroppo ha enormi difficoltà a porre in essere i programmi di sviluppo territoriali, la sinergia con la scuola si incaglia troppo spesso per i più svariati motivi. Germania, Francia e altri sono stati più rapidi ed efficaci nella messa in atto delle politiche sportive giovanili, e i risultati hanno dato loro ragione. Soprattutto, come prevedibile conseguenza, negli effetti sulle prime squadre. Trionfi a tutti i livelli, con delle rose composte da giocatori con una età media molto giovane”.

E nella nostra provincia? “Territorialmente (e non solo) è rimasta confinata in una cultura sportiva inadeguata ai nuovi tempi. Non significa assolutamente cancellare il passato, anzi. Dalle esperienze apportate dai nomi che ho prima citato occorre prendere quanto di positivo vi sia stato, ed adattarlo al presente. Dovremmo trovare il modo di riuscire a trasmettere alle nuove generazioni di ‘giovani virtuali’, i valori, la passione, la fatica, il divertimento, la sana competitività dei nostri ‘veci’. La realtà virtuale dei giochi tecnologici offusca le menti dei nostri ragazzi. Bambini ed adolescenti vengono privati del godimento emotivo. Mentre sappiamo che solo la straordinaria bellezza del ‘gioco reale’ può garantire loro emozioni uniche. La scuola è il treno giusto da prendere, a patto che possa viaggiare sui binari adatti e soprattutto verso la giusta destinazione”.

Davvero ritiene così arretrata la nostra realtà calcistica? “Faccio enorme fatica a comprendere come stiano realmente le cose. Non distinguo più l’essere dall’apparire. Nella nostro ambito provinciale, inflazionato e fortemente influenzato dai media, non ritrovo più la verità. Porto ad esempio le alquanto discutibili campagne di marketing delle società sportive, riscontrabili in quantità esagerata tutti i giorni sui media, e finalizzate al ‘mercato’ dei ragazzi. Vado a citare alcuni esempi delle ridondanti dichiarazioni delle nostre società: ‘Cinque nostri giovani in prova al...’, ‘Tre nostri ragazzi convocati nella rappresentativa...’, ‘Due nostri piccoli selezionati nella nazionale...’ e molte altre. Quelle che più dovrebbero indignare gli addetti al settore giovanile sono quelle che rimarcano con enfasi ‘Grande prestazione dei nostri esordienti al torneo... si sono classificati 18 esimi su 36 squadre partecipanti’. Un messaggio che parametra la ‘prestazione’ ad un ‘risultato’ mi lascia davvero basito. Dovremmo tutti avere piena cognizione della enorme differenza tra ‘prestazioni’ e ‘risultati’ e delle conseguenze che implicano entrambi nella crescita dei nostri bambini. Quelle che invece andrebbero addirittura vietate sono le pubblicazioni, ed il loro consenso andrebbe censurato, dei risultati del tipo ‘I nostri ragazzi si sono imposti per 22 a 0 contro i pari età del…’ relative alle categorie non agonistiche di piccoli amici, pulcini ed esordienti. Scusandomi per questa lunga descrizione degli eventi mi chiedo: marketing, mercato e pubblicità non sono termini solitamente utilizzati per la compravendita di prodotti? Non sarebbe forse il caso che ponessimo tutti dei limiti a questa indegna mercificazione dell’infanzia? Come potremmo allora a comprendere il reale livello dei settori giovanili imperiesi? In mezzo alla confusione facciamo appello nuovamente all’unico dato oggettivo riscontrabile: i risultati. Al contrario dei successi osannati sui media – prosegue sull’argomento - questo dato sembrerebbe non essere altrettanto positivo. Quante squadre imperiesi hanno raggiunto le semi finali regionali nelle categorie giovanissimi ed allievi? A quando risale l’ultimo campionato regionale vinto da una squadra imperiese? Come si classificano le Rappresentative Provinciale e quella Regionale nei tornei federali ed interregionali?”

Moroni ci lascia senza speranze per nostri giovani calciatori? “Tutt’altro. Ci mancherebbe! La speranza non muore mai. Faccio riferimento con grande piacere alle dichiarazioni di intenti del Presidente Masu sul settore giovanile. Da cittadino e tifoso Sanremese condivido il progetto dell’accentramento qualitativo del settore giovanile. Ai tempi della grande Sanremese del Presidente Borra funzionava così: dai giovanissimi in su, i calciatori qualitativamente superiori andavano alla Sanremese. E le società limitrofe di allora collaboravano per agevolare questo fondamentale passaggio. Oggi ci si oppone a questo processo in virtù di interessi personali degli adulti, siano essi dirigenti, allenatori o genitori. Assistiamo quindi ad uno sparpagliamento di ragazzi probabilmente dovuto alla mercificazione dei giovani calciatori cui facevo riferimento sopra”.

E cosa ci dice a riguardo del settore giovanile della Virtus Sanremo? “Stiamo programmando la stagione. La scuola calcio ‘Angelo Moroni’ ha improntato con la Sanremese un progetto finalizzato all’interesse comune di valorizzazione dei giovani. Restiamo fiduciosi su questa strada. Se questi sani principi comuni continueranno a coincidere, saremmo lieti ed orgogliosi di portare avanti questa collaborazione, consapevoli del fatto che le fondamenta di un percorso qualitativo consistono nella scelta delle ‘persone’ e nella disponibilità delle ‘strutture’.”