Attualità - 08 marzo 2022, 12:28

Indagine CNA: le imprese “in rosa” crescono anche durante la crisi ma il tetto di cristallo rimane intatto

Resilienti, combattenti, creative, tenaci, innovative, consapevoli di essere una risorsa per il Paese

L’imprenditoria femminile è una realtà di grande valore per l’economia nazionale. Secondo i dati Unioncamere, oltre un quarto dei ruoli imprenditoriali italiani sono coperti da donne: per la precisione, 2,8 milioni in termini assoluti equivalenti al 26,8% del complesso di titolari, amministratori e soci d’impresa del nostro Paese.

Sempre secondo l’indagine, nel 69,7% dei casi le donne non svolgono una funzione ausiliaria ma sono responsabili in prima persona dello sviluppo del progetto imprenditoriale in qualità di titolari (29,2%) e/o di amministratrici (40,5%). Considerato che il numero delle imprese registrate alle Camere di commercio è pari a circa sei milioni ne deriva che le donne operano mediamente in una impresa su due e che rivestono ruoli apicali di titolare e/o di amministratore quasi in un’impresa su tre.

A livello territoriale, i tassi di imprenditorialità femminile più alti si registrano nel Centro e nel Nord-Ovest del Paese. Il peso relativo delle quote di donne che fanno impresa è del 28,6% per la Liguria, che si posiziona sesta tra le regioni italiane (media nazionale 26,8%). 

"C’è ancora tanta strada davanti - commenta Monica Pisano, Presidente Cna Impresa Donna della Provincia di Imperia - per rafforzare l’imprenditoria femminile devono essere messi sempre più al centro il welfare sociale e politiche mirate per la conciliazione famiglia-lavoro e per arrivare finalmente a scalfire il tetto di cristallo della crescita professionale. Se da una parte, come emerge dall’indagine, l’imprenditoria permette alle donne di raggiungere una piena realizzazione personale e di ricoprire ruoli di responsabilità, spesso difficilmente accessibili in altri ambiti lavorativi, dall’altra vi è ancora un grande divario tra la maggiore libertà offerta dalla scelta di essere imprenditrici e le minori tutele rispetto a quelle garantite dal lavoro dipendente".

Ampliando poi il campo dell’analisi all’intero mercato del lavoro, non solo a quello delle imprese, tra i dati dell’indagine CNA da mettere in risalto c’è quello sul gap retributivo. Oltre ad avere meno opportunità lavorative, le donne in Italia continuano a percepire retribuzioni più basse di quelle maschili a parità di lavoro e mansioni. Basti dire che, nella media delle imprese del settore privato, la retribuzione oraria dei dipendenti di sesso maschile supera quella femminile di 7,2 punti percentuali. Occorre però sottolineare come gli squilibri retributivi che penalizzano le donne diminuiscono in modo considerevole con il ridursi della dimensione di impresa.

"Resilienti, combattenti, creative, tenaci, innovative, consapevoli di essere una risorsa per il Paese: dopo tante parole oggi le donne imprenditrici sono in attesa di azioni concrete», continua Monica Pisano. «Il percorso che porta alla piena parità di genere e alla completa partecipazione delle donne al mercato del lavoro non può dirsi ancora completato. Nel 2022 le difficoltà nel dividersi tra gli impegni familiari e la vita lavorativa e una innegabile disparità di trattamento economico sono all’ordine del giorno: pur operando in condizioni spesso meno favorevoli rispetto agli uomini, però, le imprenditrici si sono ricavate uno spazio sempre più ragguardevole nel nostro sistema produttivo e forniscono un apporto considerevole alla crescita dell’economia italiana".

"Per promuovere l’autoimprenditorialità da parte delle donne sono necessari interventi ben calibrati, quali l’assegno unico universale per i figli a carico e le misure previste dal PNRR, che sono un primo importante passo. L’Europa, infatti, ha chiesto al nostro Paese un impegno chiaro che possa condurre al superamento dei tanti gap riguardanti il lavoro femminile. Il primo passo per conseguire effettive pari opportunità, combattere la violenza sulle donne e innalzare la qualità della nostra vita è infatti il raggiungimento dell’indipendenza economica e una sempre maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro".

E conclude Monica Pisano: "Noi tutte stiamo lavorando a questi obiettivi: proprio oggi, la Giornata internazionale della donna, abbiamo partecipato alla riapertura del Punto Donna di Taggia, la rete alla quale abbiamo preso parte formata in origine, oltre a CNA Imperia, dal Comune di Taggia, da FIDAPA BPW e l’Associazione Italiana Donne Medico, cui si sono aggiunte oggi nuove importanti realtà in un continuo percorso di sviluppo. Un importantissimo servizio cui si potranno rivolgere tutte le donne di qualsiasi età che, oltre sostenere le vittime di maltrattamenti, mira anche a fornire un aiuto concreto verso le problematiche che riguardano la condizione femminile nel quotidiano: uno strumento di sostegno sociale e relazionale di orientamento e sensibilizzazione per la promozione delle pari opportunità, i valori della cultura di genere e la dignità delle persone, nato sulla scia dei sempre più frequenti casi di violenza sulla donne, di tipo fisico, psicologico ed economico".