Al Direttore - 01 maggio 2022, 09:40

Sanremo verso il festival della cultura ebraica. Un evento di civiltà. Il racconto di Pierluigi Casalino

Le decisioni storiche scaturite da Sanremo durante la la conferenza di pace del 1920 hanno scritto una pagina importante nelle relazioni internazionali del Novecento

Nella primavera del 1920 si svolse a Sanremo la conferenza di pace che decise soprattutto il destino dei territori del decaduto impero ottomano, ma anche lo stabilimento di un focolare domestico ebraico in Palestina. In altre precedenti occasioni ho avuto modo di ricordare i diversi e molteplici aspetti affrontati nel corso di quei negoziati, compresi alcuni altri non meno marginali relativi alle situazioni lasciate in eredità dal primo conflitto mondiale e che la conferenza di Versailles aveva lasciato in sospeso, come il problema tedesco. La questione ebraica trovò nella Città dei Fiori il suo primo riconoscimento ufficiale.

Tale questione è andata nei successivi decenni e in particolare dopo la seconda guerra mondiale verso una definitiva soluzione con la creazione dello Stato di Israele, che nel tempo (e di recente anche grazie ai "patti di Abramo") ha ottenuto pure il formale accoglimento di  importanti stati arabi. Una circostanza che, dopo lunghi periodi conflittuali tra Israele e i suoi vicini, dà ragione alle determinazioni che furono assunte in quella conferenza nel lontano 1920. Le ricorrenti tensioni successive alla nascita dello Stato Ebraico, l'unico veramente democratico del Medio Oriente, non si sono placate, nonostante tutto, neppure ai giorni nostri, ma le decisioni storiche scaturite da Sanremo hanno scritto una pagina importante nelle relazioni internazionali del Novecento. Una pagina che continua ad essere un momento felice pure in un tempo che sembra riscoprire i demoni dell'intolleranza e dell'odio.

E Sanremo, a questo proposito, merita davvero, per il suo antico messaggio di civiltà, di libertà e di accoglienza e per essere infine anche uno dei grandi miti italiani (grazie alla vasta eco del suo nome nel mondo), di ospitare un festival della cultura ebraica. Una cultura che nel passato è stata parte integrante della vita cittadina e che le tragiche vicende della persecuzione nazista non hanno cancellato. Non è un caso che ebrei di ogni parte d'Europa e del Nord Africa si siano stabiliti a Sanremo e dintorni fin dall'epoca romana, coniugando così due simboli di universalità. Un esempio di tali contatti fu, per fare un esempio, il commercio dei limoni matuziani verso le comunità giudaiche tedesche che utilizzavano questi agrumi per le loro tradizionali cerimonie e nei diversi riti. Anche le palme della Riviera erano (e sono tutt'ora) tra le preferite nelle liturgie pasquali ebraiche al pari di quelle cristiane.

Pierluigi Casalino 

Redazione