Sono stati 16 gli studenti che questa mattina hanno discusso la Tesi per il master universitario di primo livello “Assistenza infermieristica di famiglia e comunità”. Si tratta del completamento di un percorso iniziato circa un anno fa, con l'egida dell'Università degli Studi di Genova e fortemente voluto da Asl1, la cui mission è quella di implementare nel suo Territorio l’Assistenza Infermieristica di Famiglia e Comunità.
Il corso di studi sotto l'egida dell'Università degli Studi di Genova e fortemente voluto da Asl 1, ha la mission di implementare nel suo Territorio l’Assistenza Infermieristica di Famiglia e Comunità.
L’infermieristica territoriale e domiciliare è destinata a diventare, nel prossimo futuro in Europa, il fenomeno dominante a causa del progressivo invecchiamento della popolazione residente e dell’aumento della cronicità. L’Infermiere di Famiglia è contemplato nel “Il Patto per la Salute per gli anni 2019-2021” in stretta relazione al Piano per la Cronicità e al Piano della Prevenzione. Il Patto promuove una maggiore accessibilità e omogeneità dell’assistenza territoriale attraverso questa a figura: si determina così una ridefinizione organizzativa in ambito territoriale per l’effettiva continuità assistenziale e la presa in carico delle persone più fragili e affette da patologie croniche, nelle diverse fasi della vita e in relazione alle diverse tipologie di bisogno.
L'obiettivo del corso è quello di garantire interventi d’educazione terapeutica, monitoraggio infermieristico, screening di fragilità e continuità assistenziale nella fase di post dimissione in caso di ricovero. Analogamente ha l’obiettivo di garantire gli stessi interventi per mantenere lo stato di salute attuale della persona, rallentare o posticipare problemi di salute correlati all’evoluzione delle malattie croniche ed alla perdita di autonomia fisiologica nell’invecchiamento per curare la persona al suo domicilio.
"E' sicuramente un'iniziativa importante e legata ovviamente al territorio. Proprio per questo motivo – sottolinea il Direttore Generale di Asl 1, Silvio Falco - di concerto con l'Università di Genova, abbiamo voluto dare il via a questo formativo e innovativo percorso di studi ed oggi raccogliamo i primi frutti di questa importante attività formativa. Il master è indirizzato a chi lavora in Asl ma soprattutto ha l'intenzione di investire sulle attività distrettuali e del territorio che ha bisogno, oggi più che mai di essere messo al centro del nostro lavoro. La mission di Asl e Università di Genova sarà pertanto, quella di essere più vicini ai nostri anziani ed a quei pazienti con più patologie, direttamente a casa loro".
Soddisfazione per il Master di oggi è stata espressa anche dal Presidente dell’Ordine dei Medici imperiese, Francesco Alberti: “L’idea avuta dal Direttore Generale è sicuramente ottima, anche in funzione delle ‘Case di Comunità’. Il corso è stato uno dei primi in Italia, nello spirito di collaborazione tra la componete infermieristica e quella medica, nel rispetto delle singole qualifiche e dei singoli ruoli. Sono veramente felice per l’iniziativa, totalmente appoggiata dal nostro Ordine”.
Poiché il territorio dell’Asl 1 è caratterizzato da aree geograficamente difficile e da condizioni meteorologiche complesse, collegamenti di rete insufficienti e con molti centri distanti tra loro e da ospedali, ambulatori e farmacie, il servizio degli Infermieri di Famiglia e Comunità risponderà ai bisogni della popolazione, in collaborazione con il Medico di Medicina generale, gli Operatori del Distretto sanitario, i Medici specialisti, le Istituzioni Locali e le Associazioni di Volontariato.
“Il nostro progetto – spiega il dottor Marino Anfosso, Direttore delle Professioni Sanitarie - è stato pensato come il più rapido possibile per realizzare la nuova figura Infermieristica mantenendo come priorità la garanzia, valorizzazione e sviluppo delle competenze professionali, tenendo conto dei livelli della formazione universitaria che verrà acquisita dagli Infermieri che risponderanno attivamente al nostro progetto. In particolare – prosegue Anfosso -, la novità progettuale è la pianificazione di un cambiamento nei modelli di risposta sanitaria al cittadino, in termini di tempo e di vicinanza. Una risposta reale e di prossimità all’enorme incremento di bisogno di continuità dell’assistenza, educazione terapeutica soprattutto per i soggetti più fragili, affetti da multi-morbilità e anziani del nostro ampio territorio”.