In 6.000 oggetti collezionati in una vita, un vero e proprio mare di tesori. E’ quello di cui può disporre il Fai a Ospedaletti, dopo la donazione fatta da Luigi Anton e Nera Laura, in via del Piano 2.
Un tesoro che c’è sempre stato ma che non era conosciuto da nessuno e che il Fai vuole valorizzare con visite guidate per amatori. La villa è un contesto istruttivo, un vero e proprio ‘labirinto’ per appassionati che vogliono perdersi nei mondi proposti dagli oggetti. Si tratta di una casa unica in Europa, di due personaggi speciali che hanno costruito una cosa unica di una vita. “E’ un caso estremo di collezionismo – ha detto Daniela Bruno del Fai – nello spirito di un grande appassionato di storia e di cultura”.
Chi volesse visitare la villa potrà consultare il sito del Fai per prenotare una escursione all’interno. La casa sarà eccezionalmente aperta alle visite dei soli residenti domani e domenica, gratuitamente e su prenotazione sul sito www.faicasalaura.it. Dal 25 febbraio 2022 sarà aperta su prenotazione.
Il FAI raccoglie questa eredità, basata su un lungo rapporto di conoscenza e fiducia e sulla generosa e civile partecipazione dei coniugi Laura alla sua causa, e nel rispetto delle loro volontà si propone di tutelare, conservare e valorizzare questo luogo speciale, per sempre e per tutti com’è nello spirito della sua missione, aprendolo al pubblico a cominciare dalla cittadinanza di Ospedaletti.
Dal 1953 Villa San Luca è stata la residenza di Luigi Anton Laura, noto ed esperto antiquario, e di sua moglie Renata Salesi, detta Nera. I coniugi Laura sono stati una coppia affiatata nella vita e nella professione, animata da un’autentica e sempre condivisa passione per l’arte, nutrita di studio e ricerca costanti, che si riflette in questa casa come nella loro creazione più accurata e sentita, il capolavoro di una vita. Casa Laura è il sorprendente scrigno che racchiude la loro originale e personalissima raccolta d’arte, in particolare d’arte applicata, eccezionale e unica in Italia e in Europa: circa seimila pezzi di altissima fattura tra mobili italiani, europei e cinesi, porcellane, sculture, maioliche, argenti e antichità orientali, raccolti con intuito da antiquari, sapienza da intenditori e spirito da collezionisti, in viaggi ricorrenti per lavoro o “di studio” nelle capitali europee, e in vere e proprie avventure in giro per il mondo, fino al Medio e all’Estremo Oriente. Una casa talmente piena di mobili e oggetti d’arte di rara qualità e di diversa provenienza, accostati con gusto e sapienza, in maniera originale e mai casuale, da somigliare a un museo, appositamente costruito per farvi “abitare” la collezione, più che la famiglia, e allestito per suscitare curiosità e meraviglia agli occhi di ospiti e clienti, con abilità da scenografo dello stesso Luigi Anton Laura, che tra le pareti domestiche ha voluto mettere in scena, con la moglie, un sogno: il sogno di un collezionista. Un patrimonio, che non risiede solo nella collezione, ricchissima e istruttiva come un manuale di arti applicate, o nella casa, suggestiva come un’opera d’arte in sé, ma anche nello spirito dei proprietari, due persone speciali, Luigi Anton e Nera Laura, antiquari d’altri tempi, che hanno vocato la loro attività, e dedicato la loro stessa vita, all’esperienza della cultura, spinti da un’insaziabile sete di conoscenza.
La collezione Laura raccoglie oggetti molto diversi per stile, epoca, provenienza, cultura e tradizione: papiers peint cinesi si affiancano a marmi, stucchi e boiserie antiche, mobili italiani, francesi e inglesi si abbinano a porcellane cinesi, e reperti archeologici dialogano con oggetti orientali in un accostamento sempre armonioso e consapevole che racconta un mondo di arte e storia e che evoca ricordi e suggestioni di sessant’anni di attività e di vita dei due proprietari.
Se la disciplina storico artistica del XIX secolo aveva elevato la pittura e la scultura ad arti supreme, arredi e oggetti a Villa San Luca riportano a una dimensione pre-museale, che ricorda come in passato i mobili, i tessuti e le oreficerie fossero ben più costosi e ambiti da re, principi e duchi: un mondo artistico privo di ogni tipo di gerarchia, dove un mobile preziosissimo dialoga con un oggetto quotidiano o “minore”, non privo però di dignità storica, in quanto fondamentale per capire la vita o la cultura di un’epoca.
