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Attualità | 31 marzo 2022, 09:10

Acqua pubblica, il Cimap: “Aumenti tariffari illegittimi, a pagare sono sempre i cittadini"

Duro intervento del Comitato: nel mirino in particolare le gestioni di Amaie e Amat con conseguenze che ricadono su Rivieracqua

Acqua pubblica, il Cimap: “Aumenti tariffari illegittimi, a pagare sono sempre i cittadini"

Illegittimi aumenti tariffari e obbligo di restituzione in bolletta degli importi impropriamente trattenuti dai gestori cessati Amaie, Amat e Aiga. Ennesima assurdità frutto della mala gestione dilagante in provincia di Imperia.

Come Cimap (Coordinamento imperiese Acqua Pubblica), custodi dell’esito referendario che ha sancito che l’acqua non può deve essere trattata al pari di qualsiasi merce, dobbiamo tornare a stigmatizzare pubblicamente l’operato della classe dirigente che ha amministrato il ciclo dell’acqua negli ultimi anni.

In particolare, stando a quanto abbiamo potuto apprendere da articoli di stampa, vorremmo provare a evidenziare il perché Rivieracqua, oggi suo malgrado, si trova costretta a dover restituire circa 5 milioni di euro agli utenti.

Il punto in cui siamo deriva evidentemente dalla volontà di ostacolare con ogni mezzo, lecito ed illecito, il processo di ripubblicizzazione dell’acqua. La nascita di Rivieracqua è stata duramente osteggiata dai ricorsi di Iren (socio privato di Amat e Aiga), mentre la politica è rimasta a guardare, incapace di prendere una posizione netta a favore dell’acqua pubblica.

Se Amaie, Amat e Aiga, fossero state gestite correttamente e nel rispetto della legge, invece di attendere l’evolversi degli eventi, si sarebbero dovute adoperare per accelerare il processo di integrazione nel gestore unico provinciale, visto che senza gli aumenti tariffari, poi deliberati in maniera illegittima, per loro non era materialmente possibile restare in attività.

Invece hanno preferito muoversi in maniera non conforme. Questo è ancora più grave perché si parla di società pubbliche e perché le conseguenze negative ora ricadono tutte sulle spalle dei cittadini. Ciò vale per Amat, Aiga, e i rispettivi Comuni di Imperia e Ventimiglia, sul cui operato occorrerebbe stendere un velo pietoso, ma certamente per Amaie e per  il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, che in qualità di socio unico avrebbe dovuto subito rendere nota la questione degli aumenti tariffari illegittimi applicati dalla sua società partecipata nei periodi compresi tra il 2012 al 2015.

In questo caso, ci domandiamo se l’amministrazione matuziana, sentito il Cda, abbia valutato di intraprendere le opportune azioni di responsabilità nei confronti dei dirigenti che hanno avallato, contra legem, gli aumenti tariffari che costringono Amaie a deprezzarsi di circa 3,5 milioni di euro.

Di seguito rendiamo noti i passaggi chiave che hanno portato alla situazione attuale.

Quando la Provincia ha fatto l’affidamento a RA (settembre 2012 ) ha dichiarato cessate le gestioni Amaie, Amat e Aiga in quanto a suo tempo affidate illegittimamente.

A quel provvedimento è seguito il ricorso di Iren, contro l’affidamento a Rivieracqua e la dichiarata cessazione delle gestioni (Iren ovviamente per Amat e Aiga).

A ottobre 2014 il Consiglio di Stato dà ragione definitivamente alla Provincia di Imperia.

Iren presenta un ricorso al Consiglio di Stato contro il Consiglio di Stato (evidentemente solo per prendere tempo), che si risolve solo nel 2016.

Nel periodo 2012/2015 Amaie e Amat, confidando che Iren avrebbe vinto il ricorso, hanno applicato gli aumenti alla tariffa, cosa che non avevano diritto di fare poiché gestioni cessate.

Per quel che riguarda Amaie, Arera ha aperto un procedimento contestando gli aumenti tariffari. A quanto ci risulta l’importo contestato era di circa 6 milioni, ridotti a 3,5 in seguito a transazione

I maggiori aumenti dovranno essere restituiti da Rivieracqua, che è subentrata nelle due gestioni, e conseguentemente il prezzo di subentro nelle tre aziende pubbliche di Sanremo, Imperia e Ventimiglia sarà decurtato dei relativi importi

Per parte nostra, continueremo ad insistere per realizzare la difesa dei beni comuni a partire dall’acqua. Per affermare l'idea che l'acqua è un diritto umano universale e che solo una reale gestione pubblica e partecipata può garantire questi principi.

Redazione

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