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Attualità | 17 febbraio 2022, 17:39

Indagine Cna: edilizia, blocco della cessione dei crediti “A rischio il 40% del fatturato e migliaia di posti di lavoro”

Contro le frodi intensificare i controlli e certificare a monte i crediti

Indagine Cna: edilizia, blocco della cessione dei crediti “A rischio il 40% del fatturato e migliaia di posti di lavoro”

Il blocco della cessione dei crediti per i bonus dell’edilizia avrà un impatto molto pesante sulla filiera delle costruzioni, che conta in Italia oltre 500mila imprese e nella nostra Provincia oltre 5.000 realtà. Le imprese del settore stimano una caduta del fatturato che sfiora il 40% per l’anno in corso, i serramentisti e le imprese di impiantistica intorno al 30%: è un quadro a tinte cupe quello che emerge dall’indagine promossa dalla CNA.

«Le forti limitazioni alla cessione dei crediti introdotte dal decreto Sostegni ter rischiano di vanificare la robusta ripresa del comparto registrata l’anno scorso», afferma Luciano Vazzano, Segretario territoriale CNA Imperia. «Quasi l’80% delle imprese intervistate prevede una riduzione dei ricavi per effetto del raffreddamento della domanda. Nelle costruzioni, oltre il 10% indica che ridurrà l’organico».

L’effetto volano del Superbonus e degli altri incentivi fiscali è stata la possibilità dello sconto in fattura e la successiva cessione del credito a terzi: dopo l’entrata in vigore del decreto Sostegni ter, il 50% del campione rileva la totale indisponibilità di soggetti terzi ad acquisire i crediti derivanti dallo sconto in fattura, e il 13% delle imprese ha ricevuto la richiesta di rinegoziazione delle condizioni.

Continua Vazzano, «All’entrata in vigore del provvedimento, oltre un’impresa su due era nella condizione di dover smobilizzare crediti per lavori effettuati con lo sconto in fattura al cliente. Crediti che molto difficilmente potranno essere ceduti. Oltre 100mila imprese in Italia corrono oggi il serio rischio di non poter incassare il corrispettivo delle fatture emesse con la prospettiva di trovarsi in gravissimo squilibrio finanziario».

I canali più utilizzati per la cessione dei crediti sono gli istituti di credito (oltre il 55% nelle costruzioni, 23% serramenti e 20% impianti), seguiti da Poste con oltre il 30%. L’anno scorso il fatturato realizzato dalle imprese con la formula dello sconto in fattura è stato molto rilevante, oltre il 50% per l’edilizia, oltre il 40% per imprese del settore installazione impianti e dei serramenti. Tre imprese su quattro, di fatto, hanno offerto lo sconto in fattura ai clienti.

«Siamo molto preoccupati per questa decisione sui Bonus Fiscali. Chiediamo che vengano superate le forti restrizioni alla cessione dei crediti connessi ai bonus che stanno paralizzando gli investimenti, fermando i cantieri e provocando danni alle imprese che hanno praticato lo sconto in fattura – osserva Vazzano - Occorre intervenire con urgenza per non fermare la riqualificazione del patrimonio immobiliare in linea con gli obiettivi di transizione energetica concordati con la Commissione UE e per non spegnere il motore della filiera delle costruzioni: le imprese sane non temono criteri più rigidi per le asseverazioni»

«I comparti Costruzioni e Installazione Impianti esprimono apprezzamento per il nuovo Decreto Prezzi, firmato lunedì scorso dal Ministro Cingolani, che ha definito i costi massimi per alcune tipologie di beni nel quadro delle detrazioni fiscali per gli edifici, e che ha recepito gran parte delle nostre osservazioni e dei suggerimenti inviati. Il provvedimento è di importanza estrema per tutta la filiera delle costruzioni e per i professionisti tecnici asseveratori in quanto definisce i costi massimi, distinti per tipologia di intervento, per gli interventi di efficienza energetica ricompresi nelle discipline cosiddette Ecobonus, SuperEcobonus, Bonus casa, Bonus Facciate e di incentivazione delle colonnine di ricarica elettrica, nei casi di accesso alle opzioni di sconto in fatture e cessione del credito, massimali che aggiornano quelli già vigenti per l’Ecobonus, e che hanno accolto le nostre istanze, aumentandoli di una percentuale superiore al 20%, in considerazione del maggior costo delle materie prime, che purtroppo non sembra vedere un freno, e dell’inflazione».

E conclude, «La cessione dei crediti d’imposta è un meccanismo di grande utilità, ma per assicurare che i crediti immessi sul mercato siano veri devono essere certificati a monte dall’Agenzia delle Entrate. È necessario intensificare i controlli. Se c’è un problema di efficienza e razionalizzazione della pubblica amministrazione, la conseguenza non può e non deve essere scaricata su chi svolge il proprio lavoro nel rispetto delle regole».

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