Tra i nuclei principali della collezione vi è di certo la raccolta consistente di mobili antichi, francesi, italiani e inglesi del XVIII secolo, di cui Luigi Anton Laura era esperto conoscitore. Predominano i mobili francesi, tutti stampigliati dai più grandi ebanisti attivi sotto il regno di Luigi XV e Luigi XVI, tra cui uno straordinario cabinet interamente lastricato in ebano, uscito da un atelier parigino verso la metà del Seicento, o un importante cassettone attribuito a Mathieu Criaerd della metà del Settecento, in tutto identico a quello conservato nella camera del delfino nel castello di Versailles, o ancora un rarissimo wine table con scomparto centrale girevole, realizzato in ebano e risalente al 1800 circa, conservato nella Sala del biliardo. Impressionante anche la raccolta di mobili italiani settecenteschi, principalmente genovesi e veneziani, spesso dipinti con sgargianti motivi floreali, o decorati, nel caso dei mobili veneziani, in “lacca povera”, con stampe ritagliate e dipinte. Non di legno, ma interamente in maiolica è il mobile più importante custodito a Villa San Luca: un rarissimo cassettone eseguito a Savona verso il 1760-70, forse proveniente da Villa Della Rovere, poi Gavotti, ad Albisola, vero e proprio pezzo di bravura di cui si ignora l’originale funzione.
Un secondo nutrito nucleo della collezione, e una vera passione per Luigi Anton Laura, è rappresentato dalla porcellana cinese, la cui raccolta, tra le più importanti in Italia, conta esemplari di diverse epoche e tecniche: dai magnifici celadon di epoca Yuan e Ming fino alle splendide porcellane di epoca Qing (di ogni tipo e qualità, monocrome, “tre colori”, “famiglia verde”, bianco e blu), e in particolare due capolavori: una statua di Luohan in meditazione (destinata a un tempio buddhista) e una della divinità taoista Shengmu o “Santa Madra”, quasi a grandezza naturale, interamente eseguite in grès a invetriatura sancai o “tre colori” e risalenti alla tarda dinastia Ming (fine del XVI secolo).
E inoltre la raccolta di quadri, più contenuta, perché lo stesso Laura ammetteva di non esserne un grande intenditore, e che include tuttavia due importanti opere, una delle quali acquistata proprio pensando al FAI: un ritratto del Beato Lorenzo Giustiniani, attribuito a Gentile Bellini o a un suo anonimo seguace, e quello di un suonatore di viola da gamba, datato e firmato da François de Troy, pittore alla corte di re Luigi XIV.
A Villa San Luca, poi, basta aprire gli sportelli di un mobile per imbattersi in oggetti curiosi e rari, come il raffinatissimo calamaio portatile della seconda metà del XVIII secolo, interamente snodabile e ancora dotato della sua custodia in marocchino tinto, proveniente dalla collezione Hamilton e presumibilmente dono del re di Napoli all’ambasciatore britannico Sir William Hamilton.
Curiosità e meraviglia suscitano gli allestimenti di alcune sale, progettati con creatività, sapienza e raffinato gusto da arredatore d’interno dallo stesso Luigi Anton Laura: nella sfavillante Sala da pranzo, ad esempio, le pareti sono decorate con parti di una splendida boiserie napoletana pienamente rococò, sulle cui mensoline poggiano piccole porcellane cinesi recuperate da un cargo mercantile cinese affondato verso il 1690 lungo le coste del Vietnam, oggetti sicuramente destinati al mercato olandese; e agli angoli della stessa sala, due monumentali vasi a “zucca” provenienti dalla più grande collezione di porcellane cinesi d’Europa, allestita a Dresda agli inizi del Settecento dal re Augusto II di Polonia.
Evidentemente fuori dalla collezione, ma curiosamente esposte in un salone al piano terra con tanto di lampadari e tappeti, sorprendono infine due automobili perfettamente conservate, anch’esse veri e propri pezzi d’antiquariato, tra cui la Rolls Royce Silver Wraith degli anni ’50 su cui Luigi Anton e Nera Laura tanto spesso viaggiarono alla volta delle capitali europee, ma sempre tornando qui, a Villa San Luca a Ospedaletti: la loro casa.