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Attualità | 08 maggio 2022, 07:23

La Polonia rifugio per gli ucraini in fuga dalla guerra, da Riva Ligure la testimonianza di Ewa "Quando ho visto i profughi in stazione ho capito..." (foto e video)

Ewa Kokurewicz, giovane volontaria di "Tratwa dla Ukrainy" (tradotto, 'Una zattera per l'Ucraina' ndr), una delle principali associazioni che si occupano dell'accoglienza dei profughi a Breslavia, la città polacca collegata con Riva Ligure nel segno della solidarietà.

La Polonia rifugio per gli ucraini in fuga dalla guerra, da Riva Ligure la testimonianza di Ewa "Quando ho visto i profughi in stazione ho capito..." (foto e video)

C'è chi la guerra la vive ogni giorno guardando negli occhi i rifugiati che dall'Ucraina cercano un angolo di salvezza in Polonia. Lo sa bene, Ewa Kokurewicz, giovane volontaria che collabora anche con "Tratwa dla Ukrainy" (tradotto, 'Una zattera per l'Ucraina' ndr), una delle principali associazioni che si occupano dell'accoglienza dei profughi a Breslavia, la città polacca collegata con Riva Ligure nel segno della solidarietà. 

Ewa è il contatto di Angelo Lanteri, il ragazzo rivese che ha organizzato una delle prime raccolte di aiuti destinate alla Polonia, presso i centri dove vengono accolti gli ucraini in fuga dalla guerra. L'invasione russa risale al 24 febbraio, poco più di due mesi fa e da allora la vita di milioni di persone è cambiata: da un lato quella delle famiglie in fuga dall'Ucraina, dall'altro  quella dei polacchi che si sono subito messi a disposizione per offrire un rifugio sicuro.

"Tratwa dla Ukrainy" gestisce tre grossi centri su Breslavia dove migliaia di persone hanno alloggi e mensa, gratuiti, gestiti dai volontari. Tra questi c'è Ewa che in questi giorni è venuta a Riva Ligure per vedere come stesse procedendo la raccolta aiuti, la seconda avviata da Angelo. Le abbiamo chiesto una testimonianza di come la guerra abbia sconvolto la sua giovane vita. 

"Fin dal primo giorno di guerra è stato scioccante. In Polonia eravamo informati di conflitti in Ucraina, ma non si pensava che si sarebbe arrivati al punto di vedere una guerra di invasione come quella a cui stiamo assistendo. La Polonia ha accolto subito le persone rifugiate dall'Ucraina ed è stato qualcosa di inaspettato. Nessuno era preparato a questo - ci spiega Ewa - e abbiamo agito per aiutare tutte queste persone che arrivavano nel stazioni ferroviarie in tutta la Polonia".

"Non c'erano organizzazioni per aiutarle, perciò sono stati i privati cittadini che si sono mossi per primi. - ricorda - Le persone che abitano in Polonia si recavano nelle stazioni ferroviarie portando cibo e mettendo a disposizione gli alloggi. È cambiato tutto dall'inizio della guerra. Molte persone hanno smesso temporaneamente di lavorare per poter aiutare. Ora la guerra sta continuando. Le persone devono organizzarsi e c'è bisogno del Governo per aiutare tutte queste persone rifugiate in Polonia. Non potevamo immaginare la durata e la portata del conflitto. Ad oggi ci sono 3 milioni di rifugiati ucraini in Polonia. Stiamo cercando di aiutare tutti. Nessuno escluso". 

"Sono persone che hanno bisogno di alloggio, di letti in cui dormire, di cibo... Ognuno di noi sta cercando di aiutare al meglio. Adesso ci sono delle organizzazioni che si occupano dei centri di accoglienza, delle mense e tutti gli aiuti che vengono donati sono estremamente preziosi e apprezzati. Durante la prima settimana eravamo soli. Poi gli aiuti sono iniziati ad arrivare ai confini. Speriamo di poter continuare a ricevere tutto l'aiuto possibile, perché la Polonia non può farcela da sola. - afferma con amarezza Ewa - È molto difficile da descrivere. In televisione ogni giorno si vedono immagini delle guerre che si verificano in molti luoghi nel mondo. Ma le cose che vediamo in Polonia, le vediamo con i nostri occhi. Queste persone arrivano ai nostri confini".

"Il momento in cui ho realizzato che cosa stava succedendo è stato quando sono andata alla stazione ferroviaria ed ho visto i treni stracolmi di persone in condizioni disperate. - ricorda - Alcune indossavano solo il pigiama, fuggire da casa durante la notte, portando un sacchetto della spesa con dentro qualche vestito, con i bambini in braccio, con il proprio animale domestico. Senza avere nient'altro con sé. Molte persone erano ferite e avevano bisogno di immediate cure mediche, ci sono sempre medici che aspettano alla stazione del treno adesso. Perciò abbiamo visto gli effetti della guerra con i nostri occhi. Non sono solo le bombe, gli spari o l'esercito come si può vedere in televisione. Abbiamo visto le vittime civili entrare nel nostro paese. Hanno bisogno di tutto: vestiti, medicine, cibo... ogni cosa. Le persone anziane hanno bisogno delle sedie a rotelle, arrivano senza niente. Alcune persone arrivano trasportando gli animali domestici fra le braccia. Prendono ciò che gli è più caro e fuggono con il treno verso la Polonia. Hanno bisogno di tutto"

"In Italia, Germania, Francia, forse non si può capire, perché comunque arrivando in Polonia, la vita di queste persone diventa una nostra responsabilità. Ci sono queste persone e dobbiamo prendercene cura. E le aiuteremo per tutto il tempo necessario. Ma spero che presto si possa trovare una soluzione. Speriamo in una presa di posizione da parte del Governo polacco e dell'Unione Europea riguardo questa situazione. Riguardo il futuro di queste persone, perché adesso sono in Polonia, ma nessuno sa quanto può continuare la guerra in Ucraina e c'è bisogno di una soluzione. E per adesso purtroppo non si vedono soluzioni" - analizza.

"Avevamo organizzato la prima raccolta di aiuti umanitari destinati alla Croce Rossa di Breslavia. Nel giro di due settimane Angelo era venuto in Polonia con il carico di aiuti. Questa volta la raccolta è stata più grande e sono stati raccolti molti più aiuti. Sono venuta qui per aiutare. Sono stata in Biblioteca a Riva Ligure dove sono depositati gli aiuti raccolti, e abbiamo contato gli scatoloni. Stiamo organizzando il viaggio e una volta tornata in Polonia incontrerò i  responsabili delle organizzazioni che si occupano dell'accoglienza. Mi occuperò personalmente di scaricare e del deposito del materiale. Sapendo che cosa è stato raccolto, quante scatole di cibo, quanti scatoloni di vestiti, quante scatole di medicine, in Polonia, mi confronterò con la principale organizzazione di Breslavia e contatteremo le altre organizzazioni che aiutano le persone rifugiate dalla guerra in Ucraina. Farò in modo che questo aiuti verranno distribuiti nei luoghi giusti" - conclude Ewa.

La raccolta di Angelo Lanteri è pronta per fare un nuovo viaggio. Nel frattempo il lavoro dei volontari va avanti senza sosta anche grazie all'aiuto arrivato dalle istituzioni, come ad esempio il Comune di Riva Ligure che ha messo a disposizione la biblioteca per ospitare le tantissime donazioni arrivate. In questi giorni vengono definiti gli ultimi aspetti in vista di una data per una possibile partenza verso Breslavia entro un paio di settimane. 

Stefano Michero

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