All'Istituto Santa Marta di Ventimiglia, i bambini della scuola dell'infanzia e primaria, insieme alle Suore e maestri, hanno vissuto martedì scorso un momento di grande emozione.
Sono state infatti consegnate le borse di studio del premio Beato Tommaso Reggio a due bambine della quinta Primaria, Sofia e Vittoria, che si sono distinte per il loro comportamento corretto nel corso degli anni scolastici e quindi per la loro capacità di andare incontro agli altri creando un clima sempre sereno come a voler seguire le orme del Beato Tommaso Reggio. Hanno ricevuto un attestato anche alcuni alunni delle altre classi che hanno iniziato a gettare i semi per ‘far fiorire il bene’ sulla loro strada e sui passi di chi cammina al loro fianco. Una menzione è arrivata anche per un alievo che ha portato orgogliosamente il nome della nostra scuola ad una gara in cui si è distinto conquistando una meravigliosa coppa.
Grazie, inoltre, alla presenza di Suor Annetta abbiamo potuto approfondire la conoscenza di Tommaso Reggio. Perché è una figura così importante per Ventimiglia e non solo? A Ventimiglia inventò una Famiglia religiosa, la nostra; che chiamò Suore di Santa Marta, definendole “il suo audace tentativo”. Audaci, dunque, le voleva; audaci nel bene e capaci di alzarsi in volo, per scendere, poi, a toccare le fibre di ogni uomo, con l’arte di chi è libero dal superfluo ed è esperto in umanità. Suore dalla “trepidazione” più tenera, dall’adorazione più soda; Suore pronte a servire più con il cuore che con le mani, con negli occhi e nell’anima la certezza gioiosa che la Provvidenza ‘veste’ il mondo ogni mattina.
Il Progetto educativo delle scuole delle suore di Santa Marta getta le proprie basi nella pedagogia dell'accoglienza. E’ uno strumento di lavoro finalizzato a rendere l'azione più mirata ed efficace perché rispondente a bisogni reali. Il carisma al servizio dell'educazione. Il servizio educativo delle Suore di S. Marta trova nella scuola uno dei campi più importanti di apostolato per la promozione umana e cristiana della persona e della società. In linea con la specificità del nostro carisma, tale servizio si esprime essenzialmente nella "pedagogia dell'accoglienza". Ispirandosi al modello evangelico della casa di Betania, il Padre Fondatore, Tommaso Reggio ci ha detto: "Siate tutte buone Marte, siccome quella che Gesù prediligeva".
La scuola come luogo di quotidiana accoglienza. Il tratto della "quotidianità" connota la pedagogia dell'accoglienza quale noi la intendiamo. Accogliere, infatti, è il tratto permanente del nostro agire educativo, l'opzione di fondo della nostra progettualità pedagogica e didattica. Questa scelta deve trovare concreta espressione in una scuola che sia per tutti "casa ospitale" in cui ciascuno, senza discriminazioni, possa sentirsi accettato così com'è e invitato a partecipare ad una relazione educativa fatta di amore competente, capace di motivarlo, di coinvolgerlo e di proporgli ciò che meglio risponde ai suoi bisogni di formazione.
L'insegnamento: "Relazione d'aiuto centrata sulla persona". Dalla pedagogia dell'accoglienza quale noi la intendiamo, scaturisce una concezione dell'insegnamento, e quindi della pratica didattica, basata sulla "relazione d'aiuto" dovuta al singolo alunno e, perciò, "centrata-sulla- persona".il rispetto e l'attenzione per quello che l'alunno è, per la sua storia di vita, per le sue potenzialità e per i suoi problemi; l'utilizzo costruttivo di ogni positività riscontrabile nel percorso formativo di cui l'alunno è protagonista; l'offerta di una autorevolezza educativa come referente affidabile e sicuro nel momento del bisogno; il coinvolgimento di tutti gli adulti responsabili nella riuscita del percorso formativo.