L'inversione di marcia sulla vicenda privatizzazione dell'ospedale Saint Charles di Bordighera, con la lettera del direttore generale della Asl 1 imperiese Silvio Falco, risalente a circa un paio di settimane fa, per congelare il passaggio della struttura sanitaria alla società Iclas, ha certamente fatto discutere e causato reazioni.
Tante, forse troppe le inottemperanze da parte del gruppo Iclas all'interno della bozza di contratto, secondo il Direttore dell’azienda sanitaria ponentina. Tra queste il numero inadeguato di medici in un edificio che dovrebbe contare un totale di 119 posti letto. Un altro problema è causato dal tempo, in quanto il contratto dovrebbe essere siglato entro il 30 del mese in corso. Da Iclas, fanno sapere che la loro posizione non cambia e che l'accordo sarà rispettato per quanto di loro competenza.
Lo scritto ha immediatamente suscitato la preoccupazione dei sindaci dell'estremo ponente, in quanto tutta la popolazione della zona fa affidamento, in termini sanitari, sulla struttura presente sul territorio di Bordighera e il subentro dei privati in termini di gestione avrebbe dovuto portare anche all'attesa realizzazione di un pronto soccorso aperto 24 ore.
Una lettera, da parte di tutti 18 sindaci del comprensorio è stata inviata questa mattina al Direttore Generale di Asl 1. Nella missiva è stato richiesto un incontro con le parti interessate al fine di ottenere chiarimenti e capire quale sarà il futuro della gestione del Saint Charles.
Ora, dopo la lettera di Falco si attendono anche informazioni dal Presidente della Regione, Giovanni Toti, che ha anche la delega alla sanità e che potrebbe intervenire sulla vicenda. Per Bordighera, ma per tutte le città del comprensorio intemelio, quella dell’ospedale ‘Saint Charles’ è una querelle che si trascina ormai da anni e che, al momento, non vede la luce in fondo al tunnel.