Attualità - 25 gennaio 2022, 11:44

Primato della provincia di Imperia per l'inserimento lavorativo dei disabili, Lisa (Asl 1): "Grande lavoro di squadra tra sanitari e strutture del territorio"

Superando la media nazionale, sono 47 le persone inserite in progetti di formazione professionale con inserimento lavorativo e in tutto sono oltre 800 i pazienti gestiti dal dipartimento 'Percorsi e residenzialità disabili' e dalle varie realtà assistenziali

Sono 47 le persone con disabilità della provincia di Imperia inseriti in progetti di formazione professionale con inserimento lavorativo. Un numero che può sembrare esiguo, ma che in realtà – rispetto la media nazionale- rappresenta un primato nel panorama dell’inclusione sociale. Ciò è avvenuto grazie al lavoro svolto dai sanitari e dagli operatori in forza alla struttura 'Percorsi e residenzialità disabili' di Asl 1 diretta dal primario Gianluca Lisa. 

Le ultime statiche effettuate in materia che analizzano sia i dati pre-pandemia, ma anche parte del 2021 evidenziano come in Italia “su 100 persone di 15-64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e-o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, abili al lavoro, solo 35,8 sono occupati”. Secondo l’ultimo report Istat “Conoscere il mondo della disabilità: persone, relazioni e istituzioni” del 2019 la percentuale si abbassa ulteriormente toccando il 31,3%.

“Questa struttura in forza all’Asl 1, evidenzia il primario Lisa al nostro giornale, è una delle prime in Italia interamente dedicata alla disabilità. C’è un grande lavoro di squadra e  di collaborazione con le altre strutture deputate all’affrontare i problemi clinici. Durante la prima ondata pandemica il sistema ha 'scricchiolato' ma non ha  ceduto. Rispetto a noi, i paesi europei hanno ‘sofferto’ molto di più”. 

Dati alla mano la struttura assiste oltre 800 pazienti e di questi 425 sono inseriti nei servizi residenziali e e semiresidenziali sparsi sul territorio mentre 330 sono gli utenti seguiti presso il proprio domicilio sui tre distretti sociosanitari della provincia di Imperia. Una fotografia questa che va ben oltre i numeri esistenti perché, quando si parla di disabilità, c’è un binomio imprescindibile con quello della famiglia in quanto nella cura e nella gestione un ruolo determinante, anche dal punto di vista psicologico, è svolto proprio dai familiari e congiunti. 

“Oggi più che mai, sottolinea il primario Lisa, c’è bisogno di inclusione sociale. Solo 30 anni fa c’era lo 'stigma'; le persone con disabilità erano chiuse in casa e le famiglie avevano timore, ma adesso la situazione è cambiata. Ci sono associazioni molto valide con cui ci confrontiamo ogni mese attraverso un tavolo Le persone con disabilità sono parte integrante ella nostra società e concorrono allo sviluppo globale del nostro paese. È necessario investire più risorse possibili da utilizzare anche per il recupero sociale poiché se il disabile diventa un cittadino autonomo si limita, per quanto possibile, l’aspetto più preoccupante per le famiglie ossia quello relativo allo stare sempre confinati in una struttura ed inoltre, queste persone possono offrire un contributo e opportunità all’intera società ed è per questo che occorre dare un segnale positivo al paese”. 

Quando si parla di disabilità in riferimento ai pazienti in cura pressa lo struttura di Asl 1 ci si riferisce non solo alle persone con sindrome di Down, “dove sono stati registrati grandi progressi, chiosa Lisa, con il miglioramento della qualità e della durata della vita”, ma anche a tutte quelle 'patologie primitive' acquisite alla nascita che diventano neurodegenerative o acquisite in seguito ad esempio a un incidente o comunque a un trauma grave,  alla sclerosi multipla ella Sla dove la fase acuta si gestisce in ospedale e poi, subito dopo le dimissioni, in assistenza domiciliare-residenziale. 

In questo contesto si è inserita la pandemia da covid-19 e la vaccinazione contro il virus ha segnato un momento importante. “La campagna vaccinale, conclude il primario, è andata e sta andando molto bene nelle strutture che ospitano il ciclo diurno e non solo. Si può dire che hanno retto sotto il profilo clinico e di gestione. Ad esempio con l’ Isah la collaborazione è stata proficua. Nel complesso anche se ci sono stati dei contagi l’emergenza è state gestita in loco e i ricoveri sono stati pochi ed inoltre nell’ambito delle residenze non abbiamo avuto decessi legati al covid”. 

Per il primario Lisa è quindi fondamentale continuare sulla strada tracciata dalla vaccinazione. “Ci sono dei casi di persone che non hanno fatto il vaccino anche perché non hanno potuto farlo, ma all’interno delle strutture sono state create delle aree attrezzate per scongiurare contagli e soprattutto per monitorare la situazione”.