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Al Direttore | 30 gennaio 2022, 07:34

Verso il Festival 2022: nelle parole del nostro lettore Pierluigi Casalino la storia di una Sanremo protagonista nella storia

“Sanremo è ancora oggi, nonostante tutto, un mito tutto da scoprire e da vivere”

Verso il Festival 2022: nelle parole del nostro lettore Pierluigi Casalino la storia di una Sanremo protagonista nella storia

A poche ore dall'inizio del 72° Festival di Sanremo, il nostro lettore Pierluigi Casalino ripercorre la storia di una Sanremo grande protagonista su scala nazionale e internazionale.

A lungo capitale del bel mondo,  ma anche teatro di eventi prestigiosi ancor prima della belle époque, Sanremo è stata, tra l'altro, nel 1920, sede di una importante conferenza di pace che decise le sorti dei territori dell'impero ottomano, affrontando, con l'occasione, anche questioni geopolitiche tuttora irrisolte come quella armena e curda. Una Sanremo bersaglio in quei giorni delle invettive di D'Annunzio impegnato nell'avventura fiumana e dove a Mussolini era vietata la presenza a causa della sua propaganda nazionalistica: nessun albergo o pensione  di Sanremo doveva ospitarlo, essendo allora considerato il pericolo numero uno. Mussolini due anni dopo era, paradossalmente, il padrone d'Italia. Teatro di un campionato mondiale di scacchi, negli Anni Trenta del XX secolo, la Città dei Fiori è fortunata protagonista di eventi sportivi delle due e quattro ruote, come la classica Milano-Sanremo ciclistica e i rallies automobilistici che ne illustrano il nome e la fama. Nel dopoguerra ha poi incarnato nel Festival della Canzone Italiana lo spirito di rinascita del Bel Paese, uscito prostrato dal secondo conflitto mondiale. La manifestazione nacque suscitando le preoccupazioni della vicina Francia, che temeva una forte concorrenza alla Costa Azzurra. Specchio dell'Italia, delle sue emozioni e delle sue suggestioni, Sanremo rivive le speranze e i drammi della società nazionale e fa, in un certo senso, da cassa di risonanza alle stesse problematiche che toccano le vicende vicine e lontane del pianeta. Sanremo, infatti, è uno dei luoghi simboli più conosciuti ed è attraversata da quelle sensazioni che segnano, appunto, i momenti epocali della Storia. Il fatto che ogni anno la manifestazione canora riesca a riproporsi, nonostante tutto, sempre con una nuova veste, interpretando non solo il costume e gli umori di una realtà sempre intrecciata con il divenire inarrestabile delle cose, è circostanza che ne caratterizza il successo. Blindato all'inverosimile a causa di rinnovate minacce esterne , il Festival di Sanremo, come l'eterno ritorno, ha sfidato e sfida le crisi di sistema, le insidie senza volto della sicurezza e da ultima la subdola ed avvolgente rete della pandemia tra green pass, tamponi e positivi al covid delle nuove varianti. Immerso è il Festival nel solito mare di lustrini e di polemiche, del resto ormai rituali, e proprio per questo sale irrinunciabile del suo essere. Lo spettacolo dell'Ariston si annuncia, infatti, di volta in volta  avvincente e vincente e al suo termine non manca mai di rilanciare il suo felice messaggio di svago e di novità, un messaggio di cui ha bisogno la gente, anche chi segue distrattamente l'avvenimento o lo ignora direttamente in un momento di generale scoramento. Soprattutto in questa fase di incertezza e di smarrimento, di confusione, di disinformazione e persino di strumentalizzazione da parte di pericolosi ed ignoti nemici dell'intelligenza, della ragione e della serenità in questa interminabile età del covid che fa il paio con la crisi ucraina e i suoi giochi di guerra. Forse è anche per questo motivo che Sanremo è Sanremo, una metafora della vita e della storia che ben si sposa con quanto interagisce dall'esterno con le ricorrenti e seducenti luci del febbraio matuziano, capaci di riecheggiare e di interpretare non di rado addirittura anche le voci della politica romana. Insomma Sanremo è ancora oggi, nonostante tutto, un mito tutto da scoprire e da vivere. 

C.S.

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