"Per il momento, a causa di una preoccupante ripresa della situazione contagi non è realisticamente possibile anche solo ipotizzare una data di riapertura dei centri".
L'ha annunciato l'assessore ai servizi sociali di Taggia, Maurizio Negroni, in merito alla chiusura da marzo 2020 dei due centri sociali per anziani. Queste realtà di aggregazione sono rimaste chiuse con l'inizio delle misure restrittive legate all'emergenza Covid. Sono in molti a chiedersi quale sia la sorte di questi centri che richiamavano anziani non solo di Taggia ma anche dei comuni limitrofi e perfino turisti.
“Desidero chiarire la posizione dell’amministrazione in relazione al futuro di queste importanti realtà di aggregazione - dichiara l’Assessore ai Servizi Sociali di Taggia Maurizio Negroni - In questi mesi abbiamo confermato più volte con atti concreti – quali ad esempio la ristrutturazione del nuovo centro di Taggia che purtroppo avevamo in programma di inaugurare nel marzo 2020 e la continuazione dell’impegno di affitto dei locali in entrambe le realtà – la volontà di continuare l’attività ed in prospettiva anche di incrementarla".
"Si tratta di un impegno che confermo, anche per segnalare che i nostri uffici – puntualizza l’Assessore Negroni - seguono con attenzione l’evolversi degli sviluppi della situazione ed hanno contatti frequenti anche con quegli anziani che in questi anni sono stati punto di riferimento per meglio organizzare la vita dei centri. Stiamo comunque valutando la possibilità di organizzare qualche attività alternativa, seppure con il coinvolgimento di gruppi numericamente più limitati di partecipanti e nel rispetto delle misure di prevenzione tuttora in vigore, qualora la situazione lo consentisse".
"Rimaniamo quindi disponibili a continuare la collaborazione con i molti anziani ancora interessati al futuro dei centri ed a concordare con loro le possibili azioni che consentano di riprendere gradualmente la socializzazione appena ci sarà consentito. E’ da rimarcare che la prudenza con la quale affrontiamo questi delicati argomenti – conclude l’Assessore Negroni - trae origine dalla volontà di tutelare fasce di popolazione più fragili, potenzialmente esposte al pericolo di contagio”.