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Sanità | 01 giugno 2022, 12:19

Visite impossibili agli ospiti della RSA 'San Giuseppe' di Bordighera: il comitato dei parenti chiede chiarezza, la direzione “C'è un cluster covid”

Oggi saranno effettuati i tamponi per verificare l'andamento del contagio all'interno della struttura

Visite impossibili agli ospiti della RSA 'San Giuseppe' di Bordighera: il comitato dei parenti chiede chiarezza, la direzione “C'è un cluster covid”

Alla nostra redazione è arrivata la richiesta di aiuto da parte di un comitato composto da nove persone. Sono i parenti di alcuni anziani ospiti della Fondazione San Giuseppe di Bordighera che ci hanno raccontato la spiacevole situazione che starebbero vivendo i loro cari ricoverati nella struttura. “Da due anni le visite sono molto ristrette, a causa della pandemia, ma sopratutto nell'ultimo mese gli anziani sono praticamente isolati - ci dicono - per via, a quanto pare, di alcuni casi positivi all'interno della struttura”. 

Prima ai parenti era concessa una visita settimanale, ora non è possibile nemmeno utilizzare la stanza degli abbracci che era stata donata alla fondazione. “Gli anziani - dichiarano i parenti preoccupati - stanno mentalmente decadendo, poiché provati dei propri affetti”. Chiedono sia garantita per la loro dignità e, per i principi fondamentali dell'assistenza, anche la vicinanza dei parenti al di là della professionalità e bravura degli operatori che restano in ogni caso, degli estranei. Una voce familiare è fondamentale. Si dicono con le mani legate, in un periodo in cui la vita all'esterno riprende e nelle altre case di riposo le visite sono consentite.
Qui, al contrario, per adesso, i pazienti non potrebbero uscire dalle stanze, l'accesso sarebbe consentito soltanto agli operatori sanitari per dar loro da mangiare, lavarli e rifocillarli. Anche i tentativi di videochiamata risultano fallimentari data l'età dei ricoverati e il loro rapporto con la tecnologia. In molti non riconoscono più i loro figli nemmeno attraverso lo schermo del cellulare.

Non ci viene riconosciuto il diritto di vederli” dichiarano a gran voce e raccontano di aver anche provato a chiedere di fare visita agli ospiti negativi mantenendo le distanze di sicurezza, facendo uscire, accompagnati, gli anziani nel giardino ma anche questa richiesta è stata negata.

Alle lamentele hanno fatto seguito le proposte e una lettera inviata una settimana fa all'URP Liguria, tutt'ora però non c'è stata risposta. “Una discriminazione pesante nei confronti degli anziani in un luogo che assiste 54 persone per il quale si pagano costose rette” hanno concluso i membri del comitato. 

Dalla struttura il direttore amministrativo Mauro Ferraresi conferma la presenza dell'attuale cluster all'interno della casa di risposo e comunica che sarà effettuato un ulteriore screening, se questo dovesse riportare dati favorevoli le visite riprenderanno: “In questo momento abbiamo un piccolo cluster in struttura e stiamo adottando le misure necessarie per ridurre la diffusione, le visite in questo momento sono interrotte per uscire da questa situazione, teoricamente domani dovrebbe esserci l'ultimo screening di controllo, e se, come mi auguro, risulterà favorevole riprenderanno i normali contatti. Se sarà rientrato tutto, riprenderanno le normali attività. Se dovessero emergere altri positivi sicuramente si dovrà valutare come gestire la cosa. Questa modalità è sempre stata adottata, la gestione del cluster, viene trattata in un determinato modo, quello di evitare la diffusione affinché si possa risolvere nel più breve tempo possibile”. 

Un altro avvenimento però ha scatenato le polemiche dei parenti, ovvero i festeggiamenti del compleanno di un ospite giunta all'età di 100 anni, avvenuti qualche giorno fa: “Cerchiamo di garantire quelle che sono le attività improrogabili, ci sono stati tre compleanni questo me se e ce ne sarà un altro per un paziente che compie 108 anni.considerando che 100 anni vengono una volta sola, si cerca  di dare una parvenza di normalità a quelle cose che sono improrogabili, la signora era negativa, abbiamo cercato di gestire al meglio delle nostre possibilità è le è stato dato modo di festeggiare un evento eccezionale” ha concluso, spiegando il direttore. 

In una lettera Renato Ariano, uno dei componenti del comitato e parente di una degli ospiti della casa di riposo definisce la situazione “intollerabile...che non può essere sopportata dagli anziani e dai loro parenti. Un isolamento di tipo carcerario degli anziani che da questa presa di posizione ricevono un danno psicologico gravissimo, forse irreversibile”. 
L'appello è disperato e si spera che presto tutti possano riabbracciarsi, per il bene e la salute di tutti, di chi sta dentro e chi sta fuori dalla struttura.

Polemiche ha scatenato anche la piccola festa per i 100 anni di una ospite della RSA.
Scrivono in merito i componenti del comitato: “Nello stesso giorno in cui il comitato dei parenti degli ospiti della casa di riposo San Giuseppe pubblicizzavano la loro protesta per le mancate visite, da circa un mese, ai loro cari ricoverati in questa Fondazione, a causa di persistenti positività Covid nel personale, è comparso su SanremoNews un articolo che illustrava una grande festa tenutasi il giorno prima nella stessa casa di riposo con le foto dei responsabili della struttura in pompa magna fotografati durante questo evento. Questo per festeggiare i 100 anni di un'altra ospite. Questa notizia rischierebbe di invalidare la nostra protesta, tra l'altro già inviata senza una risposta all'Asl1, e che si origina da un lungo periodo di isolamento dei nostri cari ricoverati a cui non sono consentite né le visite né l'ora d'aria nel giardino della casa di riposo. Peggio che ai carcerati. A chi legge l'articolo viene in mente “se c'è la festa non c'è più problema, la situazione è normalizzata”. Affatto. A una mia telefonata immediata al direttore sanitario per sapere cosa succedeva è stato risposto che per ora le visite sono ancora proibite e che si attende il prossimo turno di tamponi, che avverrà mercoledì 1° giugno in attesa che siano tutti negativi. Altrimenti si continuerà con le visite negate. La giustificazione del perché allora di una festa con tamponi ancora positivi è stata: “Non si poteva non fare la festa di compleanno a una centenaria”. Quindi il genetliaco assurge a legittima eccezione al protocollo ministeriale prima invocato per negare le visite ai nostri parenti. L'atteggiamento dei dirigenti della casa mi pare si commenti da solo e sottolinea che le loro prese di posizione sono discutibili ed eccessive penalizzando la categoria dei più deboli e mano "raccomandati" e costringendo a un isolamento di tipo carcerario degli anziani che da questa presa di posizione ricevono un danno psicologico gravissimo, forse irreversibile. È una situazione intollerabile che non può più essere sopportata dagli anziani e dai loro parenti”.

Diego Lombardi

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