Hanno preso il via martedì, come programmato, i lavori di demolizione della cabina elettrica dismessa presso il cavalcavia ferroviario di Nervia. Dopo le demolizioni dei fabbricati sul piazzale vicino al teatro da parte del Ministero della Cultura, prosegue l’opera di bonifica dell’area archeologica avviata nel 2019, questa volta con l’intervento diretto di RFI.
La cabina costruita nel 1964 pregiudicava il decoro e la godibilità visiva della domus romana scavata da Nino Lamboglia negli stessi anni, poiché la costruzione insisteva direttamente sulle strutture antiche, causando notevoli difficoltà alla loro conservazione e fruizione.
Si tratta di una vera e propria liberazione dal cemento e dal degrado per i resti archeologici, e avviene in un momento particolarmente importante per l’area: da un lato con un sostanzioso investimento da parte del Ministero della Cultura per la riqualificazione e l’estensione del percorso di visita, dall’altro con il prolungamento della pista ciclo-pedonale che diventerà punto di accesso sostenibile all’antica Albintimilium e ai suoi monumenti.
La domus “del cavalcavia” è un settore importante della città romana, perché conserva i resti di una ricca abitazione che si affacciava direttamente sul decumano massimo, la strada principale percorsa da merci e persone, che corrisponde al tratto urbano della via Iulia Augusta. La domus occupava l’intera fronte di una insula, era delimitata da due strade minori con orientamento nord-sud (cardini) ed era costruita secondo lo schema canonico che prevedeva due tabernae laterali rivolte verso la strada, un vestibolo di ingresso e un grande atrio a quattro colonne con vasca centrale (impluvium). Il tratto del decumano massimo di età imperiale visibile di fronte alla domus è realizzato con grandi blocchi di pietra calcarea della Turbie, è largo quasi 3 metri con marciapiedi laterali e al di sotto scorre l’impianto fognario (cloaca). I reperti della domus sono esposti nel vicino antiquarium.