Si alza il sipario domenica 28 novembre sulla sedicesima edizione del Ponente International Film Festival organizzato dall’associazione culturale onlus La Decima Musa. Si parte alle 18.30 al Cinema Zeni: dopo il saluto delle autorità, la rassegna 'I film del Mediterraneo' sarà inaugurata alle 18,45 da Il sole dentro (Italia, 2012 -100’) di Paolo Bianchini, con l’intervento dello scenografo Giuliano Pannuti e moderazione di Anna Scotton: poetico film insignito anche del premio Unicef che intreccia il racconto di una storia vera – quella di Yaguine e Fodì, due adolescenti della Guinea che, nel 1999, nascosti nel carrello di un aereo cercano di raggiungere Bruxelles per consegnare una lettera al Parlamento Europeo – a una di invenzione, quella di Thabo e Rocco, ambientata dieci anni più tardi. Seguirà un rinfresco intorno alle 21 circa.
"Due storie, due viaggi della speranza - uno reale, l’altro inventato - che si intrecciano. 1999. Yaguine e Fodè, due adolescenti guineani, scrivono, a nome di tutti i bambini africani, una lettera indirizzata 'alle loro Eccellenze, i membri responsabili dell’Europa', chiedendo aiuto per avere scuole, cibo e cure. Con il prezioso messaggio in tasca, si nascondono nel vano carrello di un aereo diretto a Bruxelles.2009. Thabo, ragazzino originario di N’Dula, un villaggio africano che nemmeno lui sa dove si trovi esattamente, e il suo amico Rocco, di Bari, provengono dal Sud di quell’Europa che attira e respinge i popoli, come le onde del mare che unisce e divide. Entrambi sono vittime della tratta dei baby calciatori, dalla quale stanno fuggendo" - spiegano - Ci metteranno tre mesi, attraverso il deserto, ma a N’Dula ci arriveranno".
"Questo film, tenero, struggente, a volte lieve a volte strappacuore, in cui 'la violenza del fatto realmente accaduto si stempera nella favola moderna ricostruita' unisce all’invenzione la verità. Una verità amara, che tutti conosciamo dalla cronaca, dalle testimonianze e dai nostri occhi, diventata tanto «normale» da non fare neppure più notizia, tanto vicina, eppure lontana dalle nostre tranquille esistenze, da non addolorare nemmeno più. O da dimenticare in fretta. Eppure, certe persone ancora se ne lasciano toccare, ancora fanno del loro meglio per rimediare, esercitandosi nel difficile compito di essere Umani" - concludono.
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