“I balneari soprattutto in Liguria sono piccole imprese formate da famiglie, dove lavorano genitori e figli, e si rischia quindi di mettere famiglie intere per strada”. Questo l’allarme lanciato da Fabio Viale, presidente per la provincia di Imperia, del sindacato balneari Sib di Confcommercio.
Ieri pomeriggio a Loano si sono svolti gli “Stati Generali del Turismo Balneare Ligure per la tutela del nostro futuro”, questo il titolo dell’iniziativa, a cui hanno partecipato l’assessore regionale al Demanio, Marco Scajola, il governatore Toti collegato in videoconferenza, e anche tutte le associazioni di categoria e l'imperiese ha risposto compatto.
I balneari hanno fatto il punto in seguito alla sentenza, del 9 novembre scorso, con cui il Consiglio di Stato ha stabilito come termine ultimo per la proroga delle attuali concessioni demaniali delle coste italiane il 2023, sulla scorta dell'interpretazione data dai giudici della celebre direttiva Bolkenstein.
“Da questo incontro, ha detto Viale al nostro giornale, emerge la conferma dell’unità sindacale . Tutte le sigle si sono dette disponibile a sottoscrivere un documento unico, che verrà firmato nei prossimi giorni, e che verrà portato a Roma per 'costruire 'una norma”. Una legge da cui dipende il destino di uno dei settori nevralgici della nostra economia regionale.
Secondo il Consiglio di Stato, l’attuale situazione è in "grave contrarietà" rispetto a quanto stabilito dalle regole sulla concorrenza dell’Unione europea. Secondo le direttive comunitarie le concessioni balneari in Italia, così come quelle di altri settori, andrebbero messe periodicamente a gara.
Vicino alle 4 mila aziende liguri vi è la Regione che, come ribadito dall’assessore Scajola, è stato interessato direttamente il Governo affinchè ci sia un “un confronto tecnico su un eventuale disegno di legge, da condividere con le regioni stesse e con le associazioni di categoria. Da parte nostra c’è grande disponibilità ma anche preoccupazione perché dal 9 novembre, data in cui è uscita la sentenza del Consiglio di Stato, non è stata presa alcuna decisione da parte del Governo per tutelare le nostre imprese, chiarendo quali saranno i prossimi passi. La nostra paura è quella di un’invasione delle nostre coste da parte delle multinazionali. Il Governo deve tracciare una strada che le regioni saranno pronte a condividere”.