La pandemia in atto ha prodotto risposte nuove alla ricerca d’impiego, ha alzato le barriere d’entrata per alcuni e le ha abbassate per altri, e in generale pare evidente come dal caos siano prosperate forme alternative al classico lavoro da dipendente in ufficio, prima fra tutte la modalità del cosiddetto smart working o lavoro da remoto anche se ci sono delle differenze.
Costretti nelle proprie mura domestiche, nella maggior parte dei casi i cittadini Italiani non hanno smesso di produrre valore, si sono al contrario rimboccati le maniche di comune accordo con i loro datori di lavoro ed entrambi si sono adattati con webcam, videocall e riunioni a distanza.
“Noi di uBroker siamo stati rapidissimi grazie ad un pregresso sviluppo tecnologico digitale interno che ci ha permesso di proseguire l’operatività senza interruzioni, svuotando completamente gli uffici in sole tre settimane” afferma Cristiano Bilucaglia, Ceo e Founder con Fabio Spallanzani di ‘uBroker’, torinese multiutility company recentemente insignita della menzione ‘Leader della Crescita’ de ‘Il Sole 24 Ore’ con ‘Statista’ per essere tra le 450 aziende italiane a maggior tasso di sviluppo.
Ma benchè con molte differenze, non è il lavoro da remoto a cambiare la natura della professione: “Restando presenti i ricorrenti condizionamenti tipici del lavoro dipendente, tra processi, prassi e soprattutto gerarchie, in ufficio o in smart i dipendenti vengono retribuiti sì in modo prevedibile, ma del tutto non scalabile” continua Cristiano Bilucaglia “Benchè nei nostri uffici siano aperte a tutti i più meritevoli possibilità di carriera e crescita, sia professionale che economica, i posti disponibili per i manager sono naturalmente una frazione di quelli totali”.
I manager guadagnano di più, hanno più responsabilità e talvolta più libertà, quello che si considera il lavoro diametralmente opposto ai colletti blu, notoriamente costretti a lavorare in condizioni meno ideali di un ufficio e facendo lavorare più frequentemente le braccia dell’intuito.
“Non sono i manager l’opposto dei colletti blu” afferma però l’ingegner Bilucaglia “il vero opposto è il networker, e per questo puntiamo tanto su questa professione alternativa, relativamente poco conosciuta. Professionisti che agiscono liberamente all’interno di una filiera di business, in team ma principalmente in smart working, con una retribuzione proporzionale ai risultati effettivamente conseguiti, frutto del proprio impegno e del proprio lavoro” prosegue l’ingegnere-manager che dà ogni giorno lavoro stabile a oltre 50 dipendenti diretti e più di mille fra professionisti, consulenti e rete vendita.
“Gente comune che decide di dar sfogo al proprio talento con entusiasmo e proattività in un contesto producente in cui è la meritocrazia degli esiti positiviv conseguiti a fare la differenza. Con prospettive di avanzamento di carriera decisamente più frequenti e livelli di remunerazione praticamente impossibili in un ufficio o in una fabbrica” continua il Presidente della prima azienda al mondo capace di azzerare le bollette di luce e gas (Canone Rai e accise incluse), e che proprio grazie a questo aspetto rilevante e alle molteplici opere di benemerenza attuate secondo il virtuoso principio di redistribuzione della ricchezza ha ottenuto il plauso delle principali associazioni consumeristiche e del Terzo Settore italiane.
Bilucaglia, che in 5 anni ha generato un volume d’affari aggregato ben superiore ai 100 milioni di euro, continua: “uBroker crede fermamente da sempre nel valore dell’etica d’impresa. Nell’autocoscienza e nell’autodeterminazione dei propri professionisti, chiamati liberamente a dare ciascuno il proprio contributo puntando all’obiettivo senza le costrizioni e le limitazioni ricorrenti dei contesti lavorativi di stampo classico. Ma, anzi, sostenuti e nutriti da una formazione aggiornata, completa e costante. In ‘uBroker’ si cresce sempre. Bando, dunque, a divise, uniformi, stili, tetti massimi di crescita, orari e luoghi di lavoro. Perché il nostro luogo di lavoro è il mondo circostante, e il mercato tutte le persone che incontriamo lungo il cammino. E con le quali cominciare un dialogo reciprocamente proficuo partendo dalla cosa più semplice e per nulla scontata: quella stretta di mano che con un sorriso ti dà fiducia e può cambiarti la vita”.