No alla psicosi e soprattutto non si devono innescare meccanismi di speculazione. È questo il messaggio che le categorie imprenditoriali rivolgono agli imperiesi. Dopo la notizia dell’invasione russa in Ucraina sulle chat e sui principali gruppi social di Imperia e provincia non sono mancati i messaggi e gli inviti alla 'corsa' ai supermercati.
Scene queste già vissute due anni fa quando l’Italia si stava preparando a vivere la terribile esperienza del primo lockdown, a causa dello scoppio della pandemia, che già allora risultava immotivata in quanto i negozi di generi alimentari sono stati tra i pochi a rimanere sempre aperti anche duranti i momenti più tragici.
Ne abbiamo parlato sia con Enrico Lupi, presidente della Camera di Commercio 'Riviere di Liguria' nonché presidente della Confcommercio provinciale, e con Ino Bonello presidente della Confesercenti di Imperia.
“Ho contattato i responsabili delle principali catene alimentari dislocate sul territorio e, evidenzia Lupi, per fortuna ad oggi non si assiste ad una corsa agli acquisti, ma al momento la situazione è quindi limitata solo alla comunicazione social. Ai cittadini dico che ad oggi non vi è alcun motivo valido per preoccuparsi sul fronte dell’accaparramento delle merci. Certo quanto sta accadendo in Ucraina è un evento sciagurato che si spera finisca al più presto, ma il sistema economico occidentale è saldo e quindi non sono necessari allarmismi. Si tratta di una guerra territoriale che non comporta per noi imperiesi, e in più in generale per noi italiani, pericoli per la sicurezza pubblica né destabilizzazione della vita quotidiana”.
L’invito del presidenti Lupi è quindi di “non attuare comportamenti irragionevoli e soprattutto no al panico anche perché è proprio la psicosi che potrebbe innescare spirali di speculazione sui prezzi. Se schizza la domanda in modo esasperato è inevitabile poi che i costi per i cittadini aumentino ed è per questo quindi che occorre sempre mantenere la calma”.
Dello stesso avviso il presidente di Confesercenti Bonello. “Non vedo questo pericolo imminente, ha dichiarato al nostro giornale, per noi come per gli altri stati europei o quantomeno non è imminente. Se abbiamo davvero una forza Nato che funziona questa guerra si limiterà e non si allargherà. Ipotesi per il nostro territorio sono per fortuna molto remote e lontane. Ad oggi non stiamo registrando allarmismi da parte degli esercenti, come è stato all’inizio dell’emergenza sanitaria. In questo momento la situazione è tranquilla, ma l’importante è non divulgare allarmismi. Tra le aziende, però vi è la preoccupazione dell’aumento dei costi di gas ed energia questo sì che porta ad un aumento dei prezzi delle merci al dettaglio e del sistema trasporti”.
“Non vi è, conclude Bonello, alcun tipo di preoccupazione. Non occorre fare scorte anche perché, per quanto riguarda il settore alimentare, siamo dei grandi produttori di merci e le importazioni sono limitate. Non c’è necessità di fare scorte di pane, lievito e farina come è successo durante il lockdown. Non vi sono fortunatamente i presupposti di un’emergenza di questa portata”.