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Attualità | 03 maggio 2022, 12:35

Sanremo: una scogliera a La Vesca per fermare la discesa della collina verso il mare, le immagini del progetto (Video)

Il movimento del terreno è quantificato in circa 30-40 millimetri all’anno, tra dicembre 2013 e gennaio 2014

Le immagini del progetto

Le immagini del progetto

La collina a La Vesca fa sempre più paura. I movimenti del terreno sono palesi, le fughe di gas provocate dalla rottura dei tubi sotto l’Aurelia ne sono la prova, come anche le ‘ferite’ sul muro di contenimento sotto via Duca d’Aosta.
Il terreno si muove da sempre, ma ora serve porre un freno per evitare danni irreparabili come quando, nel 1918, la collina franò travolgendo alcune ville, l’Aurelia e la ferrovia. Negli anni ’80 il sito fu oggetto di interventi da parte del Comune e di Anas con palificazioni e messa in opera di tiranti oltre alla costruzione del muro e alla posa di micropali. Sull’asse Comune-Anas ora si trovano solamente soluzioni tampone per contenere i danni e limitare i disagi al traffico ma, si sa, la risposta potrà arrivare dal mare sotto forma di una scogliera a protezione della costa per limitare del tutto l’erosione. Un progetto ambizioso e costoso con quel milione e 200 mila euro che il Comune spera di ottenere dalla Regione per dare il via ai lavori.

Stando alle relazioni dei tecnici incaricati dal Comune, la riattivazione dei movimenti franosi risalirebbe al 2010 quando si verificò una prima rottura della condotta del Roja con smottamento lungo la pista ciclabile; da allora il fenomeno è proseguito riacutizzandosi in caso di forti piogge.
Il movimento del terreno è quantificato in circa 30-40 millimetri all’anno con il picco degli 80 millimetri raggiunti nel 2014 per via delle forti piogge. Da record il dato ricavato tra dicembre 2013 e gennaio 2014: 420 millimetri in 27 giorni.
Sulla relazione del Comune si legge che “il tratto strada S.S.1 Aurelia interessato da tale movimento franoso ha in particolare evidenziato negli ultimi tre anni un progressivo e diffuso cedimento fondazionale che ha causato il parziale dissesto di una parte della carreggiata (particolarmente evidente sul tratto di valle, in corrispondenza della giunzione tra la mensola di monte dell’opera di sostegno esistente ed il retrostante terrapieno) che – come evidenziato anche della indagine eseguita con un georadar da parte del Dott. Geol. Marco Benedetto nel gennaio 2021 – ha comportato un approfondimento dei sottoservizi variabile da qualche decina di centimetri a oltre un metro (seguendo di fatto lo stesso andamento dell'approfondimento dell’asfalto)”.

Il lavoro previsto consiste nella realizzazione di una scogliera in massi naturali posta al piede del versante al fine di limitarne l’erosione progressiva della costa e garantire un incremento delle forze resistenti allo scorrimento lasciando invariate quelle destabilizzanti.
L’intervento produrrà una mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico presente nell’area in maniera tale da minimizzare il pericolo di attivazione di ulteriori dissesti - si legge ancora nel documento - sarà finalizzato alla riduzione delle problematiche locali riscontrate nel corso dei sopralluoghi preliminari mirando allo stesso tempo a contribuire al consolidamento parziale di un’area, come quella a valle della pista ciclabile, caratterizzata da peculiarità geotecniche evolutive”.

I documenti che pubblichiamo in pagina disegnano il lavoro che potrebbe rappresentare una svolta epocale per l’intera zona, un investimento nel nome della sicurezza per una porzione di territorio che ha già pagato un prezzo salato oltre un secolo fa. Ora non resta che attendere i finanziamenti.

Pietro Zampedroni

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